Quel 2 giugno 1946: a Lecco vinse la Repubblica con il 71,65%
La data del 2 giugno cade, quest’anno, in domenica ed è, quindi, normale festività: altrimenti il 2 giugno è, nel calendario nazionale, festa civile. Ascoltate risposte recenti a domande sulle date storiche nazionali a studenti, in un filmato TV, è bene ricordare, che il 2 giugno 1946 i cittadini italiani furono chiamati alle urne per scegliere la forma istituzionale dello Stato: Monarchia o Repubblica?. L’Italia era una monarchia: vinse nel referendum la Repubblica. Andarono i cittadini che avevano raggiunto il 21° anno di età e di entrambi i sessi. Era la prima volta che le donne partecipavano al voto. Per alcuni Comuni vi era stato il precedente delle consultazioni municipali nel mese di marzo 1946 e fu allora la prima volta del gentil sesso. E’ stato, quest’ultimo, anche il caso delle comunali a Lecco, il 24 marzo 1946.
Il palazzo comunale di piazza Diaz, dove c’era il seggio n. 1
Il 2 giugno 1946 vi è stato il primo referendum dell’Italia democratica. Si andava a libere elezioni dopo cinque anni di durissima e sanguinosa guerra, che aveva devastato il territorio nazionale, dalla Sicilia alla Lombardia, e dopo oltre venti di una dittatura che non aveva consentito libertà democratiche.I lecchesi, in quel referendum 1946, si pronunciarono chiaramente per la Repubblica, che ebbe 18.406 voti, pari al 71,65%, contro i 7.271 voti alla Monarchia, pari al 28,35%.
I seggi elettorali erano 32. Il numero 1 era presso il palazzo municipale di piazza Diaz e fu l’unico dove repubblicani e monarchici lottarono quasi in parità: 513 voti alla Repubblica e 464 alla Monarchia. Negli alti seggi fu sempre nettissima la maggioranza dei voti per la Repubblica. Veramente schiacciante il voto all’asilo di Pescarenico: 763 contro 111; alle scuole di Laorca: 442 contro 61; alle scuole di Acquate: 697 contro 157; in quartiere Chiuso: 436 contro 100. Il referendum ebbe un’altissima percentuale di votanti: il 94,37%,
Gli elettori avevano un’altra scheda, oltre a quella del referendum istituzionale, era il voto per l’Assemblea Costituente, il voto d’avvio del nuovo periodo di vita democratica, che si apriva per tutta l’Italia. Il voto lecchese per la costituente vide il 43% per la Democrazia Cristiana, il 30% ai Socialisti, il 18% ai Comunisti e sotto il 3% Repubblicani ed Unione Democratica.
Come già scritto, a Lecco si era votato per le comunali il 24 marzo 1946 ed era la prima volta del suffragio universale; quindi, anche le donne andarono ai seggi. Il Consiglio comunale di Lecco vide 17 seggi attribuiti alla Democrazia Cristiana, 12 ai Socialisti, 9 ai Comunisti, 1 ai Repubblicani ed agli Indipendenti. Divenne sindaco di Lecco il socialista Giuseppe Mauri, guidando una coalizione di PSI e PC che raggiungeva i 21 seggi. Vice sindaco venne eletto il comunista Valentino Invernizzi che diventerà poi il segretario nazionale della CGIL Elettrici. I votanti del primo Consiglio comunale di Lecco, nel 1946, furono 22.375, con una percentuale pari all’89,65%.
Il socialista Giuseppe Mauri che era sindaco di Lecco il 2 giugno 1946
Il sindaco Giuseppe Mauri rimase in carica sino all’autunno 1948, quando le nuove comunali portarono alla carica di primo cittadino il democristiano Ugo Bartesaghi. Ebbe inizio la serie dei sindaci DC, conclusa nel 1993 con Giulio Boscagli, che vide come successore Giuseppe Pogliani, della Lega. La Democrazia Cristiana, entrata nel Consiglio Comunale di Lecco con l’elezione del 2 giugno 1946, è uscita dallo stesso nel 1994. Il capo gruppo democristiano Piergiorgio Locatelli dichiarò, all’inizio della seduta del 20 gennaio 1994, che il vecchio Scudo Crociato cambiava denominazione in Partito Popolare. Era trascorso quasi mezzo secolo dal 1946.E’ tutta storia della Repubblica Italiana.
A.B.