Lecco: arrestato in città un 27enne accusato di aver freddato un macellaio in Calabria

Danilo Monti
Quest’oggi, nelle prime ore del mattino, a Botricello (CZ) e Lecco, i militari della Compagnia Carabinieri di Sellia Marina, supportati da personale dell’Arma del capoluogo lariano, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 4 indagati, ritenuti responsabili in concorso dell’omicidio aggravato di Francesco Rosso, macellaio, classe 1980, freddato a Simeri Crichi (CZ), il 14 aprile 2015, con tre colpi di pistola al viso ed al torace all’interno del negozio gestito dalla famiglia.
La misura, che trae origine da una complessa indagine del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sellia Marina e del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Catanzaro, condotta tra aprile 2015 e novembre 2017, ha recepito la minuziosa ricostruzione dei momenti immediatamente precedenti e successivi all’omicidio, consistita nell’analisi di decine di riprese di impianti di videosorveglianza e di centinaia di dati inerenti al traffico telefonico e dati, che hanno portato all’univoca enucleazione del gruppo di fuoco resosi responsabile del terribile gesto.
In un quadro di elevata gravità indiziaria, l’attività investigativa ha così portato all’individuazione del supposto materiale esecutore dell’efferato delitto in Danilo Monti, classe ’91, originario di Cerva (CZ) domiciliato a Lecco, che, ritengono gli inquirenti, tramite il concorso morale e materiale di Gregorio Procopio, classe ’62, Antonio Procopio, classe ’87 e Vincenzo Sculco, classe ’88, tutti residenti in Botricello (CZ), aventi compiti di ricognizione dei luoghi, ha potuto portare a compimento il disegno criminoso.
Al quartetto i carabinieri sono arrivati raccogliendo prove su prove quali il tracciamento satellitare mediante GPS di un’auto utilizzata da uno di loro, l’analisi delle celle di aggancio dei cellulari, i tabulati telefonici, le immagini impianti di videosorveglianza nonché le tradizionali intercettazioni operate nel tempo: è stato così possibile appurare come l’omicidio di Francesco Rosso fosse stato accuratamente premeditato, con più sopralluoghi effettuati in diversi momenti dai quattro indagati, ora assicurati alla giustizia.
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