Nel 2017, 22.000 persone hanno usato stupefacenti, ma gli accessi al SERT di Lecco sono solo 707: le azioni possibili
Su un totale di circa 212.000 persone considerate nel territorio lecchese, nel solo 2017 22.000 hanno fatto uso di una sostanza stupefacente: il fenomeno, in linea con i dati nazionali, riguarda in modo particolare la fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni (più di 8.000 ragazzi), in cui spicca soprattutto il consumo di cannabis. A preoccupare gli esperti “nostrani”, però, è anche il basso numero di casi trattati direttamente dal SERT, il Servizio per la Prevenzione e la Cura delle Tossicodipendenze, che lo scorso anno ha preso in carico soltanto 707 persone, 106 delle quali al primo accesso in assoluto e per la gran parte (85% del totale) di sesso maschile. Un numero “irrisorio”, come non ha esitato a dichiarare il dr. Asghar Masoudi, dirigente medico del SERT di Lecco intervenuto nel pomeriggio di oggi, giovedì 15 novembre, a un convegno organizzato presso l’Aula Magna dell’Ospedale Manzoni dal titolo “Cannabis: consumo rischioso e intervento precoce”.
Il dr. Franco Riboldi (Direttore UOC Rete Dipendenze di ASST Lecco e Responsabile del SERT di Lecco e Merate) e il dr. Asghar Masoudi
Un’importante occasione, questa, per riflettere in primis sull’opportunità – sempre più al centro di dibattiti nell’opinione pubblica – di rendere legale l’utilizzo della cannabis e di sfruttarla a scopo terapeutico, ma anche per approcciare dal punto di vista scientifico i possibili danni correlati ai prodotti psicoattivi di questa sostanza, specialmente nei giovani. “La cannabis costituisce indubbiamente lo stupefacente più consumato, tanto in Italia quanto sul nostro territorio” ha argomentato il dr. Masoudi. “Stando ai dati statistici, il suo utilizzo si ripete per un minimo di cinque volte, con una spesa che può raggiungere anche i 50 euro, notevole per la fascia di età tra i 15 e i 24 anni che stiamo prendendo in considerazione. In un contesto simile, il basso numero di interventi messi in atto al nostro SERT deve farci innanzitutto riflettere sulla necessità di lavorare verso una nuova organizzazione di questo sistema, soprattutto in un’ottica preventiva”.
La dr.ssa Adalgisa De Marco e la dr.ssa Carmen Baldi
“#quindiciventiquattro intende andare oltre la “settorializzazione” del fenomeno, per favorire le relazioni con interlocutori, piuttosto che con “censori”, e cercare di risolvere per tempo un disagio che, quando sfocia nel consumo di sostanze stupefacenti, finisce per avere un’alta correlazione con disturbi psichici che, soprattutto nell’adolescenza, possono avere conseguenze fisiche importanti. I fattori di rischio sono estremamente vari: ansia, depressione e atteggiamenti di “ribellione”, ma anche conflitti o problemi familiari, fallimenti scolastici, fenomeni di bullismo e utilizzo di droghe tra i coetanei, un aspetto, quest’ultimo, che deve vederci pronti ad intervenire anche con azioni di gruppo, in rete con le scuole e attraverso gli strumenti mediatici”. Il Centro di via dell’Eremo accoglie liberamente ragazzi e ragazze con le loro famiglie grazie alla presenza di un’equipe di professionisti composta da psicologi specializzati in quattro diversi settori, nonché da un infermiere e da un tecnico esperto in percorsi di riabilitazione: è aperto tutti i martedì e i giovedì dalle 14.00 alle 16.00, con accesso libero e gratuito.
B.P.