Lecco, tolta la 'foresta' intorno alla casa di via Valsassina: sentiremo suonare il pianoforte?

La casa di via Valsassina
Un provvidenziale, quanto benemerito, intervento dei vigili del fuoco del comando di Lecco, ha permesso di ripulire dalla “foresta” il vecchio edificio collocato lungo via Valsassina, in località Ponte Gallina, sul tracciato della provinciale Lecco-Ballabio. L’intervento operato d’urgenza dei pompieri per scongiurare pericoli ha cancellato intorno alla costruzione quella cornice di rami e di selve che, praticamente, nascondevano la casa. Ora è possibile notare il terrazzo del primo piano e parte della facciata dell’edificio collocato in una posizione di difficile sguardo per coloro che transitano in auto in un tratto di veloce scorrimento con la deviazione verso via Paolo VI, che porta alla parte alta del vecchio nucleo di Laorca. Nel tratto antistante la casa, circondata da fitta vegetazione, si apre poi il “cannocchiale” panoramico verso il sovrastante, antico lavatoio, all’inizio del sentiero verso la Val Calolden ed ai margini dell’antico tracciato che porta all’attuale frazione di Pomedo, un tempo baluardo fortificato, passaggio obbligato nei collegamenti con la Valsassina.
L’edificio ora ripulito dal verde straripante, ha sempre conservato “ombre” di memorie e di storie a livello popolare di incerto richiamo. L’ultima denominazione è stata quella di “casa dei negri”, quando, qualche decennio fa, il Comune di Lecco assegnò i locali come abitazione ad un gruppo di provenienti dall’Africa. E’ stato un soggiorno durato poco, per evidenti difficoltà di vario tipo, ad iniziare da una penetrante umidità che giunge dalla parete sovrastante, con infiltrazioni di acqua piovana. Non sono mancate nel tempo storie e leggende intorno alla casa, che per alcuni, nelle ore della notte, registrava la presenza di strane luci all’interno dei locali dell’ultimo piano, fiammelle passeggere e vaganti, quasi portate da spiriti o da altri personaggi tenebrosi e circondate da gemiti e singhiozzi.
 Le stesse origini della casa sono accompagnate da racconti diversi e contrastanti, da quelli che si voleva a suo tempo realizzare una locanda di sosta e di riposo sulla vecchia Lecco-Ballabio, a quella di una quasi signorile residenza, come oggi potrebbe far credere il balcone al primo piano, in una località temperata nella stagione estiva dal Montiv, il vento che scende la sera dalla Val Calolden, con brezze di frescura, quanto mai cercata in questi ultimi giorni torridi d’estate.
Voci che torneranno a circolare, dopo che l’edificio è stato tolto dalla sua “sepoltura” tra il verde rigoglioso. Si potranno forse sapere nuove versioni e nuovi ricordi, affidati alla memoria tramandata dagli avi. Certo è che anche qualche anno fa, quando si parlava a Laorca, magari leggendo sul giornale, che la villa De Vecchi di Cortenova era sempre più abbandonata e cadente e che nella notte vi entravano anche i fantasmi per suonare il pianoforte, qualcuno diceva “Anche noi a Laorca abbiamo una quasi villa abbandonata …”
Chissà se ora, tolto il verde ingombrante ed assediante, capiterà di ascoltare qualche suono di pianoforte nel cuore della notte, quando la luna, traballante tra le nuvole, disegna strane ombre sulla facciata della casa a Ponte Gallina.
A.B.
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