Amarcord, Lecco: le mille partite del Big Bar finirono nel maggio 2000

Con il 4 maggio il caffè è tornato ad essere servito in città ma solo in versione take away dai bar che, con fatica, si sono adatti alle nuove disposizioni. In un periodo sospeso anche per questo tipo di attività, di solito caratterizzate da “movimento”, pubblichiamo questo contributo di Aloisio Bonfanti sulla storia di uno storico locale lecchese terminata proprio nel maggio di 20 anni fa.

E’ stata una sorpresa, nel maggio 2000, la notizia dell’addio di Janko Romagnolo al Big Bar di piazza Diaz, vicino al municipio, dove era presente da oltre trent’anni, in posizione centralissima della città, a due passi anche dalla stazione ferroviaria e dall’antistante piazzale, partenza ed arrivo di linee bus urbane ed extra urbane. Janko concludeva la sua storia professionale iniziata al Big Bar il 1° ottobre 1968, dopo aver fatto l’ultima stagione estiva al Bar K2, sul lungolago.

Ultima sera al Big Bar

    La vicenda Big Bar ha avuto inizio nel settembre 1966, con Augusto Corti, il lecchese che volle rinnovare il vecchio “Ottavio Brambilla”, ritrovo storico della città della prima metà del Novecento, abituale ai mediatori d’affari del mondo agricolo nei giorni di mercato. Dopo aver realizzato il nuovo bar K2 su lungolago, agli inizi degli anni ’60 (con arredamento ed illuminazione particolare) Augusto volle il bis in alto alla Contrada Larga, di fianco all’hotel Moderno.

Squadre “Vecchie Glorie-Lecco” e Big Bar al Rigamonti

I locali vennero completamente rinnovati, vennero sistemati spazi attigui, come sala da the e per il gioco del biliardo. Janko, che era giunto a Lecco giovanissimo dalla nativa provincia di Rovigo, prese servizio al K2, dove rimase per otto anni acquisendo quell’esperienza professionale, che porterà nel Big Bar, che, nel frattempo, nel 1968, era passato da Augusto Corti al fratello Marco. Nell’anno successivo, 1969, Janko ne diviene il titolare affiancato dalla consorte Nerina Polvara. Dal matrimonio è nata la figlia Samantha, che ha poi collaborato con i genitori.

Squadra Big Bar, in maglia bianca al Bione

    Il locale diventa subito, negli anni ’70, punto di aggregazione per tanti amici ed anche di animazione per il tempo libero in attività sportive e ricreative. La squadra di calcio, trascinata dal compianto Dario Maitre, si impose in tornei notturni, in campionati amatoriali ed aziendali. Il locale divenne ritrovo di appassionati delle boccette e del biliardo e si disputarono gare di richiamo regionale.

Carlotta ed Alberto Guareschi, figli di Giovannino, al Big Bar con Renzo e Lucia dei Firlinfeu

    Per quanto riguarda l’attività del gruppo sportivo, nel maggio 1997 era avvenuto un raduno amarcord, con la pubblicazione di apposito volumetto ricco di cronaca e di documentazione fotografica. Nella storia del Big Bar c’è anche il Lecco Club “Dario Maitre”, con presidente onorario Giuseppe Crippa ed effettivo Angelo Cangiamila. Nel novembre 1987 è stato il saloncino del Big Bar ad ospitare la cerimonia di gemellaggio tra Renzo-Lucia e Peppone-don Camillo, quando al pomeriggio, al Rigamonti, si sarebbe giocata la partita Lecco-Brescello.

Big Bar con mascottes

Il Big Bar ha visto anche le serate con i figli di Giovannino Guareschi, Alberto e Carlotta e con il poeta scrittore di Cesena, Duilio Farneti, autore della versione in dialetto romagnolo dei Promessi Sposi. Quest’ultima serata venne organizzata grazie alla collaborazione della sezione Fiamme Gialle in congedo di Lecco, con Filippo Di Lelio. Intervenne, per il Comune, il vice sindaco Angelo Fortunati.

Andrea Invernizzi viene premiato dal vice sindaco Emilio Sangregorio (a sinistra)

Un’apposita serata venne organizza al Big Bar per festeggiare Andrea Invernizzi, il camminatore eccezionale di Acquate, che, sulla pista del Bione, aveva ottenuto il record mondiale delle 24 ore, sostenuto nelle ore notturne dal coro degli amici. Andrea, purtroppo scomparso, era un vero atleta dell’Olimpiade di altri tempi, un podista generoso e tenace come pochi: dopo la dura giornata di lavoro come “tirabagia”, si allenava a perdifiato nelle strade lecchesi, sul far della sera.

“Nazionali” Lecco centro e Santo Stefano; Roberto Castelli primo in piedi a destra

E’ il Big Bar che organizza un confronto singolare tra le “Nazionali” di Lecco centro e del quartiere Santo Stefano: si disputava al Bione in un pomeriggio di vento gelido. Gioca anche, con “Santo Stefano”, uno studente universitario che, senza saperlo, si allena per la nazionale di palazzo Madama, sede del Senato, e poi nel Governo della Repubblica. Sarà il senatore Roberto Castelli, Ministro di Grazia e Giustizia. Milita nel Big Bar anche Pasquale Del Giudice, nazionale della squadra ferrovieri, reduce da un mancato debutto nella sua Bari, al vecchio stadio della Vittoria. Allenerà il Lecco nel campionato 1983/1984, quando era amministratore delegato Valerio Somasca. L’ultima volta che il Big Bar partecipa ad un torneo notturno di vecchie glorie è nel quartiere lecchese di Rancio, dove la squadra vince la finalissima nei supplementari per 4 a 3.

Lo scrittore Duilio Farneti (quinto, da sinistra), autore dei Promessi Sposi in dialetto romagnolo

I ricordi del Big Bar portano anche a rispolverare un mondo diverso: il calcio del tempo libero, un calcio sincero e generoso, di attaccamento alla casacca sociale; un football genuino, proteso ancora alla coppa o alla medaglia, al trofeo da esporre nelle vetrinette del bar.

Janko Romagnolo e la sua famiglia

La memoria e la storia, presto o tardi, ritrovano e ricordano quanto è stato compiuto con generosità di impegno e di propositi. E così può essere vent’anni dopo la chiusura di un bar che è stato riferimento di vita cittadina e che ora ha cambiato denominazione come “Caffè Diaz”.
A.B.
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