Luoghi del Cuore: nel lecchese Corenno Plinio è il più votato con oltre mille preferenze, tante le segnalazioni in Provincia

Pragmatici per natura, i lecchesi – diciamola tutta – non si sono fatti particolarmente prendere dall’iniziativa. O forse, non troppo abituati a fare squadra, hanno parcellizzato le loro preferenze, non avendo un obiettivo comune. Il Fai ha reso noto mercoledì 6 febbraio l’esito de censimento nazionale dei luoghi italiani da non dimenticare, promosso in collaborazione con Intesa San Paolo. La nona edizione che si è svolta dal 30 maggio al 30 novembre 2018 ha portato allo straordinario risultato di oltre 2 milioni di voti raccolti, oltre 37.000 segnalazioni e più di 6.400 comuni coinvolti.

Corenno Plinio, primo e terzo (con il Castello, nella foto sotto scattata da Davide Vassena) tra i Luoghi del Cuore nel Lecchese


Tra i Luoghi del Cuore in elenco, il più gettonato tra i lecchesi è Corenno Plinio: il suggestivo borgo di Dervio ha incassato 1.301 preferenze, piazzandosi al 238esimo posto di una lunghissima graduatoria aperta da Monte Pisano con 114.670 voti seguito dal fiume Oreto a Palermo (83.138) e dall’Antico Stabilimento Termale di Porretta in provincia di Bologna (75.750). Medaglia di cartone per il Santuario della Madonna della Cornabusa a Sant’Omobono Terme (Bergamo), meta di pellegrinaggio anche di tanti fedeli del nostro territorio, primo nella classifica a base regionale, dove l’ex comune autonomo di Corenno ottiene la 30esima piazza nella sua interezza, con ulteriori “punti” incassati anche da particolari “elementi” inseriti tra le sue viuzze: il castello ha ottenuto 64 voti, aggiudicandosi il grandino più basso del podio in salsa lecchese superato dall’Orrido di Bellano (97) mentre la chiesa di San Tommaso da Canterbury si è fermata a 47 e la piazza a 40.

L'orrido di Bellano, secondo

In 59, invece, hanno sostenuto quale Luogo del cuore la chiesa di San Michele di Torre de’ Busi, inserita in graduatoria sotto l’etichetta Lecco pur essendo il paese ormai passato sotto il vessillo orobico.  E il comune guidato da Eleonora Ninkovic annovera poi in elenco – da dove abbiamo preso in considerazione sono i posti che hanno avuto almeno 5 segnalazioni - anche l’Oratorio di Santo Stefano (15) e la frazione di Colle di Sogno (10).

Il complesso di San Michele a Torre de' Busi, terzo
Sotto San Pietro al Monte, quarto

51 i voti ottenuti nel censimento del FAI dall’Abazia di San Pietro al Monte a Civate, già candidata a diventare patrimonio Unesco. 26 + 19 poi le preferenze raccolte dal Ponte di Paderno, indicato con questa dicitura al 660esimo posto nella classifica nazionale e come Ponte San Michele al 667esimo. Il Monastero di Santa Maria del Lavello di Calolzio batte poi l’Abazia di Piona a Colico:  16 a 15, con il Priorato posto sulla penisola di Olgiasca a pari merito con il borgo di Consonno, un passo prima del Mausoleo Visconti a Cassago, del traghetto di Imbersago, del santuario di Montevecchia e del Monte Resegone, simbolo di Lecco con la città che ottiene, nel suo complesso, 13 voti così come gli affreschi di Parlasco, il Parco del Curone, Villa De Vecchi a Cortenova Valsassina e il santuario della Rocchetta a Paderno, con il comune rivierasco che conquista spazio anche con il Naviglio (10 voti). Tra i segnalati, ricordiamo anche Varenna, con – a parte – il Castello di Vezio indicato anche come “patrimonio” di Perledo, l’Eremo del Barro, il castello di Capiate a Olginate, il laghetto di Piona, Bosisio Parini con la casa dell’Abate, l’incompiuta di San Michele a Galbiate, cascina Figina, il castello della Regina Teodolinda a Castello Brianza, l’Eco Museo di Leonardo, il parco di villa Sironi a Oggiono, i Piani d’Erna e quelli dei Resinelli e il lungolago di Lecco, effettivamente decisamente bisognoso di una riqualificazione. Difficilmente, con 6 voti, otterrà fondi dal Fai, ma tra due anni il censimento verrà ripetuto e la speranza è l’ultima a morire…
A.M.
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