Un lecchese dietro le quinte di Pechino Express. Filippo racconta il 'suo' reality

L'ormai noto programma televisivo Pechino Express può vantare nel suo team anche gli occhi scrupolosi e attenti di un lecchese doc. Lui si chiama Filippo Dell'Oro, ha appena 25 anni e lavora come post production manager nell'adventure-reality di Rai 2 che vede protagonisti Vip alla scoperta di luoghi e culture affascinanti. La nuova edizione, la 7° per l'esattezza, è ambientata in Africa e la messa in onda è iniziata il 20 settembre.
Nonostante il lavoro lo porti a girare il mondo, Filippo ha scelto comunque di continuare a vivere nella nostra città. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua esperienza sul set.


Partiamo dall'inizio. Dalla tua città e dai tuoi studi. 
Sono nato e cresciuto nella meravigliosa città di Lecco. Ho studiato prima al liceo Socio Psico Pedagogico presso l'istituto G. Bertacchi, poi mi sono spostato a Milano alla Civica Scuola di Cinema "Luchino Visconti", che a mio parere forma nella modalità più completa giovani appassionati di cinema e televisione.

Quali sono state le tue prime esperienze nel campo?
Ho iniziato a lavorare per l'audiovisivo riprendendo per conto mio piccoli eventi, conferenze e girando qualche spot di attività commerciale qui a Lecco, per poi propormi come cameraman per un ente televisivo locale.  È stata la mia prima esperienza vera in questo mondo, a cui devo molto in termini di formazione. Ho poi partecipato alle riprese della fiction di Rai 1 'Una grande famiglia', girata proprio nella nostra città.

Come nasce questa passione?
Ricordo che fin da bambino non vedevo l'ora ci fossero stacchi pubblicitari in tv per quella classica ripresa 'in zoom out' dello studio in cui si vedono i cameramen e la troupe al lavoro. Facevo video durante le gite con l'oratorio e il gruppo chierichetti di cui facevo parte: mi divertivo a cercare inquadrature differenti, ero io il cameramen ufficiale. Ho fatto anche parte della Compagnia del Domani come tecnico luci, contribuendo alla realizzazione di musical e spettacoli teatrali. Intanto, crescendo, continuavo a guardare video su internet: mi hanno aiutato a capire molto sul funzionamento della grande macchina televisiva.

Parliamo ora di Pechino Express. Come sei entrato nel team?
Pechino Express è arrivato dopo quasi un anno di lavoro in televisione. Mi avevano parlato di questo format che si sarebbe girato nei primi mesi estivi. Ero molto interessato e ho cercato i tutti i modi di mettermi in contatto con un referente. Tramite un'autrice con cui avevo collaborato precedentemente nel programma '4 ristoranti', ho inviato il mio curriculum all'attuale produttore esecutivo. Davide Donadini credette in me e mi ha insegnato tutto ciò che so di questo lavoro.

Filippo con il direttore di produzione Davide Donadini

Di cosa ti occupi esattamente all'interno del programma?
Lavoro per il programma da 3 edizioni. Li seguo ovunque quando girano e questo mi ha permesso di viaggiare tanto: due anni fa siamo stati in Colombia, Guatemala e Messico, lo scorso anno nelle Filippine, a Taiwan ed in Giappone e quest'anno sono stato di recente in Marocco, in Tanzania e in Sudafrica. Il team è composto da circa 100 persone, il mio ruolo è chiamato post production manager: ritiro tutto il girato delle telecamere durante ogni tappa, lo controllo, faccio il backup in modo che arrivi a Milano negli uffici di montaggio ben ordinato e preciso. Inoltre aiuto a livello produttivo, ad esempio nella preparazione degli oggetti di scena usati durante i giochi.  

Possiamo dire quindi che la tua postazione è itinerante
Si, io lavoro principalmente dall'hotel che cambiamo ogni due, tre giorni, anticipando l'arrivo finale di ogni tappa. L'ultimo giorno di ogni puntata mi reco sul set, ritiro il girato, consegno i dischi per la puntata successiva. Come riparte la puntata, ci rimuoviamo anche noi. É un continuo spostamento, la produzione fa ore e ore di van, i paesi vengono girati su 4 ruote. É lo spirito di Pechino.

Raccontaci il tuo Pechino Express e perché lo rende così speciale ai tuoi occhi.
Pechino è una macchina grandissima. Ci sono 8 coppie in gara, ogni coppia ha un suo cameraman e un suo reporter che annota ciò che accade. I concorrenti non possono parlare con nessuno, neanche con il reporter, per garantire lo spirito della gara. Chiaramente c'è uno staff di sicurezza che controlla sempre tutto, per evitare che si presentino situazioni di pericolo. Collaborano una troupe italiana e una troupe belga (creatori del format). Il team è composto da ragazzi molto giovani provenienti da ogni parte del mondo. Questo ha fatto sì che mi facessi amici di diverse culture e paesi. Anche nei luoghi dove andiamo, ogni anno ho la possibilità di conoscere ragazzi locali che aiutano e collaborano alla realizzazione del programma, con cui sono ancora in buonissimi rapporti e mantengo amicizie importanti. Ti posso dire che ogni anno rimaniamo tutti realmente colpiti e felicemente sorpresi dall'ospitalità e gentilezza con cui le persone locali accolgono i concorrenti e il team stesso. Tutti, talent tecnici, troupe, imparano tanto da ogni viaggio. É un viaggio che ti segna dentro e che ti rimane per tutta la vita.

Quale è stata l' edizione per te più impegnativa e perché?
Credo quella di due anni fa, la prima per me. Essendo un programma così grande, dovevo capire bene come funzionava per padroneggiare anche tutti gli strumenti e questo ha richiesto del tempo. Ai miei amici quando torno dico sempre: impegnativo, ma sempre stupendo. É un'emozione che ogni anno, finite le riprese, non vedo l'ora di riprovare l'anno successivo.

Quanto tempo ti impegnano le riprese e post produzione?
Il programma lo giriamo in un mese e mezzo, la fase di post produzione inizia quando ancora stiamo girando le ultime puntate e dura in tutto qualche mese. Tra pre-produzione, ripresa e montaggio, la lavorazione complessiva di Pechino dura quasi un anno.

Nonostante viaggi molto, sei molto legato alla tua città.
Si, esatto. Non vivo più con i miei genitori ma ho scelto di continuare a vivere a Lecco nonostante l'impegno di andare e tornare ogni giorno da Milano. Sono  profondamente legato ai colori, alla gente e all'aria di casa che si respira qui. Da sempre definisco Lecco un piccolo angolo di paradiso.


Sei ancora molto giovane. Quali progetti hai per il futuro?

Questa è una domanda importante e cruciale per me. Lavoro in televisione, lavoro per Pechino Express e per altri programmi 'noti' e stimolanti. Ma il mio sogno è diventare a tutti gli effetti operatore di ripresa, quello che tutti conoscono come cameraman. La mia vita è il set. La mia vita è il movimento, cambiare, raccontare. La sera, quando torno a casa, continuo a studiare le tecniche di ripresa. Voglio diventare bravo con la telecamera , avere l'occhio giusto per trasmettere emozioni al pubblico a casa e a me stesso in primis. Ripeto, sono giovane e sono all'inizio di quello che può essere un cammino di una crescita professionale stupenda. Speriamo! É la mia più grande sfida. É tosta e lunga. Ma non ho fretta e non mollo.

Durante l'intervista ci chiediamo in quale parte del mondo si trovi ora Filippo. In realtà è proprio a Lecco e, anche se in ferie, non si ferma mai perché - ci confessa - "stare fermo è così noioso". Lavora temporaneamente ad un nuovo progetto, FOL POPCORN LECCO, il nuovo negozio di popcorn gourmet. "È un ambito completamente diverso, è vero. Ma perché limitarsi? In fondo, è sempre un'occasione per imparare qualcosa di nuovo".
Clarissa Colasanti
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