Lecco, amianto: sei i piani di smaltimento attenzionati dal comune

È intervenuto anche il sindaco Virginio Brivio al convegno "Liberi di respirare", l'iniziativa conclusiva del ciclo di incontri di informazione e sensibilizzazione sul tema dell'amianto promosso nel corso della settimana dal Gruppo aiuto mesotelioma. Il primo cittadino aveva il compito di aggiornare i lecchesi rispetto alle situazioni più "attenzionate" della città, in particolare quella più discussa della bonifica della Leuci. Brivio ha però innanzitutto fatto una precisazione: "non bisogna equivocare sulla responsabilità: compete al privato l'obbligo di dichiarare, l'obbligo di aggiornare la dichiarazione e l'obbligo di programmare la bonifica. Se questo non avviene, i relativi provvedimenti, compresa l'ordinanza, spettano poi all'autorità pubblica. Rispetto alla Leuci la situazione di partenza era di inadempimento grave da parte della ditta che ha portato all'emissione di un'ordinanza. È poi seguito l'avvio dei lavori che hanno avuto un aggiornamento rispetto al piano, perché oltre alla copertura in eternit si è anche rilevata una situazione di amianto friabile presente in alcuni impianti che originariamente non era stata considerata. Rispetto al cronoprogramma c'è stato un leggero rallentamento dovuto al maltempo e al fatto che l'amianto friabile va rimosso in condizioni molto più protette. Noi siamo stati il primo Ente pubblico che insieme alla Procura ha cercato di mettere in atto un meccanismo, che per il momento è sospeso, che prevede che all'inadempimento dell'ordinanza la proprietà non venga sostituita dal Comune ma da un commissionario che opera però con i soldi del privato. Al momento abbiamo sollecitato un riscontro ad ottobre rispetto al Piano".

Sul futuro di quell'area il sindaco ha precisato che non se ne discuterà fino a quando la ex fabbrica non sarà bonificata. "I piani di lavoro in città, compreso quello della Leuci, sono sei: l'ex vellutificio Redaelli dove l'amianto presente è tutto nelle coperture; la metallurgica Tognetti, dove la società è in fallimento e il capannone all'asta, ma è stata comunque portata avanti un'operazione per 200mila euro di rimozione; l'Eusider di via Pergola; il Tubettificio europeo dove c'è una situazione complicatissima perché c'è una proprietà che è il fallimento e un gestore interno che è in affitto, opera e si è fatto carico di compiti che formalmente sarebbero della proprietà; e infine la Beco di via Tonale con 1500 metri quadri di eternit". Il Comune, per quello che gli compete direttamente, ha eseguito quattro bonifiche in altrettante scuole, ha proceduto con l'abbattimento dell'edificio di via Parini e restano alcune situazioni non gravi di alcuni magazzini da portare avanti.

"Abbiamo un insieme di situazioni molto più modeste ma altrettanto pericolose nel privato - ha continuato il sindaco - dalle fabbrichette alle piccole tettoie sugli orti. A Lecco abbiamo una denuncia al 2017 di 300mila metri quadri di amianto con piani di bonifica per 200mila metri, è una buona notizia perché vuol dire che per i due terzi dell'amianto presente in città almeno stati presentati i piani. Certo, bisognerebbe con più metodica condividere le banche dati e bisognerebbe che su queste banche dati sia registrato tutto ciò che accade. C'è una grande carenza informativa anche nel mondo delle professioni e i cittadini vanno aiutati, per questo sono contento che all'incontro per i tecnici di giovedì ci fossero molte persone. C'è la necessità di pensare che le banche dati siano condivise tra Comuni, Ats e Agenzia del territorio e Agenzia delle entrate, per riuscire ad individuare con tempi certi i proprietari delle aree. Rispetto ai costi di smaltimento io penso che dovremmo essere un po' più orgogliosi di avere una società al 100 per cento pubblica - Silea - che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, sarebbe bello che il network delle società pubbliche che in Regione Lombardia si occupano di rifiuti aprano un confronto sul tema dello smaltimento dell'amianto".
M.V.
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