Valmadrera: si ferma la produzione alla Aerosol Service Srl, preoccupati i 95 addetti. I Soci dietro S.A. lussemburghese
A partire dalla giornata di domani, mercoledì 30 agosto, la maggior parte dei dipendenti della Aerosol Service Italiana Srl – ad eccezione di alcuni impiegati presso gli uffici e il magazzino - non varcherà il cancello dello stabilimento di Valmadrera. La produzione sarà sicuramente ferma per l’intera settimana e comunque fino a data da destinarsi. Grande la preoccupazione di lavoratori, Rsu e funzionari sindacali per il futuro di un’azienda che necessita di una urgente ricapitalizzazione per poter continuare a garantire occupazone a 95 persone. La maggior parte di loro sono donne (alcune lavorano insieme ai mariti ed è dunque l’intera stabilità famigliare ad essere a rischio) e dal mese di giugno non vengono pagati né gli stipendi né le quattordicesime.
“La crisi economica ha portato a difficoltà di mercato con commesse che sono venute a mancare, ma la vera problematica è di carattere finanziario, relativa ad una mancanza di liquidità” ha spiegato Nicola Cesana (Filctem Cgil), che ha illustrato la difficile situazione attuale unitamente a Massimo Ferni (Femca Cisl) e Celeste Sacchi (Uiltec). “La proprietà dell’azienda risultava un tempo in capo alla famiglia Fiocchi di Lecco, ma nel corso dei mesi le cose sono cambiate e si sono succeduti diversi amministratori”. Tra questi figura Giovanni Bartoli, fiscalista tratto in arresto a luglio – unitamente ad altre due persone - dai militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano nell’ambito di un’indagine legata al fallimento della società Spartaco Due Spa avvenuto nel 2014.
In virtù delle difficoltà nell’interagire con la gestione aziendale in continuo cambiamento, nel marzo di quest’anno i rappresentanti sindacali hanno inviato una lettera ai soci dell’azienda, l’amministratore unico e in copia a Confindustria per evidenziare la situazione di incertezza e precarietà che i dipendenti vivono da due anni a questa parte, aggravata da “una diminuzione costante dell’attività delle linee e dei volumi prodotti, l’incremento massiccio dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, l’assenza di programmazione e organizzazione del lavoro”, come si legge nel documento.
“Si tratta di tre professionisti chiamati a gestire un’azienda in una situazione delicata, che non appare più in grado di lavorare serenamente perché priva della necessaria liquidità. Ci appelliamo alla proprietà, chiunque sia, dietro lo schermo della fiduciaria lussemburghese, perché si faccia avanti con una ricapitalizzazione o valuti una cessione che possa garantire all’attività di continuare mantenendo i posti di lavoro. Non sono mancati contatti con altre realtà in questi mesi”.
Il prossimo 13 settembre è attesa la convocazione del Consiglio di Amministrazione che dovrebbe decidere le modalità per ricapitalizzare la società. Ma una soluzione, hanno evidenziato i sindacati, va trovata prima di tale data perché il fermo della produzione potrebbe avere conseguenze gravi sul futuro dell’azienda.
Nella giornata di domani Nicola Cesana, Massimo Ferni e Celeste Sacchi incontreranno il Consiglio di amministrazione in carica presso la sede di Confindustria. In settimana sarà indetta un’assemblea con un presidio dei lavoratori fuori dai cancelli della Aerosol.
Per visualizzare la lettera dei sindacati clicca qui
La sede della Aerosol a Valmadrera
Da un anno e mezzo è attivo un confronto a livello sindacale che ha portato (nonostante la crisi economica abbia determinato una riduzione graduale di posti di lavoro da circa 115 ai 95 attuali) alla firma del contratto di solidarietà lo scorso anno, rinnovato a giugno 2017 per 12 mesi per tutti i dipendenti. Un percorso fatto di sacrifici che ora rischia di essere vanificato a causa delle difficoltà dei sindacalisti a interfacciarsi con l’attuale proprietà dell’azienda.“La crisi economica ha portato a difficoltà di mercato con commesse che sono venute a mancare, ma la vera problematica è di carattere finanziario, relativa ad una mancanza di liquidità” ha spiegato Nicola Cesana (Filctem Cgil), che ha illustrato la difficile situazione attuale unitamente a Massimo Ferni (Femca Cisl) e Celeste Sacchi (Uiltec). “La proprietà dell’azienda risultava un tempo in capo alla famiglia Fiocchi di Lecco, ma nel corso dei mesi le cose sono cambiate e si sono succeduti diversi amministratori”. Tra questi figura Giovanni Bartoli, fiscalista tratto in arresto a luglio – unitamente ad altre due persone - dai militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano nell’ambito di un’indagine legata al fallimento della società Spartaco Due Spa avvenuto nel 2014.
In virtù delle difficoltà nell’interagire con la gestione aziendale in continuo cambiamento, nel marzo di quest’anno i rappresentanti sindacali hanno inviato una lettera ai soci dell’azienda, l’amministratore unico e in copia a Confindustria per evidenziare la situazione di incertezza e precarietà che i dipendenti vivono da due anni a questa parte, aggravata da “una diminuzione costante dell’attività delle linee e dei volumi prodotti, l’incremento massiccio dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, l’assenza di programmazione e organizzazione del lavoro”, come si legge nel documento.
Daniela Paleari, Antonella Rota, Massimo Ferni, Nicola Cesana, Celeste Sacchi, Susanna Errico e Lucia Francesca Goretti
“A seguito dell’invio della missiva, abbiamo promosso alcune verifiche sull’azienda scoprendo – senza aver avuto alcuna comunicazione in merito – che la proprietà risulta oggi in capo al 100% alla Seconda Investimenti Srl, il cui amministratore unico (nominato il 2 novembre 2016) risulta essere il dottor Giovanni Bartoli. A sua volta la Srl controllata al 100% dalla Karmainvest S.A. con sede in Lussemburgo, dove il nome del dottor Bartoli figura in qualità di amministratore unico nominato nel 2013. Prima la gestione era di carattere famigliare, chi detenga attualmente le quote della Aerosol in questo “sistema di scatole cinesi” non è dato sapere” hanno spiegato i sindacati, che nel corso delle ultime settimane si sono confrontati in più occasioni con il Cda attualmente in carica, composto dal dottor Tiziano Saggiomo (presidente) e il dottor Bonassi, affiancati dal dottor Iraci.“Si tratta di tre professionisti chiamati a gestire un’azienda in una situazione delicata, che non appare più in grado di lavorare serenamente perché priva della necessaria liquidità. Ci appelliamo alla proprietà, chiunque sia, dietro lo schermo della fiduciaria lussemburghese, perché si faccia avanti con una ricapitalizzazione o valuti una cessione che possa garantire all’attività di continuare mantenendo i posti di lavoro. Non sono mancati contatti con altre realtà in questi mesi”.
Il prossimo 13 settembre è attesa la convocazione del Consiglio di Amministrazione che dovrebbe decidere le modalità per ricapitalizzare la società. Ma una soluzione, hanno evidenziato i sindacati, va trovata prima di tale data perché il fermo della produzione potrebbe avere conseguenze gravi sul futuro dell’azienda.
Nella giornata di domani Nicola Cesana, Massimo Ferni e Celeste Sacchi incontreranno il Consiglio di amministrazione in carica presso la sede di Confindustria. In settimana sarà indetta un’assemblea con un presidio dei lavoratori fuori dai cancelli della Aerosol.
Per visualizzare la lettera dei sindacati clicca qui