Dall'esperienza del dissolto Nuovo Centrodestra ai ciellini in campo con Gattinoni: 5 domande 'pre-elettorali' a Filippo Boscagli

Filippo Boscagli
Proprio oggi festeggia 40 anni. Da (almeno) 20 è in pista: nel 2000 è stato scelto quale presidente della Consulta degli studenti di Lecco entrano poi anche nel Consiglio Nazionale. Nel 2001 entra nel consiglio di Zona 1 Pescarenico-Centro. Dal 2006 è consigliere comunale, con un'esperienza poi anche in Provincia. Un veterano della politica al servizio della città, insomma, nonostante l'ancor giovane età. Mentre il lato sinistro dello scacchiere prende forma - non senza "stranezze" - in vista della prossima tornata elettorale, anche Filippo Boscagli conferma di essere ancora della partita, di nuovo sul "fronte opposto".

Partiamo da una curiosità. L'attuale gruppo consiliare composto da Lei e da Paola Perossi porta ancora il nome del dissolto partito di Angelino Alfano "Nuovo centrodestra". Perchè la scelta di mantenere tale "etichetta"? E soprattutto, estinto quel movimento, in quale si incasella Filippo Boscagli?
È vero, è strano leggere ancora la sigla NCD. Ma quell'esperimento rappresentava uno spazio per fare politica a Lecco molto interessante. Oltre al sottoscritto ed a Paola avevano aderito anche Antonio Pasquini, Daniele Nava, Mauro Piazza, Emilio Minuzzo e davvero tanti altri amministratori di Lecco e Provincia. E per quella lista arrivare al 12% fu un risultato straordinario se pensiamo che il livello nazionale non ha mai superato il 4%. Purtroppo il progetto nazionale si è arenato per l'appiattimento al PD renziano, mentre doveva rappresentare una novità nel mondo di centrodestra. Io stesso dopo il voto sulla Cirinnà non rinnovai più l'adesione. Poi finì come finì... ma l'esperienza lecchese è rimasta una modalità di lavoro davvero interessante, un gruppo di persone preparate pronte a governare o fare opposizione ma sempre sui contenuti. Cioè a Lecco direi che è stata una esperienza molto vicina a quelle di una lista civica che prende a cuore i contenuti (scuola, trasporti, opere pubbliche, tema montagna e lungolago...) rispetto allo scenario generale di partiti in cui difficilmente ci si riconosce.​

Come giudica questi ultimi 5 anni d'opposizione e con quale voto licenzierebbe la Giunta Brivio?
Fare opposizione ha degli aspetti decisamente faticosi, soprattutto se vuoi portare avanti un contributo e non solo dire NO a tutto, proprio perché spesso la democrazia in Comune è la dittatura della maggioranza. Ricordo ancora con un reale dolore la bocciatura all'odg sulla scuola dell'Ospedale perché proposto dall'opposizione... Anche se nel dialogo personale con singoli esponenti di maggioranza o della Giunta ci sono state, pur piccole, possibilità di lavorare (dal tema Montagna alle scuole materne). Quello che mi rimane dall'esperienza di Consigliere di minoranza, è la possibilità di condividere piccoli e grandi bisogni delle persone di Lecco, con cui mi trovo anche solo per caso a parlare ed è il motivo per cui uno amministra. Il voto all'amministrazione invece vale per 10 anni di mandato e la sintesi non può essere che insufficiente, sinteticamente: troppo poco e troppo tardi. Depuratore, Bione, Lungolago, Viabilità, rioni periferici... Con gli ultimi eventi (Waterfront o belle mostre a Palazzo delle Paure) mi ricorda molto uno studente che, dopo non aver studiato nulla fino a maggio, spera di recuperare un intero anno scolastico con l'ultima interrogazione... Anche l'aver mantenuto i bilanci virtuosi è vero e giusto ma è come se quello stesso studente di fronte al prof avesse detto "Certo non ho studiato ma ho i libri e lo zaino a posto".

Guardando all'appuntamento elettorale della prossima primavera, sarà di nuovo della partita? In quale formazione? Nelle scorse settimane, tra l'altro, non ha nascosto il dispiacere per la scelta di Daniele Nava di non prendere parte, quale candidato del centrodestra, alla corsa per la poltrona di sindaco. Ritiene fosse la figura giusta per tutelare i "moderati" in una coalizione a trazione leghista? E non ha mai pensato di proporsi in prima persona per sfidare Gattinoni e Valsecchi?
Con Daniele ho lavorato bene per anni, per quello sì, davvero pensavo fosse la figura ideale per ricreare le condizioni migliori per una governabilità stabile ed efficace della città come è stata la Provincia di quegli anni, dal livello davvero alto (da Antonio Rossi a Gianluca Bezzi, dallo stesso Virginio Brivio al Sen. Paolo Arrigoni, da Fabio Dadati a Antonello Formenti). Io ora sto lavorando per creare le condizioni di una svolta di discontinuità rispetto a questi 10 anni ed il panorama di oggi, gennaio 2020, dice che l'unica alternativa rimane il centrodestra. ​ La forma poi può essere una civica di persone disponibili a spendere tempo e professionalità per la città con idee di rilancio economico, turistico, infrastrutturale, ambientale etc... In questo caso sì io, con i miei anni di esperienza alle spalle, ci sono. Se invece non ci sono le condizioni non vivo di politica e molto serenamente non sarò della partita. Ma chiunque si candidi a Sindaco - no, personalmente non sto pensando ad un #BoscagliSindaco vs. Gattinoni-Valsecchi - deve avere come orizzonte un lavoro durissimo, che sia il più possibile condiviso con la città, perché il bello e brutto di amministrare Lecco è dovuto alla sua piccola dimensione che permette un contatto quotidiano con le persone (bellissimo), ma la cui struttura amministrativa tarata per meno di 50.000 abitanti è troppo debole per rispondere a tanti bisogni se non ci si dedica completamente.

Un paladino come lei della "lecchesità", come vede la possibile candidatura di Gigi Gianola, di fatto di Premana, alla carica di sindaco?
Non bisogna confondere la lecchesità come chiusura, se no finiamo a fare i soliti Lombardi considerati gelidi e distaccati. Io ho sempre considerato la lecchesità come una sintesi degli aspetti positivi della nostra identità ed ho iniziato a utilizzare quel termine per descrivere gli stupendi paesaggi delle nostre montagne, molto raramente l'ho utilizzato per questioni politiche. Quindi la questione non è avere tutti i documenti che attestino di essere Lecchesi da generazioni (che può certo aiutare) ma il grande tema è conoscere Lecco e la sua gente, amarne e rispettarne le tradizioni e voglia lavorare per migliorare la nostra vita quotidiana. Ovviamente per fare questo ci vuole una esperienza di vita diretta, che sia lavorativa, di residenza e non certo via social... Nel caso di Gianola peraltro mi risulta viva in Falghera (quindi magari come gli abitanti da generazioni dice già ​ "vado a Lecco" per andare in Centro...) ed abbia lavorato a Lecco dove viveva già gli anni dell'università, così come tanti altri lecchesi che si sono trovati negli anni a venire ad abitare in città.

Se nel centrodestra circola il nome di Gianola, anche nella lista "Gattinoni Sindaco" sembrano presenti ​ persone vicine al mondo di Comunione e Liberazione a Lecco. Da appartenente al movimento, come vive questa evidente spaccatura di CL? E a suo avviso, da cosa è generata?
Parlando con diversi amici rimane un'idea generalmente negativa o quantomeno la delusione per questi anni di amministrazione a Lecco. Poi, so che può sembrare incredibile, ma contrariamente a quello che si pensa i ciellini son persone normali, quindi anche con idee diverse tanto più in politica. Quello che li caratterizza è la ricerca di un giudizio comune che non sempre è possibile per tutti. Io personalmente vivo da sempre con dolore la divisone dei cattolici in politica ed ho sempre lavorato il più possibile per un'unità. I motivi sono tanti, si va dalla delusione per la politica che colpisce anche il mio elettorato, alla difficoltà della politica di rappresentare i bisogni delle persone, alla mancanza di un lavoro insieme per cui ognuno è giustamente libero di prendere la propria strada. Ma non direi certo che Comunione e Liberazione sia spaccata, stiamo parlando di una comunità e non di un partito. Fortunatamente è un'esperienza di vita che tiene conto di tutte le dimensioni della realtà e che non finisce nella mia scelta politica...
A.M.
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