
L'ingresso del Tribunale di Lecco
E' stato assolto. Ma non lo saprà mai. Luca Cigolini, ex gestore del ristorante Malpensata, sul lungolago cittadino, a processo per bancarotta fraudolenta in relazione al crac dell'omonima impresa, è mancato improvvisamente a soli 53 anni domenica 3 giugno per le conseguenze di una brutta caduta patita il giorno precedente durante un'uscita in moto con alcuni amici sulle strade della Garfagnana. La notizie non aveva ancora raggiunto il suo legale, l'avvocato Antonio Caminiti, quando quest'ultimo giovedì scorso si è presentato dinnanzi al collegio giudicante del Tribunale di Lecco per la lettura del dispositivo della sentenza all'esito dell'istruttoria dibattimentale a carico dello sfortunato ristoratore, originario del milanese e da tempo stabilmente residente negli Stati Uniti d'America come aveva avuto modo di raccontare qualche settimana fa in Aula, sottoponendosi ad esame per respingere le accuse mosse nei suoi confronti. Tacciato, quale amministratore di fatto della srl - poi fallita nel 2013 - di aver distratto delle somme di denaro, Cigolini aveva spiegato di essere subentrato ad altro soggetto nella compagine societaria, investendo 50.000 euro ottenuti in prestito dall'ex consorte per il rilancio del ristorante. Non solo quel gruzzoletto si sarebbe volatizzato - secondo la sua ricostruzione - per il pagamento di debiti pregressi maturati dal socio amministratore ma quest'ultimo non lo avrebbe nemmeno messo nelle condizioni di gestire il "quotidiano" dell'attività, non potendo accedere i conti della Malpensata per pagare fornitori e dipendenti. Per ovviare il problema, Cigolini si sarebbe barcamenato, aprendo un conto parallelo rispetto a quello della società e cercando di far fronte - anche in nero - con i contanti alle spese, comprese quelle per i lavoratori che lo affiancavano. Non avrebbe però - aveva chiaramente detto - trattenuto per sé nulla, per non riuscendo a mettere insieme il pranzo con la cena e dunque nemmeno a ripianare il debito maturato verso la ex moglie. Una versione, quella resa in Tribunale, che si è rivelata convincente con lo stesso sostituto procuratore che, chiuso il dibattimento, aveva chiesto l'assoluzione dell'uomo. Assoluzione poi effettivamente accordata dal collegio giudicante, tre giorni dopo la prematura scomparsa del 53enne, scivolato mentre in sella alla sua Bmw transitava da Camporgiano verso Castelnuovo Garfagnana ed andato a sbattere violentemente contro il muro esterno di una abitazione. A nulla sono valsi i soccorsi. E' spirato in ospedale, senza poter vedersi riconoscere innocente dopo tanta sofferenza per un'avventura imprenditoriale naufragata, trascinando con sé anche gli affetti.
A.M.