Calolzio: visita guidata alla scoperta delle ‘bellezze’ di Rossino tra storia, arte e fede

Ha riscosso ottimi consensi, oltre che una buona partecipazione in termini numerici, l’iniziativa proposta nel pomeriggio di ieri, domenica 28 aprile, dall’Amministrazione Comunale di Calolzio in collaborazione con le bibliotecarie della città per andare alla scoperta delle bellezze nascoste della frazione collinare di Rossino tra fede, storia e arte. Divisi in due gruppi, i numerosi partecipanti hanno infatti avuto la possibilità di visitare la Chiesa di San Lorenzo “vecchio” e il Museo “Don Carlo Villa” all’interno dei locali della Parrocchiale conosciuta come “nuova” – per distinguerla da quella più antica dedicata allo stesso santo – con la guida degli esperti Fabio Bonaiti, Paolo Valsecchi e Andrea Ronzoni.

Il gruppo al completo dei partecipanti alla visita guidata con i tre relatori, in prima fila sulla destra
(da sinistra Andrea Ronzoni, Paolo Valsecchi e Fabio Bonaiti)

La chiesa di San Lorenzo “vecchio”

Ad introdurre il loro discorso è stata una doverosa premessa storica. “La posizione strategica di Rossino, in un importante luogo di transito per pellegrini, ma anche per militari e mercanti, ha indubbiamente favorito l’insediamento nel V secolo di un nucleo di prima cristianizzazione, inizialmente sorto con le pievi di Garlate e Brivio e poi diramatosi in tutta la Valle San Martino grazie ad una ben sviluppata rete viabilistica” hanno esordito i tre ciceroni. “Ecco perché, probabilmente, qui a Rossino sono state costruite ben due chiese a così poca distanza, con quella “nuova” – rimodernata nel 1615 a partire da un edificio di più lontana memoria, forse risalente al periodo longobardo – coesistente da lungo tempo con quella dedicata fin da subito a San Lorenzo”.

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Quest’ultima, stando ai racconti degli esperti basati su reperti archeologici e fonti scritte, avrebbe subito varie modifiche con il passare dei secoli, attraversando grossomodo tre fasi architettoniche: la prima porterebbe a datarne le fondamenta nientedimeno che all’epoca paleocristiana, anche se la costruzione dell’edificio vero e proprio sarebbe avvenuta in epoca romanica, dunque tra il XII e il XIII secolo. Il terzo “step” coincide con i lavori di ampliamento, abbellimento e restauro voluti e promossi intorno alla metà del 1400 dall’allora rettore della Parrocchia di Rossino ed Erve, che intervenne in maniera simile anche sulla chiesa di Carenno.

La struttura dedicata a San Lorenzo, comunque, non fu drasticamente trasformata, rimanendo anzi sempre viva e frequentata: la facciata venne addossata al campanile, che prima di allora era “soltanto” una torre utilizzata a scopi difensivi, il presbiterio fu ampliato e le decorazioni furono oggetto di una sorta di restyling. Decorazioni tuttora ben visibili sono quelle sulle pareti interne della chiesa, tappezzate di splendidi affreschi a tema liturgico raffiguranti Dio, la Madonna, i Santi e alcuni Pontefici dell’epoca, nonché alcune delle più famose scene evangeliche, la Crocifissione, il martirio di San Lorenzo e quello di Santo Stefano, a dimostrazione dei legami effettivamente intrattenuti con la pieve di Garlate. “Gli affreschi furono probabilmente realizzati ai tempi della costruzione della chiesa, ma finora non è stato possibile risalire ai loro autori” ha spiegato Fabio Bonaiti, guidando i visitatori alla scoperta delle varie scene e dei dettagli più nascosti nei numerosi dipinti, che adornano anche la volta e le cappelle laterali.

Il quadro dell’Immacolata risalente al ‘600, ora nella sacrestia della Chiesa Parrocchiale

Ammirato il panorama mozzafiato di cui si può godere uscendo dalla chiesa, a soli pochi passi dall’altrettanto splendido castello di Rossino, il gruppo si è poi spostato verso quella che è l’attuale Parrocchiale della frazione calolziese, anch’essa dedicata, come dicevamo, a San Lorenzo, seppur da un’epoca relativamente più recente. Costruito – pare – nel periodo tardo-gotico, l’edificio religioso ha poi assunto un’impronta neoclassica a seguito di successivi.

Uno degli affreschi scoperti nel secolo scorso all’interno dell’anfratto in pietra negli spazi retrostanti la Chiesa Parrocchiale

Passando attraverso l’attuale sacrestia, arredata con imponenti mobili settecenteschi in legno di noce, si arriva in uno spazio risalente al 1600 in cui nel secolo scorso, grazie a don Mariano, è stato possibile riscoprire anche un piccolo anfratto in pietra che, oltre ad essere a sua volta decorato con affreschi a tema sacro, conteneva un antico ed enorme quadro dell’Immacolata, ora in bella mostra proprio in sacrestia, abbellita anche con ulteriori dipinti raffiguranti, tra gli altri, i quattro evangelisti. “Fino al 1966 i parroci di Rossino erano scelti dai capifamiglia del territorio” ha ricordato Andrea Ronzoni prima di guidare il gruppo al piano superiore, in quello che oggi – dopo aver ospitato anche le Suore – è un museo a tutti gli effetti, intitolato a don Carlo Villa. Nelle sale sono conservati antichi reperti della località, suppellettili sacre, abiti talari, messali, effigi e quadri dal valore inestimabile, che portano su di sé il ricordo dei tempi passati e delle varie confraternite religiose che si sono succedute a Rossino nel corso degli anni.
Un vero e proprio tuffo nel passato, dunque, quello vissuto dai tanti partecipanti all’iniziativa, calolziesi e non, culturalmente arricchiti dalle dettagliate e minuziose spiegazioni dei tre relatori che sono riusciti a valorizzare al meglio i luoghi-simbolo della frazione. Terminata la full immersion tra storia, arte e fede, è stata infine la volta della musica: il pomeriggio in quel di Rossino si è infatti concluso con un concerto tra le mura del castello a cura dell’Orchestra del Monastero di Santa Maria del Lavello, diretta dal Maestro Antonio Arrigoni.
B.P.
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