Lecco: i 'primini' del Bertacchi a lezione con la Polfer

Paolo e Gianni, così si sono presentati, sono i due agenti della Polizia ferroviaria che questa mattina sono intervenuti all’Istituto Bertacchi di Lecco per incontrare alcune classi prime (1EPAS, 1BOPT, 1ASUE e 1BSUE, mentre domani vedranno le sezioni ASUL e BSUL) per parlare loro della sicurezza in ambito ferroviario. Ogni mattina, infatti, dalle 7.45 alle 8 transitano per la stazione di Lecco oltre 2mila studenti, in ingresso in città con cinque treni diversi: questa densità di persone concentrata in così poco tempo e in così poco spazio può essere una fonte di pericolo, soprattutto per i più giovani, che devono quindi avere tutti gli strumenti per andare e tornare da scuola con la massima consapevolezza.



Così i due agenti, dopo aver spiegato ai “primini” la differenza tra le diverse “divise” che si incontrano quotidianamente in città - Vigili urbani, Carabinieri e Polizia - hanno inquadrato la Polizia ferroviaria dicendo ai ragazzi qual è il suo compito: vigilare su quello che avviene nelle stazioni e sui treni. Un lavoro importante, dal momento che in Italia ci sono ogni giorno 8mila treni in movimento su 16mila chilometri di linea che attraversano 2500 stazioni, portando a scuola e al lavoro 1.500.000 passeggeri. “E quando c’è tanta gente bisogna fare attenzione” hanno affermato i poliziotti illustrando con video e immagini tutti i potenziali pericoli di un viaggiatore. Innanzitutto quello dei furti: “è un attimo, mentre chiacchierate con l’amica vi sfilano dalla tasca il portafoglio e il telefono, o addirittura vi prendono lo zaino senza che ve ne accorgiate; i ladri sono ragazzi e persone esattamente come voi, non girano con un passamontagna e spesso neanche le telecamere possono individuarli, quindi serve prestare la massima attenzione”.



Un altro grande e ben più drammatico rischio che corrono le persone in stazione e lungo i binari è quello dell’investimento. Un fenomeno che gli agenti hanno spiegato nei minimi dettagli, partendo da un dato che spesso è sottovalutato: il treno non è un’automobile. Il treno non fa rumore quando arriva, spesso non si vede perché i binari fanno una curva - come nella stazione di Lecco -, non può sterzare se incontra un ostacolo lungo la sua strada e, non avendo i binari con le rotaie lo stesso attrito che si crea tra gomme e asfalto, impiega molto più tempo a frenare. Per fare degli esempi: un Frecciarossa lanciato a 300 chilometri orari se aziona il freno di emergenza ci metterà 4,4 chilometri per fermarsi; un regionale come quelli che transitano dalla nostre tratte, se va a 120 chilometri orari impiega 960 metri, come dalla stazione di Lecco a quella di Maggianico, mentre un treno merci a 60 chilometri all’ora ha bisogno di 600 metri.



Per mettere in guardia i giovani studenti gli uomini della Polfer hanno indicato loro anche quali sono le principali cause delle morti per investimento: il dieci per cento delle vittime ha superato un passaggio a livello abbassato, un altro dieci per cento è stato agganciato da un treno mentre si trovava seduto sulla banchina, il 17 per cento è morto per aver attraversato i binari e il 58 per aver camminato lungo la linea della ferrovia. Per fare un esempio concreto, i due agenti hanno ricordato il tragico episodio di Igor, investito lo scorso 15 dicembre nella stazione di Mandello mentre attraversava i binari con lo zaino in spalla e la musica nelle orecchie. È morto due giorni dopo. “Non oltrepassate la linea gialla, non attraversate e non camminate lungo i binari, non fatevi distrarre dalle cuffie o dal telefono e non sedetevi sulla banchina”, questi i consigli della Polfer ai ragazzi delle scuole lecchesi per vivere un importante momento della loro giornata con la massima sicurezza.
M.V.
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