Lecco: funziona la pizzeria della Legalità. 2.000 clienti al mese per Fiore, nel primo anno d'attività

Ad un anno dal taglio della prima pizza, alla presenza del presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni che, in una precedente visita si era augurato di poter assaporare la Margherita inaugurale in concomitanza di EXPO 2015 dovendo poi attendere giusto un attimino di più, è tempo di bilanci per "Fiore. Cucina in libertà". La seduta dalla commissione III "Politiche sociali" di ieri, giovedì 22 marzo, è così stata interamente dedicata alla rendicontazione dei primi 12 mesi di attività della pizzeria innestata all'interno della ex Wall Street, il covo del boss Franco Coco Trovato confiscato all'esito della prima, omonima, grande inchiesta sull'infiltrazione mafiosa in città. Di sette pagine la relazione sottoposta ai consiglieri presenti con i capisaldi ripercorsi poi da Thomas Emmenegger, presidente de La Fabbrica di Olinda, cooperativa sociale milanese con sede nell'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini assegnataria dell'immobile in associazione con Arci Lecco e Auser Filo d'argento, realtà rappresentante rispettivamente al tavolo da Davide Ronzani e Giorgio Mazzoleni intervenuti invece per dettagliare le iniziative promosse all'intero di uno spazio in cui il profumo della cucina vuole fondersi con l'aroma della cultura e, ovviamente, il gusto della legalità.

Il taglio della prima pizza con il governatore Maroni

"I lecchesi sono fantastici: c'è stata una risposta talmente positiva e un modo di accompagnare questo progetto che mi hanno sorpreso. Lavoriamo tantissimo e abbiamo buoni risultati economici. Abbiamo fatto grandi investimenti iniziali come Fabbrica di Olinda per un ammontare complessivo di 300.000 euro, di cui 200.000  provenienti da bandi che abbiamo vinto e 100.000 a carico della cooperativa sociale che deve ora ammortizzare i pagamenti. Abbiamo trasformato lo spazio in uno spazio elegante, senza però esagerare. Grande attenzione è stata riservata ai dettagli nella scelta di bicchieri, posate, arredamento (su misura), acustica, layout della cucina (molto funzionale) con tutta l'area della pizzeria portata al pian terreno davanti all'ingresso per essere immediatamente visibile a chi entra nel locale. Ad oggi assunto 8 persone, tutte del lecchese. 6 sono giovanissime e hanno un'enorme fame di crescere" ha sostenuto, ricordando anche la collaborazione attività per dare una possibilità a soggetti svantaggiati, sia per l'inserimento in pianta organica sia per tirocini da svolgere tra i tavoli di Fiore per sviluppare poi competenze da spendere nel mondo del lavoro. "Abbiamo investito tantissimo in formazione attraverso i nostri quadri della cooperativa da Milano ma anche attraverso specialisti fatti venire ad hoc" ha evidenziato altresì Emmenegger elevando ad esempio il corso a cui il pizzaiolo ha partecipato per la preparazione degli impasti e una prossima iniziativa analoga dedicata invece ai dolci.

Thomas Emmenegger

"Siamo aperti da martedì a domenica la sera e sabato e domenica anche a pranzo" ha proseguito il presidente spiegando come le 110 sedute a disposizione nel fine settimana non sia sufficienti ad accontentare tutta la clientela, obbligando all'istituzione di due turni per il servizio serale.
2.000 in media - stando alla relazione somministrata ai consiglieri - i clienti ogni mese, con un ricavo netto medio di 37.711 euro che permette "di sostenere i costi dell'esercizio compreso l'ammortamento delle spese straordinarie e gli investimenti in formazione intensiva del personale". 18.8 euro, invece, la spesa media pro-capite. "Nonostante la qualità molto alta e l'attenzione alla materie prime si spende relativamente poco" ha sostenuto Emmenegger, ricordando altresì i giudizi positivi espressi dalla clientela sia su Fb sia su Tripadvisor, strumenti che alle volte finiscono per stroncare delle attività.

Principalmente suddivisibili in due maxi-categorie, invece, le iniziativi culturali proposte tra le mura e nello spazio antistante Fiore: gli eventi collegati al tema dell'antimafia sociale, tra i quali spicca il Legalitour che ha fatto fare, in un solo anno, tappa al ristorante a ben 450 studenti nonché gli eventi in collaborazione con altri soggetti che stanno cominciando a prendere piede, variegando ulteriormente l'offerta curata da Arci e Auser a braccetto con Libera, associazione che, oltre a farsi promotrice della rinascita dell'ex Wall Street ha in questi mesi "supportato benissimo il locale" come asserito da Giorgio Mazzoleni ricordando come, proprio con il coordinamento locale dell'Associazione di don Ciotti, si stia "tentando di dare un valore, un senso, al sotterraneo della pizzeria, quello che un tempo era il vero covo: non per creare un museo ma per creare un altro snodo di quello che è il Legalitour, un luogo che serva per testimoniare ai ragazzi cos'è la legalità".

Tutto da interpretare, infine, l'ultimo dato portato all'attenzione della commissione da Paolo dell'Oro della Fondazione comunitaria Lecchese, in relazione al fondo istituito a giugno 2016 per sostenere la "riconversione" del bene confiscato alla mafia. 31.747 gli euro complessivamente raccolti in poco meno di due anni, derivanti da 44 donazioni di cui 8 da parte di aziende, 4 da enti no profit, una da una scuola e le restanti da privati cittadini. Di tale somma, 30.000 euro sono stati spesi quali contributo dell'acquisto dell'arredo. "Si possono tratte considerazioni differenti: secondo me sono cifre significative" ha sostenuto il rappresentante della Fondazione che ha però portato l'attenzione sul futuro di tale fondo. "La scelta è se mantenerlo vivo, alimentarlo e dandosi obiettivi ulteriori oppure andare serenamente verso la chiusura dello stesso. Mantenerlo aperto - ha aggiunto - richiede energie", evidenziando come ovviamente i soldi non arrivino da soli ma debbano essere cercati attraverso iniziative di promozione e sostegno.
Soddisfatti del primo anno di attività di Fiore si sono detti i dem Gattari (che ha parlano della pizzeria come di "una delle esperienze più belle per la città di Lecco" e di un "modello di cui possiamo andare orgogliosi") e Biagi (definendo l'ex Wall Street "un elemento di rottura dirompente") nonché Anghileri (pur sottolineando come l'invito a non politicizzare quel luogo non sia stato rispettato proprio da tutti e affermando così "o è per tutti o per nessuno"). La chiosa in assenza di altri interventi è spettata al presidente Fusi che ha ricordato la risposta datale personalmente alla cassa da una giovane cameriera: "le persone qui devono tornare perché si sono trovate bene".
A.M.
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