Lecco: a Palazzo Belgioioso una ''mostra'' guidata sulla resistenza e le lotte partigiane
Piena soddisfazione per quanti hanno deciso di sfruttare questo 25 aprile come occasione per potersi riavvicinare alla storia della liberazione italiana e su come questa si sia sviluppata sul nostro territorio. L'occasione migliore è giunta dalla visita guidata al museo di storia in Palazzo Belgioioso, sede anche del planetario cittadino e dei musei archeologico e naturalistico di Lecco.
Il museo di storia vanta una collezione stabile che copre il periodo dal 1943 al 1945 del territorio tra Lecco e la Valsassina visitabile tutto l'anno, ma che solo oggi è stata resa gratuita in occasione del 73esimo anniversario della liberazione. A fare da guide Maddalena Arrighini e Luca McAll, due collaboratori tirocinanti del polo museale di Lecco che hanno lavorato alla presentazione della collezione e contribuito alla cura dei nuovi espositori. Nella loro narrazione sono stati aiutati dal nuovo "totem" introdotto nel museo: uno schermo touch-screen che mostra materiale multimediale e d'archivio ai visitatori, per arricchirne la conoscenza mentre visitano le sale museali. Maddalena Arrighini è una dottoressa in storia e divulgazione storica, che ha già collaborato con i musei bresciani e la reggia di Caserta. Oggi sta lavorando nel polo lecchese in un progetto di scambio e unione fra le realtà culturali regionali. Luca McAll, laureando in lingue di origine italo-irlandese si è occupato della digitalizzazione dell'archivio storico del museo, oltre che della traduzione in inglese, in un piano di promozione del museo e del territorio lecchese per l'estero.
L'esposizione, guidata dalla Arrighini, con McAll che controllava il totem, è stata intitolata "Lecco e il suo territorio nel 1943-1945: storie di soggetti resistenti", poiché si è concentrata sugli ultimi due anni del secondo conflitto mondiale, che ha coinciso con la nascita a Lecco delle prime milizie partigiane a seguito del crollo del governo fascista del 25 luglio 1943. Quello che ha distinto questa mostra da una semplice visita senza guida è essenzialmente l'organicità del discorso presentato dalla Arrighini, che ha accompagnato i visitatori in un processo storico ordinato, diviso in piccole categorie tematiche, portandoli da una teca all'altra delle sale, mostrando e spiegando ogni documento, ogni giornale e ogni fondamentale traccia di cosa hanno vissuto i nostri concittadini nell'ultima fase della guerra. Il quadro che è stato fatto di Lecco è quello di una città che ha saputo combattere e opporsi agli abusi. Una città nella quale i suoi abitanti hanno dimostrato forte spirito di solidarietà e determinazione nel voler riconquistare il proprio territorio e la propria dignità. Determinazione che ha fatto meritare alla città di Lecco la "medaglia d'argento al valor militare per l'attività partigiana" conferita nel 1974. Su carte e mappe le guide hanno mostrato i luoghi dove si sono consumate tragedie, fucilazioni, puinizioni sommarie, abusi. I due curatori hanno mostrato col totem la distribuzione degli avamposti nazisti, delle camice nere e dei partigiani sul nostro territorio, mostrando come anche il pizzo d'Erna, l'Edmondo de Amicis o la Fiocchi siano state al centro degli scontri che hanno visto i lecchesi protagonisti anche di grandi azioni. Molti i personaggi presentati da Arrighini e McCall, come le quattro sorelle Villa, prime "matrone" ad aiutare e a indirizzare soldati stranieri in fuga dai nazisti sulle nostre montagne, poi tutte punite e incarcerate.
Arrighini ha una specializzazione legata al ruolo delle donne nella storia della liberazione e della resistenza e si è soffermata giustamente sull'importanza del ricordare il ruolo che hanno avuto molte donne durante il conflitto, quasi nessuna delle quali ha visto riconoscere i propri meriti se non dopo molti anni, per via della mentalità italiana del tempo, che non poteva sopportare un sovvertimento dei ruoli di genere tra uomo e donna. Due altri personaggi importanti sono stati i coniugi Gaetano Invernizzi e Vera Ciceri, dirigenti lecchesi del Partito Comunista, che tornati da un esilio in Francia hanno provato a opporsi al regime fascista prima anche dell'ingresso dell'Italia in guerra, per difendere i loro ideali socialisti. E' stato anche ricordato il ruolo della chiesa nella resistenza, sottolineato da una clip del capolavoro neorealista di Rossellini del 1945, mostrata sul totem. I parroci, che potevano muoversi più liberamente dei comuni cittadini in un paese pieno di spie naziste e fasciste, si sono occupati di portare messaggi e aiuto ai partigiani, oltre che di fornire loro sostegno morale durante la lotta contro fascisti e nazisti. Tante le storie raccontate. Ma soprattutto la mostra ha creato il "clima" dell'epoca, tra fame per le razioni ridotte di cibo, la paura, l'umiliazione di lavorare sotto l'occhio crudele di guardie armate. Sicuramente il museo ha inserito con il totem uno strumento interessante e affascinante per i suoi ospiti e i nuovi pannelli, tra cui quello sulla medaglia d'argento hanno attirato l'attenzione dei visitatori.
Il museo di storia vanta una collezione stabile che copre il periodo dal 1943 al 1945 del territorio tra Lecco e la Valsassina visitabile tutto l'anno, ma che solo oggi è stata resa gratuita in occasione del 73esimo anniversario della liberazione. A fare da guide Maddalena Arrighini e Luca McAll, due collaboratori tirocinanti del polo museale di Lecco che hanno lavorato alla presentazione della collezione e contribuito alla cura dei nuovi espositori. Nella loro narrazione sono stati aiutati dal nuovo "totem" introdotto nel museo: uno schermo touch-screen che mostra materiale multimediale e d'archivio ai visitatori, per arricchirne la conoscenza mentre visitano le sale museali. Maddalena Arrighini è una dottoressa in storia e divulgazione storica, che ha già collaborato con i musei bresciani e la reggia di Caserta. Oggi sta lavorando nel polo lecchese in un progetto di scambio e unione fra le realtà culturali regionali. Luca McAll, laureando in lingue di origine italo-irlandese si è occupato della digitalizzazione dell'archivio storico del museo, oltre che della traduzione in inglese, in un piano di promozione del museo e del territorio lecchese per l'estero.
L'esposizione, guidata dalla Arrighini, con McAll che controllava il totem, è stata intitolata "Lecco e il suo territorio nel 1943-1945: storie di soggetti resistenti", poiché si è concentrata sugli ultimi due anni del secondo conflitto mondiale, che ha coinciso con la nascita a Lecco delle prime milizie partigiane a seguito del crollo del governo fascista del 25 luglio 1943. Quello che ha distinto questa mostra da una semplice visita senza guida è essenzialmente l'organicità del discorso presentato dalla Arrighini, che ha accompagnato i visitatori in un processo storico ordinato, diviso in piccole categorie tematiche, portandoli da una teca all'altra delle sale, mostrando e spiegando ogni documento, ogni giornale e ogni fondamentale traccia di cosa hanno vissuto i nostri concittadini nell'ultima fase della guerra. Il quadro che è stato fatto di Lecco è quello di una città che ha saputo combattere e opporsi agli abusi. Una città nella quale i suoi abitanti hanno dimostrato forte spirito di solidarietà e determinazione nel voler riconquistare il proprio territorio e la propria dignità. Determinazione che ha fatto meritare alla città di Lecco la "medaglia d'argento al valor militare per l'attività partigiana" conferita nel 1974. Su carte e mappe le guide hanno mostrato i luoghi dove si sono consumate tragedie, fucilazioni, puinizioni sommarie, abusi. I due curatori hanno mostrato col totem la distribuzione degli avamposti nazisti, delle camice nere e dei partigiani sul nostro territorio, mostrando come anche il pizzo d'Erna, l'Edmondo de Amicis o la Fiocchi siano state al centro degli scontri che hanno visto i lecchesi protagonisti anche di grandi azioni. Molti i personaggi presentati da Arrighini e McCall, come le quattro sorelle Villa, prime "matrone" ad aiutare e a indirizzare soldati stranieri in fuga dai nazisti sulle nostre montagne, poi tutte punite e incarcerate.
Arrighini ha una specializzazione legata al ruolo delle donne nella storia della liberazione e della resistenza e si è soffermata giustamente sull'importanza del ricordare il ruolo che hanno avuto molte donne durante il conflitto, quasi nessuna delle quali ha visto riconoscere i propri meriti se non dopo molti anni, per via della mentalità italiana del tempo, che non poteva sopportare un sovvertimento dei ruoli di genere tra uomo e donna. Due altri personaggi importanti sono stati i coniugi Gaetano Invernizzi e Vera Ciceri, dirigenti lecchesi del Partito Comunista, che tornati da un esilio in Francia hanno provato a opporsi al regime fascista prima anche dell'ingresso dell'Italia in guerra, per difendere i loro ideali socialisti. E' stato anche ricordato il ruolo della chiesa nella resistenza, sottolineato da una clip del capolavoro neorealista di Rossellini del 1945, mostrata sul totem. I parroci, che potevano muoversi più liberamente dei comuni cittadini in un paese pieno di spie naziste e fasciste, si sono occupati di portare messaggi e aiuto ai partigiani, oltre che di fornire loro sostegno morale durante la lotta contro fascisti e nazisti. Tante le storie raccontate. Ma soprattutto la mostra ha creato il "clima" dell'epoca, tra fame per le razioni ridotte di cibo, la paura, l'umiliazione di lavorare sotto l'occhio crudele di guardie armate. Sicuramente il museo ha inserito con il totem uno strumento interessante e affascinante per i suoi ospiti e i nuovi pannelli, tra cui quello sulla medaglia d'argento hanno attirato l'attenzione dei visitatori.
Riccardo Gilardi