ASST Lecco: va in pensione il dottor Trinchieri, numero uno dell'Urologia. '600 visite ambulatoriali e 800 interventi l'anno'

Il dr. Alberto Trinchieri
Domani volerà, per la quarta volta, in Cina per prendere parte all’ennesimo congresso, dopo aver ricevuto negli anni, almeno 160 inviti dello stesso tenore tanto in Italia, quanto in Europa (Germania, Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo, Norvegia, Svezia, Danimarca e Bulgaria) e nel mondo (Turchia, Emirati Arabi, Uzbekistan, Giappone, Sudafrica, Brasile, Giamaica e appunto la Repubblica Popolare) per poi rientrare e salutare definitivamente la “sua” unità operativa complessa interpresidio di Urologia, tagliando il meritato traguardo della pensione. “In realtà l’amministrazione – e per questo devo ringraziare – mi avrebbe confermato fino al 2023: se Lecco fosse stata a 200 metri da casa sarei rimasto più che volentieri ma, pur avendo un punto d’appoggio in città, ho sempre mantenuto la residenza a Milano e la vita del pendolare inizia ad essere pesante. Proseguirò in forma attenuata la mia attività presso una struttura milanese convenzionata e manterrò poi gli ambulatori già avviati nel lecchese”.
Classe 1953, formatosi presso l’IRCSS Ospedale Maggiore arrivando a ricoprire il ruolo di Responsabile della Sezione Degenza della Divisione Urologia, Trinchieri “sbarca” al Manzoni nel 2003. “Per quanto riguarda l’aspetto chirurgico, ho eseguito 3.000 interventi di cui 800 circa per tumori gravi e dunque cistectomie, nefrectomie e prostatectomie. Parallelamente, negli ultimi sette anni, abbiamo sviluppato i trattamenti con tecniche mininvasive. E per questo devo ringraziare i due aiuti che ho avuto in questi quindici anni e dunque il dr. Guido Dormia prima e il dr. Salvatore Scuzzarella poi, arrivato a Lecco su mia chiamata. Ci tengo a condividere con loro e con tutti i miei collaboratori i risultati ottenuti”. E tra questi annovera un costante aumento del volume di pazienti – attestato anche dal relativo fatturato – a riprova della capacità attrattiva della struttura. “Al mio arrivo ho avviato subito un ambulatorio per il follow-up: abbiamo raggiunto le 600 visite l’anno per un totale di quasi 9.000 sedute, dimensionate all’attività operatoria così nessuno ha mai dovuto aspettare. Abbiamo sempre cercato di mettere il paziente al primo posto e non costringerlo a penare tra richieste burocratiche, anticipando nel nostro piccolo la Regione per quanto attiene la cronicità, campo in cui siamo stati precursori. Negli anni l’assistenza ai malati oncologici è sicuramente migliorata e l’attività oncologica ha prosciugato le mie energie” sostiene snocciolando anche qualche numero: oltre 100 le prostectomie radicali eseguite in un anno, tra le 100 e le 120 le nefrectomie, una trentina le cistectomie (con la contestuale ricostruzione della vescica in circa la metà dei casi) e tra le 300 e le 350 i tumori vescicali endoscopici.
“La calcolosi è rimasta però il mio “hobby”: qui viene trattata con le tecniche più moderne. Da solo ho realizzato circa 400 interventi con il numero che cresce di parecchio con quelli effettuati dai miei collaboratori: lascio – e di questo ne vado fiero – un’équipe dove tutti i membri sono in grado di affrontare un paziente con questa patologia. Sono contento che Lecco sia rimasta una “scuola” sul tema, con una media di 250 pazienti l’anno ricevuti prevalentemente direttamente dal Pronto Soccorso e dunque non trascurabili”.
Autore, dai tempi dell’Università, anche di circa 600 pubblicazioni di cui un centinaio su riviste scientifiche internazionali, il dr. Trinchieri non nasconde però, in relazione all’attività clinica, un rammarico: “purtroppo per la limitatezza delle risorse, per la patologia benigna (l’ipertrofia prostatica e la patologia andrologica) non riusciamo a dare lo stesso servizio reso per la patologia oncologica e la calcolosi. Riusciamo a occuparcene nei ritagli di tempo con la formazione di liste d’attesa che, quando sono arrivato, non c’erano” afferma, puntualizzando altresì come la richiesta arrivi, come per quanto attiene i tumori, non solo dal territorio lecchese ma anche dal circondario, a riprova del “buon nome” in questo campo conquistato dall’ASST. Viste le premesse, chi lo sostituirà – è attesa a giorni l’ufficializzazione del vincitore del concorso – non potrà che fare bene.
A.M.