Il volontariato non va in vacanza/2: ad agosto 12 'Nasi Rossi' dell'Associazione Veronica Sacchi portano allegria in Brasile
Se la scorsa settimana abbiamo descritto quella del volontariato lecchese come una "casa" a cui fare ritorno, nulla però vieta che quest'ultima - zaino in spalla e cartina alla mano - parta per una missione oltre i confini italiani. Perché, anche durante il torrido agosto, in fatto di solidarietà e vicinanza c'è sempre chi continua a metterci la faccia... o meglio, il naso. Rosso.
"Manda un clown a quel paese": è questo il nome del progetto che dall'11 al 26 agosto vedrà 12 giovani volontari appartenenti all'Associazione Veronica Sacchi - ribattezzati "Branzinos Clown" - esportare il proprio "bagaglio pieno di sorrisi, formazione e volontariato" fino in Brasile.
"Manda un clown a quel paese": è questo il nome del progetto che dall'11 al 26 agosto vedrà 12 giovani volontari appartenenti all'Associazione Veronica Sacchi - ribattezzati "Branzinos Clown" - esportare il proprio "bagaglio pieno di sorrisi, formazione e volontariato" fino in Brasile.
Come nasce la sua passione per la clownterapia ed il suo percorso con l'Associazione Veronica Sacchi?
In realtà ho conosciuto AVS un po' per caso, grazie ad un corso fatto nel 2012. Questo è un mondo particolare rispetto ad altre associazioni ed in particolare proprio grazie alla presenza di Ettore e Claudia che hanno trasmesso in tutti noi sia l'amore di Veronica che la loro "follia" nell'andare fuori dagli schemi. Il lavoro che facciamo è molto incentrato sulla formazione, sul mettersi in gioco e soprattutto prendersi gioco di sé stessi, buttando fuori quella parte di noi che nella quotidianità viene spesso messa da parte per paura di sembrare stupidi. In ogni caso, penso che ognuno di noi abbia avuto una motivazione personale che l'ha spinto a diventare clownterapeuta: sono tutte storie diverse, ma anche tutte accomunate da un qualcosa che ti scatta dentro.
E per quanto riguarda il viaggio di agosto? Come è nata l'idea di questa avventura?
Ne avevo già fatti altri quattro o cinque prima, andando in Albania, Marocco, India e Romania. Ma questo viaggio in Brasile è una missione in cui si è investito tanto ed era un sogno nel cassetto da molto tempo. In questo progetto, sostenuto dalla Fondazione Candia Onlus, saremo divisi in due gruppi di sei persone ciascuno: uno andrà a Macapà e l'altro, il mio, a Marituba. Lì visiteremo diverse strutture e contesti, come un lebbrosario, ospedali, un centro di prevenzione alla lebbra e diverse scuole primarie e secondarie dei distretti più poveri della città. A Macapà, invece, si recheranno presso un grande centro per bambini disabili e abbandonati, nonché in alcune case d'accoglienza per ragazzi senza famiglia e donne vittime di violenza.
Insieme a questo, le attività principali riguarderanno spettacoli comici per i bambini, per i quali abbiamo pensato ad una gag dove si trasmetta un messaggio di tutela e prevenzione alla lebbra; e poi ancora, attività di formazione che saranno dedicate più ai ragazzi e adulti e che si concentreranno sulla creazione del personaggio comico, sulla musica con approccio musicoterapico e sulla giocoleria.
Qual è stata la motivazione che l'ha spinta a dedicarsi a queste missioni?
La missione è una cosa che mette molto più alla prova rispetto all'andare in ospedale. È quasi un'occasione che ti spinge a chiederti: quando ti ricapiterà nella vita? Tocchi con mano situazioni incredibili e, anche se non vai a cambiare il mondo, hai la possibilità di scoprire te stesso e portare quello che AVS ti ha insegnato. Per me è decisamente il momento in cui posso più mettermi in gioco e riscoprire me stesso.
Insieme a tutti quelli belli, ci sono stati anche momenti difficili durante il suo percorso come Naso Rosso?
Quando ti metti in gioco affronti anche le tue dinamiche personali e non è mai facile. È sempre difficile affrontare il giudizio degli altri, mettere in discussione sé stessi ed uscire dagli schemi imposti dalla società. Per me, oltre che una fortuna, è stata quasi una necessità conoscere l'Associazione Veronica Sacchi, perché con la sua mentalità mi ha dato possibilità di lavorare su me stesso, mettere il naso rosso e tirar fuori una parte comica che per me non è assolutamente una maschera: anzi, tante volte la maschera mi sembra di metterla quando tolgo il naso rosso. Sono entrato per caso, ma era proprio il momento giusto, a quanto pare.
Continua/3
Francesca Amato