Lecco: al fotografo Doisneau e alla pittura lombarda dedicate le prime grandi mostre

A Robert Doisneau e alla Pittura lombarda dell'Ottocento sono dedicate le due prime "grandi mostre" che verranno allestite quest'anno a Palazzo delle Paure grande alla collaborazione con ViDi, la società che si è aggiudicata l'appalto per l'organizzazione di due importanti esposizioni all'anno fino al 2020.
La mostra di Robert Doisneau, esposta dal 23 giugno al 30 settembre 2018, porta il titolo "Pescatore d'immagini" e comprende 70 immagini in bianco e nero che ripercorrono l'universo creativo di uno dei fotografi più importanti e celebrati del Novecento. "Doisneau è un fotografo che sta avendo un nuovo grande riconoscimento di pubblico anche dai giovanissimi e dagli adolescenti - spiega il curatore Piero Pozzi - Il suo modo di lavorare lento e paziente insegna che bisogna dare importanza sguardo, alla capacità di cogliere il bello e di valorizzare la realtà che c'è attorno".


La mostra darà divisa in sezioni, una dedicata ai bambini, una a Parigi, una sui fidanzati e una sul gioco di sguardi e comprende alcune delle icone più riconoscibili della carriera del fotografo come Le Baiser de l'Hôtel de Ville, Les pains de Picasso, Prévert au guéridon.
Dopo la fotografia è il tempo della pittura: dal 20 ottobre al 20 gennaio del 2019 sarà la volta dell'esposizione dal titolo "L'Ottocento lombardo". "L'ottocento nel grande pubblico riporta all'idea della Francia e degli impressionisti, come se l'Italia non avesse un Ottocento - racconta Simona Bartolena, curatrice del lavoro - E l'Ottocento lombardo è ancora più dimenticato ma ha un suo interesse profondo e la mostra vuole riportare l'attenzione sulle anime più ribelli e rivoluzionarie dal romanticismo fino al divisionismo, indagando sia il cambiamento stilistico di quegli anni, sia la società e la storia della Lombardia del XIX secolo. Per questo la mostra avrà un andamento sia storico-artistico sia tematico, proponendo un viaggio esplorativo nella pittura e, più in generale, nella cultura della Lombardia del XIX secolo".
Dalla stagione romantica, passando per le esperienze risorgimentali e le ribellioni scapigliate, il percorso approda all'impegno sociale delle generazioni di fine secolo e alla ricerca divisionista. Ad eccezione di alcuni grandi nomi che hanno già conosciuto la loro importante riscoperta (quali Francesco Hayez), la maggior parte degli artisti è ancora tutta da raccontare. L'esposizione, dunque, offrirà l'opportunità di scoprire un universo dinamico e sorprendente, artisticamente e intellettualmente molto raffinato e sperimentale, e di indagare la società italiana del tempo, tra certezze e contraddizioni. Pur tenendo come cardine la scena milanese - in particolare il magistero dell'Accademia di Brera - la mostra indagherà con attenzione anche la situazione delle altre provincie lombarde e le aree più periferiche e provinciali.


Si comincia con Francesco Hayez, maestro e modello di intere generazioni di pittori, insieme al quale saranno esposte le opere di alcuni pittori che da lui presero insegnamento per il proprio percorso e quelle di maestri a lui contemporanei, come Giuseppe Diotti, Giacomo Trecourt, Massimo d'Azeglio e Giuseppe Molteni. Un'attenzione particolare sarà riservata all'iconografia manzoniana e una sezione a se stante sarà dedicata ai vedutisti e ai "prospettici" della prima del secolo (da Migliara a Inganni). Il percorso passa poi al periodo delle Guerre di Indipendenza, con opere dedicate alle tematiche risorgimentali con particolare attenzione a Gerolamo e Domenico Induno. La personalità di Giovanni Carnovali detto il Piccio introduce al sensibile cambio di rotta della seconda metà del secolo. Il Piccio è un artista fondamentale per la nascita delle ricerche di artisti quali Federico Faruffini e Tranquillo Cremona. Il primo, uomo tormentato e irrisolto, aprirà le porte a moderne interpretazioni della pittura storicista e letteraria; il secondo, con Daniele Ranzoni e Giuseppe Grandi, fonderà la Scapigliatura, movimento che si espresse tanto in letteratura quanto nelle arti visive.


Con la Scapigliatura ci spostiamo, dunque, nella seconda metà del secolo, quando in Lombardia raccoglie grande fortuna anche il genere del paesaggio: le campagne brianzole, le vette alpine e le suggestive acque dei laghi. A chiudere la mostra il verismo sociale che in Lombardia conobbe una stagione importante e consistente con Longoni, Sottocornola, Morbelli e il Divisionismo, da Segantini a Previati.
M.V.
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