Lecco, l'ultimo saluto al 21enne Alex Crippa con le parole della mamma e degli amici: 'volevi spaccare il mondo, ora sei un angelo'
“Una sola esistenza non ti sarebbe comunque bastata perché tu, Alex, volevi spaccare il mondo: la nostra vita non sarà più la stessa, ma grazie a te altre persone, altre famiglie avranno un futuro migliore. Noi, invece, d’ora in avanti avremo un angelo che veglierà sempre su di noi”.

Alex Crippa
È stata la mamma, con un’incredibile forza d’animo, a voler salutare per ultima Alex Crippa, il 21enne lecchese venuto prematuramente a mancare per le gravi conseguenze di un incidente patito nella notte tra venerdì e sabato mentre stava percorrendo a bordo di una Polo, insieme a un amico, la vecchia strada che conduce a Ballabio, nei pressi del Ristorante “Villa dei Pini”: uno schianto fatale, che non gli ha lasciato scampo.

Nella giornata di domenica Alex è volato in cielo: nel momento del dolore più grande, i suoi genitori hanno acconsentito al prelievo dei suoi organi, effettuato all’Ospedale Manzoni di Lecco con l’espianto di cuore, fegato, polmoni, pancreas e cornee, in un ultimo, disperato gesto di generosità e di speranza. In tantissimi, nella mattinata odierna, si sono radunati sul campo esterno dell’Oratorio di Laorca, dove è stato celebrato il suo funerale: ex studente dell’Istituto Bertacchi e residente nel rione di Belledo, il 21enne militava infatti in una delle formazioni calcistiche della “Lecco Alta”, con la quale era solito allenarsi proprio in quella splendida cornice circondata dalle montagne che oggi ha ospitato le sue esequie.

“Vorrei lasciare a tutti voi tre messaggi” ha esordito don Andrea Bellani, parroco del quartiere in cui il giovane abitava insieme alla sua famiglia. “In questo momento il nostro cuore è pieno di dolore e di lacrime, lacrime che però puliranno i nostri occhi, aiutandoci a vedere che cosa resta di prezioso dopo questa perdita. La bara di Alex sarà custodita dalla terra e porterà su di sé le firme di tutti coloro che gli hanno voluto bene, in segno di amicizia e di affetto. Sono proprio questi ultimi i doni che ci ha lasciato e che non resteranno nel passato, ma porteranno frutti. Infine, vorrei ricordare a tutti voi che le lacrime non sono per sempre, perché Dio le asciugherà: mi rendo conto che queste parole rischiano di ferire, perché ora, dopo il tramonto di una giovane vita, vediamo solo buio davanti a noi. Non è così: all’orizzonte c’è già un’aurora che ci promette che non sarà la morte ad avere l’ultima parola. L’amore è più forte e tenace di lei”.

Don Andrea e don Claudio

“Hai sempre voluto fare tutto prima degli altri, fin da quanto ti è spuntato il primo dentino e hai mosso i tuoi primi passi” il ricordo commosso della mamma di Alex. “Volevi fare talmente tante cose che una sola vita non ti sarebbe bastata: eri irrequieto e un po’ pazzo, ma soprattutto pieno di amore e di entusiasmo: volevi spaccare il mondo, e soltanto ora ho capito quanto eri simile a me. Eri sorridente, educato, generoso e altruista, e lo sei stato fino alla fine: hai donato agli altri tutto quello che hai potuto, così da riuscire ad appropriarti di altre vite per continuare a percorrere la tua strada. La nostra esistenza non sarà più la stessa, ma d’ora in avanti avremo un angelo che veglierà su di noi. E ora mi rivolgo a voi, ragazzi, che in questi giorni ci avete mostrato la vostra vicinanza con un abbraccio, una carezza, una parola di conforto: pregate per noi e per tutte le persone che hanno ricevuto un dono da Alex, affinché tutto possa andare per il meglio. E non dimenticatevi di noi: la nostra casa sarà sempre aperta per voi, vi aspettiamo in qualsiasi momento per un saluto, un caffè o una birra, ma anche per scegliere un suo ricordo, da portare con voi. Non sprecate mai la vostra vita, perché ormai avete capito da soli quanto può essere breve”.
Nel frattempo, nel corso della liturgia, alcuni amici di Alex hanno appeso sui balconi dell’Oratorio due enormi striscioni bianchi, riportanti il testo di una canzone in spagnolo e il “33”, il suo numero di maglia calcistica. Ai piedi della bara, invece, tante fotografie, un casco, un pallone, una coppa e tanti cimeli sportivi, la più chiara testimonianza di una giovane vita ricca di spensieratezza, allegria e speranza in un futuro da condividere con tanti amici e persone care.

“Fratello mio, sei l’amore fatto persona” ha poi aggiunto l’amico Nicola. “Mi hai insegnato sempre tanto, da te ho imparato a guardare il mondo così com’è e a sorridere di fronte a tutto: sei l’unico che è sempre rimasto al mio fianco, senza paura di dirmi quando stavo sbagliando, con la spontaneità e la sincerità che ti caratterizzavano. Ti piaceva vivere in maniera un po’ spericolata, ma eri fatto così, era impossibile cambiarti. Ora sarai il sole che mi scalderà il cuore”.

“Con te non c’erano mai vie di mezzo” la chiosa finale di un’amica, che ha preso la parola anche a nome di tanti coetanei che le si sono assiepati intorno, in un grande abbraccio. “Eri un matto, ma paradossalmente eri anche la bontà fatta persona, con il tuo cuore enorme: eri trasparente, pieno di vita e non ti ponevi mai limiti. Riuscivi sempre a distinguerti – e a farci “dannare” – per la tua testardaggine: volevi sempre avere l’ultima parola, con la tua straordinaria leggerezza che però non si trasformava mai in superficialità. Con il tuo “33” sulle spalle eri unico: sapevi sempre come sorprenderci, e purtroppo l’hai fatto anche questa volta. Volevi spaccare il mondo, e ora avrai un intero cielo per te. Ciao Alex, per sempre tuoi, per sempre nostro”.

B.P.