Lecco, Polo Frassoni: entusiaste le famiglie ma il conto è in rosso. Presto un nuovo bando

Il Polo Frassoni è stato inaugurato nel giugno 2016 ed è il primo centro sperimentale del territorio che offre servizi innovativi a sostegno della domiciliarità per persone - prevalentemente - anziane, affette da demenza e malattia di Alzheimer con interventi specifici di supporto rivolti sia ai malati che ai loro famigliari. L’obiettivo è quello di intervenire con maggiore tempestività e cura nella fase dell’esordio della patologia e quella delicata del pre e post diagnosi, offrendo appoggio. Oltre allo sportello per l’orientamento e l’ascolto che prevede la presenza di una psicologa e di una assistente sociale che accolgono in prima istanza gli utenti e i parenti, ci sono altri servizi: il Centro diurno integrato con un massimo di 40 posti per interventi diurni, ampiamente flessibili e personalizzati, di tipo sociosanitario temporaneo o continuativo; il tutoring domiciliare che si propone di accompagnare e di sostenere le famiglie affinché possano fronteggiare adeguatamente la loro condizione, permettendo all’anziano la permanenza positiva al domicilio il più a lungo possibile, anche in caso di presenza di patologia dementigena; e infine gli alloggi protetti di due tipi: soluzioni abitative ad organizzazione leggera per persone autosufficienti con lieve fragilità oppure soluzioni abitative con caratteristiche di residenzialità socio-sanitaria, di breve o medio periodo, con finalità di sollievo e di riabilitazione temporanea post-acuzie, integrati con altri interventi orientati al rientro al domicilio protetto, con soluzioni domotiche, in generale al sostegno alla domiciliarità.
Il progetto è nato su iniziativa della Fondazione fratelli Frassoni, con il supporto della Fondazione comunitaria della Provincia di Lecco e di Fondazione Cariplo, che hanno attivato le risorse del territorio e coinvolto il Comune e la - allora - Asl di Lecco, Fondazione Housing Sociale, Regione Lombardia e il Fondo immobiliare di Lombardia. Il gestore del polo dei servizi, la società cooperativa Like Community, è composta da nove soggetti tra cui otto cooperative sociali e dalla Fondazione Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi: nel corso di questi due anni e mezzo ha preso in carico 130 persone con un ritorno estremamente positivo da parte delle famiglie. Il problema è la sostenibilità economica.
La struttura
Come ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Riccardo Mariani “ci sono degli elementi di criticità di natura finanziaria rispetto ai finanziamenti della Regione sulla residenzialità leggera, che hanno creato un disavanzo di circa 300mila euro”. Con i soggetti coinvolti si è così tenuto un collegio di vigilanza per fare il punto sullo stato della sperimentazione e in maniera ufficiale sono stati valutati gli elementi di criticità e si è cercato di dare una risposta. “È stato deciso da un lato di reperire e destinare risorse ad un ripianamento parziale del disavanzo denunciato dal Polo Frassoni - continua l’assessore - e dell’altro Regione Lombardia ha preso atto dell’importanza di questa sperimentazione. Riconosciuto questo aspetto si è deciso di procrastinare il contratto di servizio tra Ats e Polo Frassoni per evitare di creare discontinuità nel servizio e poi verrà bandita una nuova gara per la scelta del gestore e del nuovo modello gestionale da adottare”. La dirigente del settore Marinella Panzeri ha illustrato l’obiettivo del nuovo bando: “Esso sarà a carico dell’Ats e servirà a raccogliere esperienze di sperimentazioni sul tema delle demenze sul territorio, nell’ipotesi che dal bando possa uscire un modello di intervento sul tema degli anziani e delle demenze leggere. Negli incontri abbiamo chiesto che il bando esca velocemente per capire quali saranno le linee guida. La città di Lecco ha un tasso di longevità molto molto alto, e in alcuni casi si pone il problema di una perdita della capacità cognitive e di relazione. Questo è un tema centrale”. Sul versante economico Panzeri ha precisato che il disavanzo è relativo agli anni precedenti e che anche il 2018 non sarà in pareggio: “Le modalità con cui questi soldi saranno corrisposti le deciderà Ats. La struttura per essere in regola non ha potuto superare il numero di posti accreditati da Regione Lombardia, ma così facendo non è mai arrivata a saturazione. Speriamo che il bando sia l’occasione di ripensare la modalità di finanziamento, perché quelle attuali rendono diseconomica la struttura”.
M.V.
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