Lecco: su la serranda anche per i negozi di abbigliamento e scarpe. Ottimismo a metà, tra procedure e capi ormai...stagionati
Dopo giorni incerti oggi, lundì 18 maggio, in città si sono alzate anche le saracinesche dei negozi di scarpe e vestiti nel rispetto delle normative di salute pubblica. Parola d’ordine? Sanificazione. Primo pomeriggio d’apertura all’insegna della pulizia, della distanza di sicurezza e di tutte le disposizioni di igiene necessarie per tutelare commercianti e clienti.
“Igienizziamo i camerini, il banco cassa e tutte le superfici di contatto” esordisce così Anna De Pascalis, commessa del negozio Rinascimento in Via Cavour. La segnaletica non manca e già dall’ingresso salta all’occhio l’attenzione con cui Anna e la collega Linda Vasta hanno riorganizzato il punto vendita. “In questo negozio è consentito l’utilizzo di 3 camerini”. “In questo negozio è consentito l’accesso a massimo 8 persone” si legge.
“Obbligatorio 1.5 metri di distanziamento e mascherina per tutti. Considerata la metratura possiamo essere al massimo in dieci persone quindi dato che lavoriamo in due significa avere al massimo 8 clienti all’interno” spiega l’esercente. “E’ anche possibile provare il capo nella propria abitazione e nel caso in cui l’indumento non andasse bene c’è la possibilità di scegliere se essere rimborsati dello stesso valore dell’articolo acquistato oppure richiedere una gift card”.
E con con vestiti che vengono provati in negozio come vi comportate?
“Noi dopo la prova mettiamo i capi in quarantena: vengono infilati in un sacchetto e imbustati in magazzino per 48 ore, successivamente li stiriamo con la vaporella e solo dopo tutti questi passaggi vengono messi di nuovo in vendita” argomenta Anna.
In Outdoor 099, in via Mascari, si respira aria di positività, infatti Marco e Daniela cercano di vedere il bicchiere mezzo pieno, complici gli habituè che non hanno perso tempo a contattarli. “I nostri clienti ci hanno cercato quindi è andato tutto bene. Oggi in città si vede già più movimento e siamo ottimisti. Abbiamo adottato tutte le misure anticontagio, quindi abbiamo sanificato il negozio con il trattamento ad ozono, mascherine, guanti e gel. La gente non sembra spaventata anzi è molto gentile e rispettosa. Fino ad ora abbiamo verificato che chi entra si comporta in linea con le direttive”.
Il negozio ha anche un reparto bambini che non è stato riaperto con l’inizio della fase2: “Noi abbiamo scelto di aprire il reparto bambini e baby solo settimana scorsa per la sicurezza nostra e dei clienti dato che non era chiara l’evoluzione della malattia” ha aggiunto Daniela.
I mesi di lockdown, poi, hanno bloccato completamente l’attività di Emma Barone, titolare del negozio Underground di Via Mascari. L’esercente ha deciso di non ripiegare sulle vendite online come segno di rispetto a tutte le persone che hanno perso la vita a causa del covid-19. “Ho deciso di non farle soprattutto nel primo mese quando il numero dei morti era elevatissimo. Ad oggi spero che i clienti tornino a comprare nei negozi come un tempo e non si affidino solo a internet.” L’entusiamo non manca ma forse le disposizioni governative a tutela della salute non basteranno per far cessare la paura nei cittadini: “Ho tanta voglia di tornare a lavorare ma la gente è ancora impaurita ed i soldi scarseggiano. Io ho disinfettato tutto, comprato mascherine, gel disinfettante e spray igienizzante per i vestiti”.
Tutto pronto quindi anche se gli avventori devono ancora ritornare ad una vita ‘normale’, lo shopping per ora non è la priorità. Oscar Riva, titolare dello storico negozio di scarpe Kammi all’Isolago spera negli aiuti concreti dallo Stato per tutto il settore che ha perso mesi preziosi di fatturato della stagione primavera-estate: “C’è tanta attenzione alle norme e vedo tanta educazione nella gente che si è abituata ad aspettare e stare in coda, in questo senso c’è positività. Però lavorare a numero ridotto non è facile: io ho un negozio dove possono entrare 20 persone ma devo farne entrare 5 alla volta. E’ chiaro che la salute di dipendenti e clienti è la priorità assoluta ma a livello economico siamo in ginocchio perché abbiamo perso 2 mesi. Si spera che lo Stato dia un sostegno. Ci auguriamo che tra un anno questo periodo sia solo un brutto ricordo e che si possa tornare alla normalità”.
Di esperienza Oscar ne ha da vendere e lo si evince dalla consapevolezza delle sue affermazioni mentre delinea il quadro della fase2 per i commercianti di vestiti e scarpe di Lecco.
Sempre all’Isolago Giovanni Chiesa, titolare del negozio Pigiami di Giò guarda ai prossimi mesi estivi con ottimismo: “Per ora le cose stanno andando come ci aspettavamo. La salute degli acquirenti è importante e ci muoviamo in quella direzione. Per ora nessuno ha provato i capi e hanno tutti comprato chiedendo la propria taglia. Io e mia moglie Monica siamo fiduciosi anche se è ancora presto per tirare le somme”.
C’è anche chi è riuscito a reinventarsi riprogrammando la produzione standard in mascherine durante il lockdown: è il caso del negozio D&P in Via Cavour. “Siamo riusciti a convertire immediatamente producendo mascherine TNT ossia tessuto certificato che protegge chi le indossa” spiega Martina Cominoli. Infatti, dietro il vetro del bancone sono ben visibili mascherine che spaziano in colori e creatività per chi ne volesse acquistare qualcuna in fase2. “E’ importante tranquillizzare psicologicamente il compratore con tutte le prescrizioni igieniche possibili: abbiamo comprato spray igienizzanti, guanti e mascherine”.
Difficile però recuperare il fatturato sfumato in questi mesi chiarisce Martina. “Quello che si è perso non si riesce più a rincorrere perché oggi le esigenze guardano all’estate mentre i capi di mezza stagione dovranno essere scontati”.
E’ stato possibile vendere online durante il lockdown?
“Noi non eravamo preparati e abbiamo dovuto accelerare. Adesso siamo attivi anche virtualmente e questo è uno spiraglio per tutti i negozi in un periodo così difficile” conclude.
C.Ca.