Contenzioso sulla Lecco-Bergamo: a febbraio la decisione sul rilascio del cantiere. L'avvocato dell'azienda: disponibili da mesi

Una foto d'archivio dell'imbocco di Chiuso
Andato in scena questa mattina alla Sezione Specializzata Imprese del Tribunale di Milano il primo atto del procedimento giudiziario promosso dalla S.A.L.C. S.p.A, rappresentata dagli avvocati Davide Angelucci e Andrea Musenga, contro la Provincia di Lecco per l'annosa questione della Lecco-Bergamo.
Un'udienza certo interlocutoria questa, ma che è stata l'occasione per i legali di Villa Locatelli - gli avvocati Giuseppe Franco Ferrari e Carlo Granelli degli omonimi studi - per chiedere al giudice il rilascio del cantiere, al momento "chiuso" per volontà, a detta dell'Ente pubblico, dell'azienda. Gli avvocati hanno motivato l'urgenza di questa richiesta spiegando la situazione di disagio che vivono da mesi i cittadini di Chiuso e il rischio per la sicurezza che comporta lasciare "abbandonato" un cantiere del genere nel bel mezzo di un rione così frequentato.
Nessun problema per l'azienda che, come ci ha spiegato l'avvocato Davide Angelucci, più volte "ha manifestato, senza avere nessun riscontro da parte della Provincia, la sua completa disponibilità a riconsegnare il cantiere per consentire il proseguimento dei lavori", dal momento che per S.A.L.C. il mantenimento della situazione così com'è comporta solo dei costi di manutenzione e degli obblighi da adempiere per quanto riguarda la sicurezza. Questi i toni - secondo il legale dell'azienda - dell'ultima nota risalente al 17 gennaio: "Si coglie altresì l'occasione per rinnovare la richiesta di ripresa in consegna delle opere attesa l'assenza di avvenuto riscontro a tutte le precedenti sollecitazioni a riguardo intervenute con nota del 13 ottobre e del 27 novembre 2017" , chiedendo di riprendersi in carico il cantiere entro e non oltre il 31 gennaio. Una situazione dunque molto diversa da quella illustrata solo ieri sera - in occasione della riunione del consiglio provinciale - dal presidente della Provincia Flavio Polano e dal consigliere Mauro Galbusera.
C'è dunque la possibilità che la questione della riconsegna del cantiere venga archiviata anche prima della prossima udienza, fissata per il 28 febbraio, mentre il contenzioso proseguirà per le vie legali, a meno che le parti trovino un accordo, limitando non di poco le reciproche pretese. Da un lato infatti l'azienda chiede la risoluzione del contratto per colpa dell'amministrazione con tutte le conseguenze economiche previste dalla legge in questi casi; la Provincia dall'altro contesta integralmente la richiesta dell'azienda, chiedendo di risolvere il contratto per colpa dell'impresa, rivendicando indietro le somme che ha corrisposto per l'accordo bonario di due anni fa. Per stabilire chi ha ragione non resta che aspettare la sentenza di primo grado, "ci vorranno un paio di anni" ha ipotizzato Angelucci.
M.V.
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