I Savoia aprono alla successione femminile? Sono d'accordo. Parla l'avvocato Guglielmana, dama dell'Ordine mauriziano

L’argomento – per quanto lontano dalla concretezza di tutti i giorni – è attualissimo: la scorsa settimana la stampa nazionale ha speso fiumi d’inchiostro in relazione alla decisione di Vittorio Emanuele di Savoia di mandare in pensione la legge Salica che, da sempre, blocca la strada al trono alle donne nel casato. Di fatto il figlio dell’ultimo re d’Italia ha designato, pur incontrando delle opposizioni, la giovane nipote Vittoria, 16 anni, quale erede della Real Casa, se non già per governare, quantomeno – come puntualizzato da Emanuele Filiberto, padre della ragazzina - per portare avanti la storia millenaria dei Savoia, guidando altresì verso il futuro le charities e gli ordini dinastici collegati alla famiglia.

Marilena Gugliemana e il fratello Eros Guglielmana con gli abiti da dama e da cavaliere

Tra quest’ultimi, oltre all’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, l’Ordine Civile di Savoia e al Merito Civile di Savoia figura anche l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro al quale appartiene una lecchese. Ebbene sì, tra la cerchia ristretta degli ammessi all’Associazione – che nulla ha a che vedere con la massoneria – vi è l’avvocato Marilena Guglielmana, dama Maurziana di alto rango ormai da oltre un decennio. “Sono molto, molto, molto felice di far parte, con mio fratello Eros, di questo Ordine che è un Ordine cattolico, particolarmente religioso, con finalità benefiche” spiega la nota penalista.
L'Ordine, istituto nel 1572, è frutto infatti della fusione dell'Ordine Cavalleresco e Religioso di san Maurizio e dell'Ordine per l'Assistenza ai Lebbrosi di san Lazzaro. Fu papa Gregorio VIII, con bolla del 13 novembre 1572, a nominare gran maestro il duca Emanuele Filiberto e i suoi successori in perpetuo. Con l'unificazione italiana nel 1861, l'Ordine Mauriziano divenne de facto un ordine di stato italiano aperto a meriti civili e militari. Con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, come espressamente indicato dalla XIV disposizione transitoria, è stato conservato quale ente ospedaliero. E’ divenuto dunque un’associazione senza fini di lucro. Le onorificenze già conseguite sono state mantenute e il conferimento è legittimamente proseguito in modo autonomo da parte della Casa di Savoia. Agli aspiranti cavalieri e alle aspiranti dame sono, per statuto, richieste le doti di onestà, fedeltà, comprensione, generosità e perdono. Oggi l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro conta circa 4.000 membri, fra cavalieri e dame, distribuiti in 33 paesi nel mondo e divisi in Delegazioni nazionali e regionali. Ogni Delegazione è retta da un Delegato del Gran Magistero e gode dell'assistenza di un Religioso cattolico presbitero. “Il nostro attuale priore – come già il precedente che ho avuto modo di conoscere – è una persona di grande caratura teologica. La legione lombarda è molto attiva: ogni mese, presso la chiesa di San Maria del Carmine a Milano, viene celebrata una messa – seguita poi da un incontro conviviale – con cori e testi liturgici così curati da farti sognare il Paradiso. E’ una funzione molto sentita. Si parla di poveri, di sostegno agli umili. Si parla di Dio insomma, del Vangelo cattolico non solo scritto sulla carta ma applicato nel quotidiano come viene chiesto alle dame e ai cavalier dell’ordine mauriziano” argomenta l’avvocato Guglielmana, ricordando altresì come l’accesso, pur a carattere esclusivo, sia riservato non solo ai membri della nobiltà ma anche a tutti coloro che facciano parte del mondo delle scienze, dell'arte, della letteratura, dell'industria e degli affari, col presupposto che godano di ottima reputazione tra i loro pari e che condividano come obiettivo le finalità umanitarie dell'ordine stesso. Per antica consuetudine, l'insignito del cavalierato gode poi della nobiltà italiana personale. “Nel mio lavoro cerco di aiutare i bisognosi. L’ho sempre fatto e lo farò sempre. Alle volte è sufficiente una parola di conforto per vedere una persona rivivere. Quella dell’avvocato è una professione sociale e molto umana: solo con un approccio di questo tipo si può fare questo mestiere davvero. Fare l’avvocato vuol dire conoscere le difficoltà di chi si presenta dinnanzi a te: in studio devi senz’altro confortarlo umanamente, prima di arrivare al diritto che va conosciuto nelle virgole”.

Eros Guglielmana, Emanuele Filiberto di Savoia, un'altra partecipante all'evento e
l'avvocato Marilena Guglielmana ad un incontro dell'Ordine

Sono di alta caratura, gli associati con i quali Marilena Guglielmana e il fratello Eros hanno modo di confrontarsi durante le due cerimonie ufficiali che scandiscono l’anno degli appartenenti all’Ordine mauriziano. La prima viene celebrata in Francia, il 18 marzo, nell'Abbazia di Altacomba, in occasione della commemorazione dei membri deceduti di Casa Savoia. La seconda rappresenta il Capitolo Generale dell'Ordine e viene tenuta nell'abbazia svizzera di San Maurizio di Agauno, presso Martigny. Nell'occasione vengono introdotti i nuovi membri e ha luogo un ballo di beneficenza. “Io e mio fratello partecipiamo sempre. Per qualche anno si è svolta a Roma, in ville bellissime. Nel 2019 siamo stati a Nizza. Mi auguro che Vittoria venga presentata in una di queste due occasioni” ha aggiunto l’avvocato, schierandosi dalla parte di Vittorio Emanuele in tema di abolizione della legge Salica, decisione che segue la strada già tracciata dalla principali monarchie europee. “Sono assolutamente d’accordo. C’è stata un’evoluzione, anche l’Ordine stesso fino al ventesimo secolo era precluso alle donne. Oggi è riconosciuta in tutti i campi la parità. Anche se personalmente il genere maschile non mi ha mai fatto sentire inferiore. Con Vittoria proseguirà la storia del Casato già scritta dai suoi antenati”.
E riguardo al futuro? “In generale siamo ripiombati nel Medioevo, sto aspettando il Rinascimento. Spero che anche noi Cavalieri e Dame con la nostra umanità potremo dare un contributo al Paese, anche a livello politico perché se ne avverte davvero la necessità. Ricordo quando un grande giornalista come Enzo Biagi intervistò l’ultima regina d’Italia, la “regina socialista”, donna dalla idee democraticissime. “Maestà, qual è il difetto degli italiani?” le chiese. Maria Josè si fermò un attimo, ci pensò poi risposte: “La pazienza”. Ha ancora ragione lei. E noi siamo ancora pazienti...”.
A.M.
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