Calolzio: zuffa a scopo estorsivo all'interno di una discoteca, il PM chiede 4 condanne

Il Tribunale di Lecco
"L'istruttoria ha portato ad acquisire una serie di elementi che sostengono le accuse" ha asserito, citando le deposizioni dei testi e le immagini delle telecamere del circuito di videosorveglianza, il dr. Preteroti, applicato a Lecco solo per seguire i propri fascicoli collegiali dopo il trasferimento a Bergamo e in attesa dell'arrivo del proprio sostituto. "Si è trattato di un episodio brutto" ha poi aggiunto in un altro passaggio della propria requisitoria. "Non si può accettare che un avventore che sta bevendo un drink si veda aggredito per fatti terzi con violenza gratuita: ne va della libertà di godere in serenità del proprio tempo libero". Ritenendo così i quatto imputati "il braccio di un soggetto più grande di loro" e auspicando che quello in esame "sia l'ultimo episodio che li vede coinvolti", il PM ha tagliato corto, arrivando velocemente alla quantificazione della pena. Sintetici ma incisivi anche i legali che hanno evidenziato, ciascuno per la propria posizione, come, a loro giudizio, di contro, l'istruttoria dibattimentale non abbia portato a attribuire specifiche responsabilità a carico dei loro assistiti. Mannarino non avrebbe avuto alcun ruolo attivo così come Bava; Valsecchi non avrebbe nemmeno potuto vedere il "segnale" che avrebbe dato il via ai disordini e Caliò "non ha fatto assolutamente nulla" se non accompagnare fuori il nipote. Chiesta dunque la loro assoluzione.
Il 19 aprile la sentenza del collegio presieduto dal dr. Enrico Manzi con a latere i colleghi Salvatore Catalano e Nora Lisa Passoni.
