Maturità con Bartali: quando Gino venne celebrato a Lecco

La prova della maturità, nel primo giorno di test per migliaia di studenti, ha visto alla ribalta anche nel lecchese il tema sul rapporto fra sport e storia, con l’esempio del ciclista eroe Gino Bartali, detto il Ginettaccio. Bartali è stato un campione che conosceva bene le strade del lecchese, in particolare quelle che conducono verso la mitica salita del Ghisallo, dove, nel 1949, venne proclamata protettrice dei ciclisti, con decreto firmato dal Pontefice Pio XII, la Madonnina venerata nell’antica chiesetta sul valico, al termine di una durissima salita da Bellagio.

Gino Bartali, primo corridore a sinistra, alla partenza del Criterium Assi 1953, Gran Premio Cademartori

Gino Bartali è stato tra i sostenitori dell’iniziativa di una protettrice di tutti i ciclisti, ha partecipato alle cerimonie relative, con don Ermenegildo Viganò, parroco di Magreglio, indimenticabile promotore della valorizzazione religiosa e turistica di tutta la zona belvedere sul centro Lario. Bartali poteva anche ricordare che nell’estate1953, quasi quarantenne, aveva partecipando, indossando la maglia tricolore di campione d’Italia appena conquistata, al Criterium degli Assi, Gran Premio Cademartori, che si era svolto in circuito serale a Lecco, con partenza ed arrivo in corso Martiri, davanti ai portici del palazzo Gerosa Crotta.

Gino Bartali, nel 1961, circondato da dirigenti del Moto Velo Club Lecco, con il presidente Giorgio Zoboli

L’occasione di tale ricordo, con altri della sua straordinaria carriera ciclistica, avvenne durante un convivio organizzato in suo onore del Moto Velo Club Lecco, nell’estate 1961. Si tenne in un ristorante del quartiere Pescarenico, ed oltre la dirigenza del Moto Velo Club Lecco e di appassionati delle due ruote, vi erano anche rappresentanti di altre discipline sportive. Partecipò il giocatore Silvio Franchi, detto Sisso, che militava nel Lecco in serie A; c’era lo sportivissimo Guglielmo Invernizzi, organizzatore, tra l’altro del gran premio bocciofilo Carlottina, sui campi dello storico ritrovo del Piscen, in via Ghislanzoni. La serata venne organizzata grazie all’interessamento di Vittorio Chiappa, massaggiatore residente in via Azzone Visconti, che era in quegli anni impegnato con la Squadra Corse della San Pellegrino, di cui Bartali aveva la conduzione tecnica.

 Foto di gruppo del 1961 con Gino Bartali nella serata svoltasi a Pescarenico

Alla serata di Pescarenico partecipò anche un corridore della San Pellegrino, Ernesto Bono (1936-2018), che proprio in quei giorni aveva conquistato il Trofeo Cougnet. L’incontro con Gino Bartali vide la regia operativa del presidente del Moto Velo Club Lecco, Giorgio Riccardo Zoboli. Parecchi tifosi ed appassionati di ciclismo si erano radunati anche all’esterno del ristorante del convivio per vedere ed incontrare Gino Bartali, ancora popolare dopo pochi anni dalla conclusione della sua straordinaria carriera ciclistica, che aveva avuto anche risvolti coraggiosi durante la seconda guerra mondiale, in particolare nel periodo tragico dell’occupazione nazista in Italia.

Gino Bartali con la squadra San Pellegrino, in ritiro a Lecco; il primo in basso è il massaggiatore lecchese Vittorio Chiappa

Il dopoguerra italiano, 1945/1955, si ricordò pure i quella serata, era stato caratterizzato nello sport dal dualismo Bartali-Coppi, il ciclismo era molto popolare e superava il calcio; la bici era il mezzo quotidiano di lavoro e di svago, si pedalava dai paesi alle città, fra i compagni di lavoro, dalla casa alla scuola, fra gli amici di classe, nelle scampagnate, nelle ore serali d’estate, sui viali e nelle piazze ed in tante altre occasioni. Poi avvenne la motorizzazione di massa …..
A.B.
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