Lecco-Mandello: gli atleti dell’Italian Championship parlano del Wrestling, uno sport ‘adrenalinico’ pensato per stupire


Più che uno sport un grande spettacolo, una disciplina ad alto tasso di adrenalina basata tanto sullo scontro fisico quanto sul desiderio di stupire il pubblico con salti, acrobazie ed effetti speciali. Seppur le sue origini risalirebbero addirittura ai tempi degli Antichi Romani, il wrestling è nato ufficialmente intorno alla metà del secolo scorso, per poi affermarsi definitivamente sulla scena mondiale nei primi anni 2000, quando – complice il mondo televisivo – ha conosciuto un vero e proprio “boom”, soprattutto tra i più giovani.


Da sinistra: Matteo Anghileri, Davide Cagliani, Luca Cattaneo, Carlo Lenzoni e il giovane Alberto Bernasconi

Nel 2005, poi, è sbarcato anche sul territorio lecchese, e in modo particolare a Mandello del Lario, grazie alla fondazione di una sezione locale dell’Italian Championship Wrestling, insediatasi a Lodi quattro anni prima. Attualmente, la squadra nostrana conta un totale di cinque-sei atleti già inseriti nel circuito agonistico, ai quali si aggiungono dieci “praticanti”, tutti di un’età compresa tra i 16 e i 36 anni: si tratta di Davide Cagliani, Carlo Lenzoni, Alberto Bernasconi, Luca Cattaneo, Matteo Anghileri e Alessandro Riva, attuale campione italiano in carica nella sua specialità. “Si può dire che noi wrestler siamo sportivi a 360 gradi” ci ha spiegato il meratese Davide Cagliani (sul ring “Doblone”), campione europeo di pesi leggeri nel 2012.


“La nostra disciplina, infatti, richiede grande forza e resistenza, ma anche un’elevata reattività, frutto di un costante lavoro aerobico e di una preparazione allo stesso tempo atletica, tecnica e psicologica. Gli incontri sono sempre molto aperti: nessuno è mai vinto in partenza, al di là della propria “stazza” e fisicità, anche perché le sfide si giocano nel breve arco di tempo di una decina di minuti, nei quali può succedere davvero di tutto. Ciò che conta di più nel nostro sport, comunque, è la capacità di stupire il pubblico, di intrattenerlo con acrobazie e mosse che a volte hanno dell’incredibile, per le quali spesso – e non esito ad ammetterlo – ci si procura anche qualche bella botta: l’importante, comunque, è non farsi scoraggiare e rialzarsi immediatamente per continuare la gara, anche se si è un po’ malconci”.


A differenza di ciò che si potrebbe pensare, il wrestling non prevede l’utilizzo di indumenti protettivi, ma soltanto di maschere a puro scopo estetico. Non è raro, quindi, osservare sul ring atleti scherzosamente travestiti da mucche, pirati e cowboy, magari presenti in pedana contemporaneamente: oltre che ai classici scontri uno contro uno, infatti, è possibile assistere anche a “battaglie” combattute in coppia, così come a sfide completamente slegate tra di loro, ma disputate nello stesso momento. Come se non ci fosse nulla di più normale, verrebbe da dire. “Nel wrestling si fanno cose che in altri sport, compresa la lotta libera, non si possono nemmeno immaginare” ha ribadito Carlo Lenzoni (“Charlie Kid”), 31 anni, già campione italiano, nonché vincitore di un prestigioso titolo in Francia.


“Il tutto per lo spettacolo, che in pochi istanti si trasforma in un concentrato di adrenalina pura, tanto per il pubblico quanto per noi atleti: per i nostri sostenitori, con i quali noi lottatori riusciamo sempre a creare una forte interazione basata sul loro tifo, è fondamentale capire subito da quale parte schierarsi, come in una battaglia tra bene e male nella quale, naturalmente, deve essere il primo a vincere, possibilmente distruggendo l’avversario, ma senza cattiveria”.


Mentre Carlo, con i suoi 12 anni di esperienza sul ring, è ormai un “veterano” nella sezione lariana dell’Italian Championship Wrestling, il lecchese Matteo Anghileri (“Matt Mahoney”) è soltanto all’inizio della sua carriera sportiva: una carriera, come lui stesso ci ha spiegato, per la quale è fondamentale trovare fin da subito un proprio “indirizzo personale”, per potersi poi specializzare in una particolare mossa strategica o in una determinata acrobazia.

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Lo sa bene il 19enne Alberto Bernasconi che, come si può capire già dal suo nome d’arte, “Gravity”, non ha paura di volare in alto con i suoi salti, né tantomeno di cadere: del resto, è sempre stato abituato a farlo, dato che fino a un lustro fa ha praticato ginnastica artistica. “Sono sempre rimasto molto impressionato dagli incontri di wrestling che guardavo in TV, quindi a 14 anni ho deciso di provare” ci ha raccontato Alberto.


“In questo momento sto cercando di trovare il giusto equilibrio tra lo sport e il mio lavoro, impresa non facile, considerando la grande costanza necessaria per fare bene sul ring. Finora ho già avuto qualche occasione di confrontarmi con alcuni atleti stranieri, anche in Inghilterra, ma l’obiettivo per il prossimo futuro è quello di migliorarmi il più possibile e magari di gareggiare all’estero, per far vedere al mondo che anche noi italiani siamo in grado di difenderci alla grande nel wrestling, nonostante spesso nemmeno i nostri connazionali ci diano il giusto credito”.


Tutti i ragazzi (e le ragazze) dai 15 anni in su che fossero interessati a cimentarsi nel wrestling possono rivolgersi alla palestra di Mandello del Lario ogni martedì sera, giorno in cui gli atleti sono solitamente impegnati nella preparazione tecnica sul ring. Le foto sono state scattate da Giuseppe Cuozzo durante l’incontro disputato lo scorso sabato 18 novembre al Palazzetto dello Sport di Calolziocorte.
Benedetta Panzeri
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