Turismo enogastronomico: rilanciare il menu dei Promessi Sposi
Si parla sempre più di turismo enogastronomico italiano ed in tale settore, anche su base di recenti dati, stupisce lo scarso richiamo della Regione Lombardia, che si trova al 12° posto della classifica nazionale, nonostante la sua invidiabile offerta di terre elette, dove si può mangiare bene. Nell’anno corrente, dedicato alla valorizzazione del buon cibo italiano, anche l’Associazione Cuochi della provincia di Lecco sta predisponendo un apposito calendario di iniziative. A tale proposito si potrebbe suggerire un rilancio del menu dei Promessi Sposi, dei piatti descritti nel romanzo di Alessandro Manzoni.

Un salto nel tempo ci permette di ricostruire che la prima idea di piatti gastronomici manzoniani, da presentare ai turisti nelle località dei Promessi Sposi, risale al 1973, anno delle celebrazioni per il centenario della scomparsa di Alessandro Manzoni. Fra le novità dell’Azienda Turismo, allora presieduta da Nino Lupica, con direttore Emilio Longhi, venne inserito nel programma il menu dei Promessi Sposi.

L’iniziativa venne ripresa nel 1985, bicentenario della nascita dello scrittore, quando Comune di Lecco, Azienda Turismo, Centro di Studi Manzoniani, con il sostegno della Banca Popolare di Lecco, organizzarono l'apposito convivio “A cena con i Promessi Sposi”. Si tenne l’11 settembre 1985, al ristorante Larius sul lungolago. L’antipasto era con le alborelle del barcaiolo di Pescarenico, in carpione; seguiva il brodo di cappone della moglie del Sarto di Chiuso, con fette di pane; il secondo piatto era con doppia portata: i capponi di Agnese con erbe selvatiche della vigna di Renzo e lo stufato dell’oste della “Luna Piena” con polenta di Tonio. C’era poi lo stracchino della vecchia ostessa, prima dei fichi e delle pesche dei figli del Sarto. Il tutto era accompagnato da vini lariani e brianzoli. Erano scomparsi dal menu, rispetto al 1973, le polpette di don Abbondio che avevano incontrato consensi tra i buongustai.

Nella serata al Larius diversi oratori presero la parola per auspicare che i turisti su quel ramo del lago, sostando in ristoranti o trattorie, potessero sempre pranzare o cenare con i piatti menzionati nei Promessi Sposi. Fu voto augurale che rimase negli auspici, perché il menu è stato praticamente dimenticato.

Sarebbe pure da recuperare l’aperitivo dei Promessi Sposi, lanciato dopo un concorso organizzato dall’Unione Commercianti, con il presidente Giuseppe Crippa, in collaborazione con l’Associazione Pubblici Esercizi: era un aperitivo detto di Renzo e Lucia, da offrire nei bar e locali vari ai turisti. E’ stata sicuramente un'iniziativa lodevole, ma, purtroppo, anche quest’ultima velocemente dimenticata. L’Unione Commercianti, che lanciò l’idea del concorso, dovrebbe avere in archivio la ricetta del vincitore, tra i diversi aperitivi presentati dai barman partecipanti. Perché non renderla nuovamente attuale?

I commenti di questi giorni sull’ottimo cibo di Lombardia portano ad evidenziare che parecchi turisti ritengono il territorio adatto soltanto a coloro che cercano shopping o incontri di lavoro. Ma c’è anche parecchio d’altro!

Un salto nel tempo ci permette di ricostruire che la prima idea di piatti gastronomici manzoniani, da presentare ai turisti nelle località dei Promessi Sposi, risale al 1973, anno delle celebrazioni per il centenario della scomparsa di Alessandro Manzoni. Fra le novità dell’Azienda Turismo, allora presieduta da Nino Lupica, con direttore Emilio Longhi, venne inserito nel programma il menu dei Promessi Sposi.

L’iniziativa venne ripresa nel 1985, bicentenario della nascita dello scrittore, quando Comune di Lecco, Azienda Turismo, Centro di Studi Manzoniani, con il sostegno della Banca Popolare di Lecco, organizzarono l'apposito convivio “A cena con i Promessi Sposi”. Si tenne l’11 settembre 1985, al ristorante Larius sul lungolago. L’antipasto era con le alborelle del barcaiolo di Pescarenico, in carpione; seguiva il brodo di cappone della moglie del Sarto di Chiuso, con fette di pane; il secondo piatto era con doppia portata: i capponi di Agnese con erbe selvatiche della vigna di Renzo e lo stufato dell’oste della “Luna Piena” con polenta di Tonio. C’era poi lo stracchino della vecchia ostessa, prima dei fichi e delle pesche dei figli del Sarto. Il tutto era accompagnato da vini lariani e brianzoli. Erano scomparsi dal menu, rispetto al 1973, le polpette di don Abbondio che avevano incontrato consensi tra i buongustai.

Nella serata al Larius diversi oratori presero la parola per auspicare che i turisti su quel ramo del lago, sostando in ristoranti o trattorie, potessero sempre pranzare o cenare con i piatti menzionati nei Promessi Sposi. Fu voto augurale che rimase negli auspici, perché il menu è stato praticamente dimenticato.

Sarebbe pure da recuperare l’aperitivo dei Promessi Sposi, lanciato dopo un concorso organizzato dall’Unione Commercianti, con il presidente Giuseppe Crippa, in collaborazione con l’Associazione Pubblici Esercizi: era un aperitivo detto di Renzo e Lucia, da offrire nei bar e locali vari ai turisti. E’ stata sicuramente un'iniziativa lodevole, ma, purtroppo, anche quest’ultima velocemente dimenticata. L’Unione Commercianti, che lanciò l’idea del concorso, dovrebbe avere in archivio la ricetta del vincitore, tra i diversi aperitivi presentati dai barman partecipanti. Perché non renderla nuovamente attuale?

I commenti di questi giorni sull’ottimo cibo di Lombardia portano ad evidenziare che parecchi turisti ritengono il territorio adatto soltanto a coloro che cercano shopping o incontri di lavoro. Ma c’è anche parecchio d’altro!
A.B.