Galbiate: Amabile Milani e Daniele Gasperini raccontano i loro 15 anni di politica, fra traguardi e piccole difficoltà
Oggi come cinque anni fa, Amabile Milani e Daniele Gasperini siedono sulla “loro” panchina di fronte al Comune di Galbiate. In nome della fortunata tradizione, infatti, l’assessore ed il vicesindaco dell’ormai uscente maggioranza Agenda Galbiate hanno scelto la stessa location in cui, all’inizio del loro mandato, avevano scattato la loro prima foto insieme, consacrando l’inizio (o meglio, il prosieguo) di un’avventura politica ed umana indimenticabile per entrambi. Raccontano con il sorriso dei quindici anni immersi nella politica galbiatese, rispettivamente sia come assessore che come vicesindaco, sebbene quest’ultima carica sotto due sindaci differenti: Milani dal 2009 al 2014 come braccio destro di Livio Bonacina, e Gasperini negli ultimi cinque anni a fianco dell’attuale primo cittadino Tino Negri. Per entrambi quel mondo fatto di delibere, disegni di legge e linee programmatiche è però da sempre annodato al proprio DNA, grazie ad una passione ereditata dall’esempio dei genitori.

Mentre raccontano “le gioie e i dolori” che si sono susseguite tra una pausa e l’altra seduti su quella panchina, assessore e vicesindaco si interrompono per salutare i passanti, galbiatesi affacciati ai balconi o, ancora a dare indicazioni agli addetti ai lavori comunali. Proprio a questi ultimi, in particolare, è andato uno dei “grazie” più sentiti.
“Sebbene forse i primi anni avessi più paura, con il tempo non posso dire che siano esistite vere e proprie difficoltà - conferma Milani – e questo è sicuramente merito anche dello staff e del personale che ci hanno sempre supportato e con cui abbiamo potuto confrontarci prima di agire” ha concluso, mentre a lui faceva eco anche Gasperini, il quale ha esteso la propria gratitudine a dipendenti, operai del Comune – che “non si sono mai risparmiati e hanno dimostrato tutte le proprie capacità manuali” – ed infine ai nomi dell’ingegnere Brambilla, del Geometra Furio e dell’architetto Tanderini con i quali si è creato un rapporto sia professionale che di stima reciproca. Una disponibilità, quella offerta dai due amministratori, che inevitabilmente ha finito per squilibrare i due piatti della loro bilancia quotidiana: quello pubblico e quello privato. “Quando una persona decide di occuparsi di un Comune di oltre 8.000 abitanti sa che dovrà essere disponibile 24 ore su 24, e per noi non sono state solo parole” è stato il commento di Gasperini che – come il collega – ha espresso la propria riconoscenza nei confronti della pazienza e solidarietà della propria famiglia.
E per quanto riguarda il bilancio finale di questi anni? Niente da rimpiangere, a detta dei due galbiatesi, che con orgoglio hanno citato quelli che per loro sono stati i traguardi più importanti, rinnegando tutte le accuse di “aver fatto pura manutenzione ordinaria” collezionate negli ultimi mesi. La riqualificazione delle scuole secondarie e la messa in sicurezza delle elementari di Galbiate e Villa Vergano, nel caso di Gasperini, convinto che la “possibilità di liberare moltissime risorse concessa dal governo Renzi” sia stata determinante. Per Milani, invece, si è trattato di “migliorare i livelli già buoni di tutti quei servizi presenti sul territorio galbiatese”. “Purtroppo, nella ricca Brianza ci sono dei casi in aumento da questo punto di vista, e le risorse dovrebbero seguire tale incremento dello stato sociale” ha chiosato, soddisfatto dell’attenzione sempre in salita dedicata a tali questioni all’interno del borgo natio, nonché convinto che “si debba fare del proprio senza strafare, ma monitorando i servizi e mantenendo la più alta qualità possibile”. Il tutto inserito all’interno di un obiettivo ancora più ampio, ovvero quello di “insegnare alla gente a camminare da sola nel momento del bisogno” seppur con il sostegno - alle spalle, ma soprattutto al proprio fianco - del Comune: un intento che - se prima era rivolto esclusivamente ai concittadini - ora in parte si estende anche al nuovo gruppo di “Agenda Galbiate” in lizza per le elezioni di maggio.
“Alcuni di loro escono da questo mandato, quindi si sono fatti una buona dose di esperienza, ma è sicuramente importante anche il contributo dei volti nuovi” hanno commentato all’unisono, autodefinendosi ironicamente “buoni padri di famiglia” di un gruppo al quale sono intenzionati a dare il loro supporto senza però intromettersi. “Se verremo chiamati, risponderemo immediatamente. Altrimenti noi due ci limiteremo a svolgere il ruolo di memoria storica, nel caso avessero bisogno” si sono detti d’accordo i due amministratori. Sempre seduti su quella panchina. Sempre affiatati. Mai con le mani in mano.

Amabile Milani e Daniele Gasperini
“Fin da ragazzino ho sempre amato seguire mio papà quando andava alle riunioni politiche” ha commentato l’attuale vicesindaco, tracciando a parole il ritratto di quel padre che non solo si è speso in assise nell'opposizione appartenente al partito socialista, ma si è altresì dedicato al sociale come vicepresidente del Parco Monte Barro. Anche nel caso di Amabile Milani, ormai vero volto dei servizi sociali galbiatesi, l’amore per questa vocazione – più che professione – nasce dal corredo genetico paterno, grazie al ruolo rivestito dal capofamiglia come assessore nel Dopo Guerra, il tutto trasmettendo al figlio “quei veri valori che stanno lentamente scemando” come responsabilità, trasparenza ed onestà.
E perché, proprio ora, dunque, la decisione di lasciare e cedere quel testimone che trasportano con dedizione dal oltre un decennio? “Dopo quindici anni, mi è sembrato opportuno fare un passo indietro - commenta Gasperini – ma assolutamente non per mancanza di passione o voglia, piuttosto perché un amministratore deve capire quando è il momento di lasciare lo spazio a chi è stato con lui in questi cinque anni e vuole dare la propria disponibilità ad andare avanti”.
Della stessa idea si è dimostrato anche il collega, che - parlando dell’ultimo mandato come assessore – ha ammesso di “aver seminato bene” soprattutto nei confronti di coloro che incarnano il suo ricordo più bello della vita politica: i cittadini galbiatesi, che li hanno accolti, supportati e si sono rivelati ai loro occhi come “persone per bene, lavoratori, solidali e caratterizzati sempre da una profonda discrezione”. “Abbiamo trovato un terreno fertile per far crescere i nostri obiettivi” ha infatti ammesso Milani, spostando poi il focus sul proprio assessorato rivolto alla persona “dalla culla alla tomba”, come gli piace dire. “Ringrazio tutte quelle persone che si impegnano tutti i giorni a sostegno della propria famiglia, dedicandosi ad un lavoro altamente sociale: notiamo che tanti di loro, prima di rivolgersi alle istituzioni, danno tutti sé stessi all’interno della propria famiglia e questo fa loro molto onore”.Mentre raccontano “le gioie e i dolori” che si sono susseguite tra una pausa e l’altra seduti su quella panchina, assessore e vicesindaco si interrompono per salutare i passanti, galbiatesi affacciati ai balconi o, ancora a dare indicazioni agli addetti ai lavori comunali. Proprio a questi ultimi, in particolare, è andato uno dei “grazie” più sentiti.
“Sebbene forse i primi anni avessi più paura, con il tempo non posso dire che siano esistite vere e proprie difficoltà - conferma Milani – e questo è sicuramente merito anche dello staff e del personale che ci hanno sempre supportato e con cui abbiamo potuto confrontarci prima di agire” ha concluso, mentre a lui faceva eco anche Gasperini, il quale ha esteso la propria gratitudine a dipendenti, operai del Comune – che “non si sono mai risparmiati e hanno dimostrato tutte le proprie capacità manuali” – ed infine ai nomi dell’ingegnere Brambilla, del Geometra Furio e dell’architetto Tanderini con i quali si è creato un rapporto sia professionale che di stima reciproca. Una disponibilità, quella offerta dai due amministratori, che inevitabilmente ha finito per squilibrare i due piatti della loro bilancia quotidiana: quello pubblico e quello privato. “Quando una persona decide di occuparsi di un Comune di oltre 8.000 abitanti sa che dovrà essere disponibile 24 ore su 24, e per noi non sono state solo parole” è stato il commento di Gasperini che – come il collega – ha espresso la propria riconoscenza nei confronti della pazienza e solidarietà della propria famiglia.
E per quanto riguarda il bilancio finale di questi anni? Niente da rimpiangere, a detta dei due galbiatesi, che con orgoglio hanno citato quelli che per loro sono stati i traguardi più importanti, rinnegando tutte le accuse di “aver fatto pura manutenzione ordinaria” collezionate negli ultimi mesi. La riqualificazione delle scuole secondarie e la messa in sicurezza delle elementari di Galbiate e Villa Vergano, nel caso di Gasperini, convinto che la “possibilità di liberare moltissime risorse concessa dal governo Renzi” sia stata determinante. Per Milani, invece, si è trattato di “migliorare i livelli già buoni di tutti quei servizi presenti sul territorio galbiatese”. “Purtroppo, nella ricca Brianza ci sono dei casi in aumento da questo punto di vista, e le risorse dovrebbero seguire tale incremento dello stato sociale” ha chiosato, soddisfatto dell’attenzione sempre in salita dedicata a tali questioni all’interno del borgo natio, nonché convinto che “si debba fare del proprio senza strafare, ma monitorando i servizi e mantenendo la più alta qualità possibile”. Il tutto inserito all’interno di un obiettivo ancora più ampio, ovvero quello di “insegnare alla gente a camminare da sola nel momento del bisogno” seppur con il sostegno - alle spalle, ma soprattutto al proprio fianco - del Comune: un intento che - se prima era rivolto esclusivamente ai concittadini - ora in parte si estende anche al nuovo gruppo di “Agenda Galbiate” in lizza per le elezioni di maggio.
“Alcuni di loro escono da questo mandato, quindi si sono fatti una buona dose di esperienza, ma è sicuramente importante anche il contributo dei volti nuovi” hanno commentato all’unisono, autodefinendosi ironicamente “buoni padri di famiglia” di un gruppo al quale sono intenzionati a dare il loro supporto senza però intromettersi. “Se verremo chiamati, risponderemo immediatamente. Altrimenti noi due ci limiteremo a svolgere il ruolo di memoria storica, nel caso avessero bisogno” si sono detti d’accordo i due amministratori. Sempre seduti su quella panchina. Sempre affiatati. Mai con le mani in mano.
F.A.