Vercurago: a Padre Bonacina assegnata la civica benemerenza di Como, 'l’abbondino'
Una fetta delle più alte onorificenze della città di Como ha sangue lecchese. Sì, perché tra gli insigniti dell’Abbondino d’oro, quest’anno c’era anche Padre Giovanni Bonacina, nato a Somasca il 26 dicembre 1940 e cresciuto tra i padri del Santuario di San Girolamo Emiliani, dei quali ha seguito le orme. Ha fatto della propria missione di vita, accanto alla preghiera e allo studio, la crescita dei ragazzi: è stato infatti insegnante al liceo classico del Collegio Gallio per 32 anni, fino al 2013 quando è stato trasferito a Milano dove ancora oggi risiede.
Padre Giovanni Bonacina. Sotto con il sindaco Mario Landriscina
L’apertura e la chiusura della celebrazione, a cui hanno preso parte le più alte cariche comasche, è stata affidata alla piccola Rebecca, di soli 11 anni: cieca ma con una voce dirompente, ha commosso l’intera sala con le note dell’Inno d’Italia e altre esibizioni musicali.
Al microfono Anna Veronelli
La 31esima edizione dell’Abbondino d’oro, che dal 1984 ha premiato finora 95 persone tra cittadini, enti ed associazioni che sono o sono stati esempi da imitare, è cominciata con i saluti di Anna Veronelli, presidentessa del consiglio comunale: “Il filo rosso di questa benemerenza è il dono di sé, che ciascuno di loro ha fatto agli altri. Sono un modello da seguire per una città che ha scelto l’amore come la cifra della propria misura”. Al suo fianco il presidente della commissione per l’attribuzione della civica benemerenza, Matteo Ferretti: “Il loro coraggio e altruismo sono indiscutibili capacità, doti sempre più rare ogni giorno”.A concludere il ciclo di interventi è stato poi il sindaco Mario Landriscina: “Premiamo chi ogni giorno, in silenzio, senza clamore, senza esternazioni pubbliche, senza essersi mai aspettato questa riconoscenza - di cui non deve sentire il peso ma il piacere - compie il suo pezzo di strada, senza la necessità di dover apparire ma semplicemente servendo. Sono tutte persone che portano avanti un ideale di città diverso, quello che ciascuno di noi sente dentro come bisogno e che talvolta sembra difficile da esercitare ma che invece si può fare, mettendosi al servizio di qualcun altro. Abbiamo bisogno tanto di questo approccio, di questo valore”.
I premiati
M.Mau.