Valmadrera, Open Day Silea: in tanti alla scoperta del termovalorizzatore dei rifiuti
Porte aperte, quest'oggi, presso il termoutilizzatore di Valmadrera: il maltempo non ha fermato la curiosità dei tanti cittadini lecchesi - e non solo - che fin dalle 9.00 di questa mattina hanno colto l’occasione per una visita guidata dell'impianto di Silea destinato a bruciare i rifiuti non riciclabili.
Ad illustrare le modalità di funzionamento delle due linee di combustione (con capacità rispettivamente di 6 e 9,5 t/h, funzionanti 24 ore su 24 per tutto l'anno) è stato Andrea Eboli, responsabile dell’ufficio tecnico della Spa.
Non appena giunti all’impianto i mezzi passano su un’apposita pesa, ai cui lati sono posti dei rilevatori di radioattività. “Sapere quanti rifiuti producono i residenti di ogni paese è essenziale, dal momento che Silea fattura ai Comuni proprio sulla base di tale quantitativo”, ha sottolineato il responsabile ricordando che la società, da circa 10 anni, mantiene invariate le tariffe di smaltimento. “I costi non tengono conto delle logiche di mercato ma sono pensate per favorire un impegno maggiore nella raccolta differenziata”. Quest’ultima in provincia di Lecco si attesta attualmente attorno al 61%, percentuale in linea con i valori medi lombardi (il 60% circa) e al di sopra rispetto alla media nazionale, ferma ad uno scarso 40%.
Ad illustrare le modalità di funzionamento delle due linee di combustione (con capacità rispettivamente di 6 e 9,5 t/h, funzionanti 24 ore su 24 per tutto l'anno) è stato Andrea Eboli, responsabile dell’ufficio tecnico della Spa.
A destra Andrea Eboli, responsabile dell'Ufficio Tecnico
“I rifiuti che non possono essere in alcun modo riciclati e vengono inseriti nel sacco trasparente dell’indifferenziata, che da tempo ha sostituito quello nero, vengono raccolti da Silea e conferiti al termovalorizzatore, trasportati da appositi camion” ha spiegato. “Ogni giorno qui vengono bruciate circa 300 tonnellate di spazzatura: si consideri che ogni abitante della provincia di Lecco, dall'anziano al bambino, produce in media 450 kg di spazzatura all'anno”.Non appena giunti all’impianto i mezzi passano su un’apposita pesa, ai cui lati sono posti dei rilevatori di radioattività. “Sapere quanti rifiuti producono i residenti di ogni paese è essenziale, dal momento che Silea fattura ai Comuni proprio sulla base di tale quantitativo”, ha sottolineato il responsabile ricordando che la società, da circa 10 anni, mantiene invariate le tariffe di smaltimento. “I costi non tengono conto delle logiche di mercato ma sono pensate per favorire un impegno maggiore nella raccolta differenziata”. Quest’ultima in provincia di Lecco si attesta attualmente attorno al 61%, percentuale in linea con i valori medi lombardi (il 60% circa) e al di sopra rispetto alla media nazionale, ferma ad uno scarso 40%.
La benna che preleva i rifiuti
Ma torniamo a quanto accade all'interno del termoutilizzatore. Dopo aver passato il controllo del peso, che verrà effettuato anche in uscita, il camion procede verso la piazzola di arrivo degli automezzi da dove i sacchi trasportati vengono scaricati in una fossa di circa 2500 meri cubi di volume; da qui vengono prelevati da una grossa benna e fatti cadere, attraverso una tramoggia di carico, all'interno del forno dove bruciano ad una temperatura di oltre 1000 gradi, che permette di abbattere gran parte degli inquinanti. “L'impianto tratta ogni anno circa 100.000 tonnellate di rifiuti: 9.000 sono costituite da rifiuti sanitari-ospedalieri, che vengono trasportati all'interno in appositi carrelli. C'é poi una percentuale di scarto non riciclabile che arriva dal sacco viola” ha continuato Eboli che, rispondendo ai dubbi dei visitatori su come effettuare una raccolta differenziata corretta, ha invitato a visitare il sito internet di Silea dove è possibile trovare tutte le informazioni a riguardo o a chiamare direttamente in sede. “Errori nella differenziazione dei rifiuti se ne fanno ancora, ma la raccolta porta a porta che ha sostituito i cassonetti di certo ha aumentato i controlli limitandoli”.La sala di controllo dell'impianto
Il processo di termovalorizzazione stesso, d'altronde, studiato proprio per garantire un ritorno in termini di efficienza energetica, potrebbe essere visto anche in una logica di eco-sostenibilità: “i fumi prodotti dalla combustione cedono il proprio calore ad una grande caldaia in cui l’acqua si trasforma in vapore, azionando le pale della turbina. Quest’ultima è collegata ad un alternatore che genera energia elettrica, utilizzata in parte per il funzionamento dell’impianto stesso e in parte rivenduta sul mercato per essere poi impiegata da ciascuno di noi per le proprie esigenze quotidiane”. Per il futuro, poi, si pensa ancora più in grande: riscaldare con il vapore prodotto le abitazioni e le strutture pubbliche di una parte del territorio lecchese. “Sarebbe un peccato andare a sprecare parte del calore che produciamo”. Il progetto di Teleriscaldamento, che potrebbe essere realizzato tra il 2019 e il 2020, prevede di riscaldare 250 utenze tra Lecco (una zona della città), Valmadrera e Malgrate, attraverso l’acqua calda prodotta grazie ad una nuova turbina e tubature che la porteranno a destinazione. Questo comporterebbe il risparmio di 7 milioni di metri cubi di metano ogni anno, a fronte di un aumento dell’ordine del 10% dei rifiuti bruciati. Un disegno sul quale i soci (alias gli amministratori dei Comuni lecchesi) dovranno presto tornare a confrontarsi.
G.A.