Mandello: messa di San Lorenzo e benedizione del Lago, con il pensiero ai giovani
E' stato ancora una volta Monsignor Dante Lafranconi, vescovo emerito di Cremona, a farsi carico dell'omelia della messa solenne celebrata questa mattina, a Mandello, in onore del patrono San Lorenzo.
Le parole del vescovo di origine mandellese hanno dunque aperto all'insegna della riflessione e dell'autocritica la giornata di commemorazione del Santo di cui ben poco si conosce della vita e della morte: quel che è certo, tuttavia, è che fu martirizzato a Roma nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano, che sancì la messa a morte di tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi. Arcidiacono di papa Sisto II, assistente del Pontefice durante la celebrazione dei vari riti e amministratore delle offerte alla Chiesa, Lorenzo perì quindi a soli 33 anni sotto i colpi della furia anticristiana, forse bruciato su una graticola, come vuole la tradizione, ma più probabilmente decapitato, secondo molti studi.
Terminata l'omelia, la Santa Messa a cui hanno preso parte anche il sindaco Riccardo Fasoli, le autorità civili e militari del paese e i numerosi sacerdoti intervenuti, si è indirizzata verso la conclusione tra i canti intonati dal coro e le note del suggestivo organo scampato miracolosamente alle fiamme dell'incendio che aveva colpito l'arcipretale lo scorso anno. Al termine della celebrazione, la processione si è mesa in cammino diretta in zona imbarcadero, dove attorno allo stemma di Mandello si è proceduto alla benedizione del lago e dei natanti: "Grazie a te, Dio, per l'acqua tua creatura che ci ha aperto il grembo della vita". Definita "bevanda che purifica e disseta", nonché "invito costante alla purezza del corpo e dell'anima", Monsignor Lafranconi ha pregato Dio affinché "ogni uomo possa sempre godere di questo refrigerio".
Le parole del vescovo di origine mandellese hanno dunque aperto all'insegna della riflessione e dell'autocritica la giornata di commemorazione del Santo di cui ben poco si conosce della vita e della morte: quel che è certo, tuttavia, è che fu martirizzato a Roma nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano, che sancì la messa a morte di tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi. Arcidiacono di papa Sisto II, assistente del Pontefice durante la celebrazione dei vari riti e amministratore delle offerte alla Chiesa, Lorenzo perì quindi a soli 33 anni sotto i colpi della furia anticristiana, forse bruciato su una graticola, come vuole la tradizione, ma più probabilmente decapitato, secondo molti studi.
Mons. Dante Lafranconi
"Il martirio è il segno più evidente del primato di Dio nella nostra vita. (..) San Lorenzo e tutti i martiri sono un incoraggiamento a vivere meglio la nostra fede", aveva già spiegato in occasioni analoghe Monsigno Lafranconi. Quest'oggi, la riflessione del vescovo ha quindi ripreso proprio il tema della fede andando ad indagare tuttavia in un universo che sembra rimanerne parzialmente lontano, come quello dei ragazzi: "Come mai i giovani d'oggi sembrano non avere molto interesse per la Chiesa?", si è interrogato il sacerdote dinnanzi ad una platea composta quasi interamente da adulti ed anziani. "Dove sono i giovani, perché così in pochi si recano alla Santa Messa? La mia impressione è che abbiamo trasmesso loro le celebrazioni, i riti, i sacramenti, la preghiera, ma non so se siamo stati bravi fino in fondo a trasmettere la conoscenza di Gesù, che è il centro della fede" ha provato a spiegarsi Mons. Lafranconi. "Il grande limite e forse il grande peccato della nostra generazione è proprio questo: aver insistito sui riti esterni senza sforzarci di comprendere il cuore di questi riti, il senso profondo, che è Gesù che ci ama e che orienta le nostre scelte".Terminata l'omelia, la Santa Messa a cui hanno preso parte anche il sindaco Riccardo Fasoli, le autorità civili e militari del paese e i numerosi sacerdoti intervenuti, si è indirizzata verso la conclusione tra i canti intonati dal coro e le note del suggestivo organo scampato miracolosamente alle fiamme dell'incendio che aveva colpito l'arcipretale lo scorso anno. Al termine della celebrazione, la processione si è mesa in cammino diretta in zona imbarcadero, dove attorno allo stemma di Mandello si è proceduto alla benedizione del lago e dei natanti: "Grazie a te, Dio, per l'acqua tua creatura che ci ha aperto il grembo della vita". Definita "bevanda che purifica e disseta", nonché "invito costante alla purezza del corpo e dell'anima", Monsignor Lafranconi ha pregato Dio affinché "ogni uomo possa sempre godere di questo refrigerio".
Il momento della benedizione presso l'imbarcadero
Impartita così la benedizione, la grande festa a Mandello non si accinge tuttavia a terminare: previsti per il pomeriggio e la sera, infatti, numerosi appuntamenti, tra cui i giri turistici sul lago con le tradizionali "Lucie", a cura del Gruppo Manzoniano Lucie e Pro Loco Mandello, e poi la benedizione delle imbarcazioni serale, l'appuntamento con la cucina presso l'oratorio San Lorenzo e, infine, lo spettacolo pirotecnico. Per concludere in musica, infine, la serata danzante con l'Orchestra "Liscio 85" oratorio S. Lorenzo. Il tutto, tempo permettendo.
G.A.