Mandello: la comunità si stringe nel saluto a don Pietro e padre Massimiliano, in partenza

Al centro don Pietro e don Massimiliano fra gli altri sacerdoti della comunità

Quella di oggi è stata una giornata importante per la comunità pastorale di Mandello, che ha salutato, unita, i suoi due sacerdoti in partenza - don Pietro Mitta e il vicario Padre Massimiliano Taroni - con un'ultima messa celebrata nella parrocchia del Sacro Cuore insieme anche agli altri sacerdoti delle chiese di Olcio, Somana, San Lorenzo.
La Diocesi di Como aveva annunciato lo scorso maggio il nuovo incarico dei due religiosi che presteranno servizio presso la parrocchia di San Fedele nella città lariana e verranno sostituiti alla guida delle realtà parrocchiali mandellesi da un nuovo vicario e da Monsignor Giuliano Zanotta.

La messa è iniziata alle 11 con l'ingresso dei sacerdoti in processione, con don Pietro e don Massimiliano sul fondo, accolti dai fedeli da saluti e gesti d'affetto lungo tutto il tragitto lungo la navata verso l'altare.
Nel corso dell'omelia entrambi hanno fatto riferimento alla prima lettura dal Vangelo secondo Marco, dal passo in cui Gesù, dopo aver chiesto ai discepoli chi credesse lui fosse ed avergli parlato del suo destino e della Passione, è stato rimproverato da Pietro, prima di sentirsi rispondere "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".

Gli amministratori comunali

Don Massimiliano ha voluto ringraziare la comunità che l'ha accolto e reso membro della vita di Mandello nel suo brevissimo incarico iniziato solo lo scorso marzo e durato quindi sei mesi. Ha spiegato che secondo lui le parole di Cristo, nella lettura, si riferiscono al continuo e necessario ritorno alla comunione a cui ci porta il Credo cristiana, che vuole impedirci di disperderci e creare dissapori, quanto invece creare unione e quiete tra le persone secondo il volere di Dio. Prima di passare la parola a don Pietro, ha anche presentato un piccolo regalo che ha fatto alla parrocchia: un paramento che ha disegnato e imbastito lui stesso, che come appunto nel suo discorso, ha messo al centro l'Eucaristia, poiché come ha spiegato "nella divisione si trova la coda del diavolo".

Il discorso di commiato di don Pietro è stato toccante e intenso; anche lui, riprendendo la lettura del Vangelo, ha spiegato come la comunione e la vicinanza della parrocchia abbia nel suo caso 10 anni e 10 giorni di servizio, un periodo "da 10 e lode", dove ha imparato tanto e spera di essere riuscito a dare altrettando alle anime che ha incontrato e toccato.
Il parroco ha parlato delle ansie che l'hanno accompagnato quando, arrivato alla parrocchia lecchese di 6500 anime da un paese di sole 400 persone, e di come si senta oggi sollevato e lieto di questi anni trascorsi nel bene e che gli sono fruttati, poiché quello che conta sono le azioni che si compiono, o secondo le parole di San Giacomo, che ha citato: "Cos'è la fede, senza le opere?".

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Dopo il suo discorso, il suo racconto e la sua commozione, don Pietro ha speso alcune parole per i ringraziamenti, senza dimenticare nessuno: dalla comunità in generale, ai suoi colleghi parrochi. E poi il comune, i giovani dell'oratorio, gli anziani e la Grazia Divina.

Prima della fine della messa, sono stati regalati ai due parroci in partenza diversi doni: due quadri, dipinti da due fedeli del paese, delle lettere e delle poesie dai bambini delle diverse parrocchie mandellesi e per don Pietro una raccolta completa dei bollettini parrocchiali dai suoi dieci anni di servizio, collezionati in tre volumi in pelle.
Queste sorprese, simboli ulteriori della gratitudine di una comunità unita intorno alle loro guide spirituali, hanno commosso ed emozionato i due religiosi, ringraziati al termine della celebrazione con un lunghissimo applauso nella loro ultima celebrazione sul ramo lecchese del lago di Como.
R.A.G.
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