Ballabio: il fasciolo per la morte del piccolo Liam di nuovo al vaglio del giudice

Il giudice Paolo Salvatore e il
sostituto procurare Cinzia Citterio
L'udienza è fissata per domani, mercoledì 7 febbraio. Il Gup del Tribunale di Lecco potrà archiviare il fascicolo, come nuovamente richiesto dalla Procura, disporre ulteriori indagini oppure ancora, qualora ravvisi vi siano elementi per andare avanti, ordinare l'imputazione coatta. A distanza di due anni e mezzo dalla morte, nelle Aule del Palazzo di Giustizia di Corso Promessi Sposi, si tornerà a parlare della scomparsa del piccolo Liam, il bimbo di Ballabio Superiore spirato ad appena 28 giorni dalla nascita nell'ottobre del 2015. Già archiviata la posizione del medici che si occuparono - in momenti diversi - del bebè, portato in pronto soccorso in due occasioni, nel corso della sua brevissima esistenza, per le conseguenze patite a seguito di una brutta caduta dalla braccia della mamma. Il giudice per le udienze preliminari Paolo Salvatore nel dicembre 2016 aveva chiesto, di contro, al sostituto procuratore Cinzia Citterio, titolare del fascicolo, di scavare ulteriormente in relazione ai due giovani genitori del piccino, formalmente iscritti nel registro degli indagati con la pesante accusa di omicidio volontario. Sei i mesi di tempo concessi al PM per espletare nuova attività istruttoria. A dicembre 2017, dopo aver rianalizzato le consulenze richieste, incapaci di far luce su dettagli non propriamente irrilevanti, il magistrato aveva nuovamente concluso - seppur non a cuor leggero, avendo a che fare con la morte di un bambino circondata da un alone di mistero - per la reiterazione della richiesta di archiviazione. Il giudice, tecnicamente, avrebbe potuto darvi seguito senza fissare una nuova udienza. E invece, domani, vi sarà un altro passaggio in camera di consiglio.
Liam ha visto luce il 17 settembre 2015 al Manzoni di Lecco. Proprio da quella medesima struttura il piccolo era stato dimesso soltanto tre giorni prima del decesso, constatato poco prima delle 8 del mattino del 15 ottobre: il ricovero era durato 6 giorni e aveva fatto seguito ad un primo accesso - di appena 48 ore - all'inizio del mese. Parrebbe infatti che il bimbo, come già accennato, il primo ottobre sia stato vittima di una caduta accidentale. Rovinato a terra in malo modo sarebbe stato portato in ospedale dai genitori e trattenuto in osservazione fino al 3. A tre giorni di distanza la comparsa di quelli che vengono descritti come "rigonfiamenti" sulla testolina del bambino, avrebbero spinto mamma e papà a tornare al Manzoni per chiedere un ulteriore consulto a cui avrebbe fatto seguito il secondo ricovero, protrattosi - questa volta - più giorni, fino al 12. Il 15, del tutto inatteso, nella modesta ma accogliente abitazione di famiglia, l'ultimo respiro esalato probabilmente prima ancora che la sua mamma gli si avvicinasse pronta ad allattarlo, di buon mattino, al termine di una silenziosa agonia. Soffocamento, la causa del decesso stabilita dal pool di camici bianchi incaricati dalla Procura dell'esame autoptico. Quando, come e - eventualmente - ad opera di chi non parrebbe essere non essere stato chiarito. Da qui la richiesta di archiviazione a firma del sostituto procuratore Citterio, affiancata dal capo Antonio Angelo Chiappani. L'ultima parola al dr. Salvatore.
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