Che il Badoni di Lecco sia un Istituto di livello è cosa risaputa, del resto ben figura nelle classifiche tanto a livello regionale quanto a livello nazionale. Ma in un mondo sempre più dagli orizzonti ampi, mettersi in gioco e misurarsi a 360 gradi, oltre i risultati raggiunti dai propri alunni nei test di italiano o matematica, per una scuola implica l'avere uno sguardo internazionale.

Al centro il dirigente scolastico Angelo De Battista tra le professoresse
Flavia Drei, Maria Cristina Verì, Agnese Mascellani e Silvia Galasso
E il preside Angelo De Battista ben lo sa. Non per nulla già da qualche anno, con il collegio docenti, è stato improntato un percorso di confronto con altre realtà europee. In questa cornice trovano così spazio tre distinte esperienze che, nelle prossime settimane, coinvolgeranno altrettanti gruppi di studenti, accumunate dal filo conduttore dell'andare oltre i confini di Lecco e delle potenzialità del nostro territorio, misurandosi con realtà differenti.

Il 27 gennaio, 15 ragazzi delle classi quarte, selezionati in base a rigidi criteri di merito, preparazione e motivazione, raggiungeranno Lier in Belgio per uno scambio nell'ambito del
Progetto europeo Erasmus Plus con coetanei frequentanti la scuola professionale Vrji: sarà la seconda edizione dell'iniziativa, già proposta lo scorso anno, dopo i primi contatti tra l'Istituto lecchese e il partner di Anversa. "Lo scopo è quello di offrire ai nostri ragazzi un'esperienza di alternanza scuola-lavoro all'estero" ha spiegato la professoressa Flavia Drei, raccontando come già nel 2018 gli studenti prescelti siano stati inseriti in aziende anche di spessore - nel settore della meccanica ma dell'elettronica e dell'informatica - per uno stage formativo sotto l'egida di un tutor locale. L'apprendere un mestiere sul campo, mettendo in pratica quanto studiato tra i banchi di scuola - ha inoltre permesso ai partecipanti al Progetto di testare e migliorare le proprie conoscenze linguistiche con l'inglese usato quale canale di comunicazione in fabbrica come con i compagni belgi. Come tutte le esperienze all'estero, poi, le due settimane trascorse a Lier hanno arricchito il baglio culturale degli studenti lecchesi con uscite alla scoperta delle bellezze e delle peculiarità locali, alcune delle quali vissute sulle propria pelle, come il preferire la bicicletta all'autobus per andare al lavoro: alcuni ragazzi ogni giorno, infatti, si sono messi sui pedali per raggiungere, dal paesino, il porto di Anversa, sede del loro stage, insieme a tanti altri giovanotti per i quali non godere del passaggio di mamma o papà fino a scuola è la normalità.
Trattandosi di uno scambio, a maggio spetterà poi al Badoni ospitare i ragazzi belgi. "Tocca noi trovare le aziende dove collocarli" ha puntualizzato la professoressa Silvia Galasso che, insieme ad un'apposita commissione, si occupa di tale attività per l'Istituto. Chissà se anche qualche ditta lariana si "innamorerà" dei propri tirocinanti provenienti dalla Fiandre: quattro ragazzi lecchesi, lo scorso anno, si sono dimostrati talmente bravi sul lavoro da essere richiamati - in estate - a Lier, con tanto di retribuzione garantita.

L'asse Lecco-Anversa sarà, in ogni modo, poi ulteriormente rafforzato da una seconda proposta firmata Badoni. Come argomentato dalla professoressa Maria Cristina Verì, il 27 maggio altri 16 studenti potranno vivere un progetto di alternanza scuola-lavoro dalla durata di tre settimane, per 120 ore complessive di cui 8 dedicate alla compilazione di un cv e all'organizzazione aziendale del Paese ospitante. L'esperienza è garantita nell'ambito di un PON - i piani operativi nazionali, per l'ampliamento dell'offerta formativa - e, contrariamente al programma Erasmus Plus non prevede poi uno scambio, essendo finanziata con fondi "vinti" dall'Istituto lecchese.

Di diverso tenore e con respiro ancor più internazionale, infine, il terzo progetto che porterà un nugolo di studenti all'estero: 7 giovani di terza (a cui si aggiungerà un allievo di altra scuola) il 25 marzo voleranno a
New York per prendere parte, al Palazzo di Vetro, a un'esperienza diplomatica simulata, quali delegati delle Nazioni Unite con coetanei da tutto il mondo. "Due anni fa avevamo vissuto la stessa esperienza con 12 ragazzi" ha detto la professoressa Agnese Mascellani. "Prima di partire compiono un cammino di preparazione con 10 lezioni per complessive 30 ore per apprendere nozioni di diritto internazionale, inglese diplomatico e nozioni del Paese che andranno a rappresentare". I partecipanti saranno chiamati infatti a presentare risoluzioni per nazioni differenti dalla propria, risoluzioni che poi verranno effettivamente fatte pervenire agli Stati interessati. Decisamente una prova non da tutti!
A.M.