Lecco: una Resurrezione che ricorda non solo Giuseppe Zelioli
L’evento commemorativo nel 70° della scomparsa del maestro Giuseppe Zelioli, che sarà, come è noto, nella serata di martedì 29 ottobre, presso la basilica di San Nicolò, con l’esecuzione dell’oratorio sacro La Resurrezione, porta a ricordare le manifestazioni lecchesi del 1923, in onore di Alessandro Manzoni, 50 anni dopo la scomparsa del grande autore dei Promessi Sposi.
La copertina del numero unico “Manzoniana” del 1923.
A destra Il maestro Danilo Bertani (al centro), successore di Zelioli, con i musicisti lecchesi Gian Maria Massazza e Peppino Mazzoleni (1994)
La Cappella Leonina con la nuova divisa dei Pueri Cantores, inaugurata nel 1953
Lo stesso Ruggiero, nel suo volume I° “Piccolo mondo antico lecchese” (edito nel 1972), scrive “Nel 1923, quando fu celebrato il cinquantenario della morte di Alessandro Manzoni … un principe della Chiesa ed un principe della casa regnante Savoia (quello che sarà l’ultimo Re d’Italia nel 1946) diedero inizio alla serie di manifestazione onde fu costituita la celebrazione. Migliaia di persone affollarono la basilica di Lecco per ascoltare l’allocuzione – mirabile per dottrina e per elevatezza di pensiero – del cardinale Maffi e per seguire poi, in religioso silenzio, la stupenda Messa da requiem di Giuseppe Verdi”. Lo stesso Ruggiero riferisce in un’altra nota che i presenti in basilica vennero calcolati su 2200, il massimo consentito anche per spazio di sedie relative. L’allocuzione mirabile venne pronunciata dal cardinale Pietro Maffi, arcivescovo di Pisa, noto anche come astronomo, nativo della provincia di Pavia. Era stato eletto cardinale nel 1907 da Pio X, partecipò al Conclave del giugno 1922, che elesse papa il milanese Achille Ratti, il “montanaro”, già prefetto dell’Ambrosiana a Milano ed arcivescovo sempre a Milano. Il cardinale Maffi era elencato tra i papabili in quel conclave e, per quanto trapelato, ottenne anche voti. E’ deceduto nel 1931.La città di Lecco viveva nel 1923 un periodo di transizione e di storiche novità legate anche a mutamenti politici nazionali di assoluto, rilevante spessore accaduti nel 1922. Eravamo alla vigilia della nascita della “Grande Lecco” (decreto governativo del dicembre 1923, divenuto esecutivo con il 1° marzo 1924). Si stava concludendo a livello locale un ciclo infuocato di scontri verbali e qualche volta non solo, fra ambienti laici e clericali, iniziati con l’epopea garibaldina ma accentuati nel 1895 quando la storica piazza del Mercato venne cambiata nella denominazione di piazza XX Settembre “celebrando il 25° della breccia di Porta Pia”. Il concerto tenuto dalla Banda Manzoni per incarico del Comune provocò una scissione nella banda stessa, con la nascita di un altro Corpo musicale, il San Giuseppe, detto subito “la Banda dei Paolotti”.
E’ vero che l’oratorio di don Luigi Verri era già presente ed operante da 15 anni e stava “riconvertendo” una città nota per posizioni laiche e garibaldine, ma sarà un cammino che richiederà altro tempo. Ed il tempo trascorso ha consentito un arricchimento del patrimonio musicale religioso, dovuto in larga misura alle composizioni di Giuseppe Zelioli. E’ un patrimonio legato all’attività dell’Accademia Santa Cecilia ed anche dei Pueri Cantores, che ufficialmente debuttano con la caratteristica divisa dalla tunica gialla con bordi verdi, inaugurata nel 1953.
Don Mario Molteni dirige un’esecuzione nel teatro dell’oratorio San Luigi (1960)
La Resurrezione di Zelioli ricorda e celebra questo patrimonio di presenza musicale religiosa e profondamente popolare che ha vissuto intorno alla prepositurale prima e poi basilica dal 1943, di San Nicolò in Lecco. Oggi vi sono attenzioni e memorie che allora non vi erano. Merito del maestro (che lo stesso Ruggiero in un articolo sul Resegone del 1970 definisce “candido e limpido come un fanciullo”), ma merito anche di tanti cantori, giovani e giovanissimi, ma anche di adulti e maturi che nel corso di tanti anni hanno animato la Cappella Leonina ed i Pueri Cantores; merito del successore di Zelioli, il maestro Danilo Bertani, che il Comune di Lecco ha insignito della civica benemerenza di San Nicolò; merito di don Mario Molteni, coadiutore a Lecco dal 1942 al 1962, e poi parroco di Castello sino al 1981, anno della sua scomparsa; merito di Raffaele Colombo e della sua Harmonia Gentium, e merito di tanti altri che sarebbe lungo menzionare. Insomma un’indelebile traccia popolare “nascosta ai potenti ed esaltata dagli umili”.
Aloisio Bonfanti