Valmadrera: con la festa del Ringraziamento alla riscoperta dei valori agricoli

“Levin non pensava a nulla, non desiderava nulla, altro che non restare indietro ai contadini e terminare nel modo migliore. Sentiva solo lo stridere delle falci e vedeva dinanzi a sé la figura diritta di Tit che si allontanava, il semicerchio curvo del terreno falciato, le erbe e le corolle dei fiori che si chinavano lente, a onda, intorno alla lama della falce e dinanzi a sé il termine della falciata, là dove sarebbe giunto il riposo.” Prendendo in prestito le parole di uno dei più grandi scrittori russi mai esistiti, Lev Tolstoj, ci catapultiamo direttamente in un mondo, quello dell'agricoltura, che ha origini antichissime.

Al centro don Adelio, a sinistra don Agostino

Protagonista della mattinata di oggi a Valmadrera, infatti, è stato il mondo contadino e con esso la generosità della terra, che da tempo immemore, attraverso il raccolto, permette l'esistenza dell'uomo sul pianeta.
Come da tradizione, quindi, in occasione della “Festa del Ringraziamento” valmadrerese, i volontari di sant'Isidoro del Sasso di Preguda si sono dati appuntamento in via Fatebenefratelli, muniti dei propri mezzi agricoli, per ricevere la benedizione.
Qui, sotto la pioggia battente, i trattori e i contadini stessi, con la presenza dell'amministrazione comunale di Valmadrera, hanno ascoltato le parole di don Adelio Brambilla, affiancato da don Agostino Frasson, il quale promuove un progetto di agricoltura sociale presso il centro Don Guanella destinato ai giovani con difficoltà.

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A seguito della benedizione, i presenti hanno messo in moto i loro mezzi, cominciando il percorso che avrebbe portato il corteo fino al monumento ai Caduti.
“A partire dal '17, dopo il disastro di Caporetto, la guerra al fronte per gli italiani cambiò radicalmente: non era più una guerra di occupazione o conquista, bensì lo strenuo tentativo di proteggere la propria terra, quella terra che permetteva la vita e il sostentamento”; allacciandosi al discorso tenuto ieri in occasione del 4 Novembre, il sindaco Donatella Crippa ha ricordato ai presenti i sacrifici che i soldati al fronte hanno compiuto in primo luogo abbandonando la terra, unico mezzo di sostentamento, e arruolandosi nell'esercito e successivamente, dopo la disfatta di Caporetto, attraverso il tentativo di difendere con tutte le forze possibili quella terra, che era ed è tuttora, sinonimo di vita.

Tra le tante ricchezze che la terra e l'agricoltura portano con sé vi è anche quella, forse più astratta del mero sostentamento ma non meno importante, dell'educazione come ci spiega Massimo Cariboni, membro dei volontari di sant'Isidoro: “La pratica dell'agricoltura è prima di tutto veicolo di valori e proprio a Valmadrera possiamo prenderne atto. Il progetto di agricoltura sociale attivo alla Cascina don Guanella va proprio nella direzione di trasmettere a giovani, dai 15 ai 17 anni e con problemi di integrazione sociale, i valori di solidarietà, pazienza e rispetto reciproco tipici della pratica contadina, con l'obbiettivo ultimo di un inserimento di questi giovani nel mondo lavorativo”.
Inoltre, Cariboni esorta i cittadini, valmadreresi e non, a voltare il proprio sguardo anche su queste realtà di disagio, di fragilità, di debolezza molto più vicine di quanto si crede solitamente, ricordando che ognuno, nel proprio  piccolo, può dare un contributo alla costruzione di un nuovo futuro per questi giovani, coltivando, insieme, una nuova speranza.
L'appuntamento è poi proseguito con la S. Messa in parrocchia, dove i volontari hanno portato all'altare, durante l'offertorio, i prodotti della terra per essere benedetti. Questi ultimi sono stati poi venduti all'esterno della chiesa agli avventori e il ricavato sarà devoluto alla parrocchia.
A.A.
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