Il cinema Aquilone torna a spiccare il volo: partono i lavori, primo film tra un anno

Partono i lavori. Come noto il progetto di ristrutturazione e riqualificazione dell'antico teatrino del sagrato, ormai ribattezzato "Aquilone", ha vinto due bandi - uno di fondazione Cariplo e l'altro dalla Regione - per un totale di 650.000 euro, dunque da settimana prossima l'intervento prenderà il via.

Gli intervenuti alla presentazione

È tanta la soddisfazione che trapela dalle parole dalle figure cardine di questo progetto che ridarà nuova vita alla storica sala. "Sono otto anni che mi trovo in questa parrocchia e la prima volta che sono entrato in questo stabile ho provato subito una grande emozione, sia per quanto riguarda il teatro sia per la cappellina adiacente" ha asserito don Don Filippo Dotti, responsabile dell'oratorio San Luigi e in qualche modo "padrone di casa". Sottolineando la genialità creativa del mettere insieme l'esperienza di fare teatro con quella di giocare a pallone e di fare preghiera, il sacerdote ha puntualizzato come l'idea alla base del progetto sia quella di costruire un punto di attrazione culturale, anche per far dare visibilità una struttura "che è conosciuta solo dai frequentatori dell'oratorio".

Don Filippo

Don Davide

Mette le mani avanti, invece, don Davide, specificando che la priorità data alla ristrutturazione dell'Aquilone piuttosto che a quella dell'oratorio è dovuta alla fortunata coincidenza dei bandi, che meglio avrebbero accolto un progetto come quello di riqualificazione del piccolo teatro.
"La comunità cristiana non si pensa chiusa in questo spazio, bensì vuole costruire un luogo di educazione e ripartenza: questa sala vuole essere una chiamata per chi ha passioni cinematografiche, qualunque membro della comunità. Per questa ragione l'entrata principale sarà dalla città, dalla strada (via Parini, ndr) e non dall'oratorio" ha affermato il prevosto di Lecco, sottolineando come la programmazione non sarà incentrata solo su aspetti meramente cattolici quanto sull'elaborazione culturale in senso lato. Nasce quindi una nuova casa di Lecco, che don Milani ha già ribattezzato "piazza più alta" in riferimento all'aspetto geografico - più in quota rispetto alle altre più centrali - ma anche perché si occuperà di "coltivare la fede e la vita attraverso la cultura".

Enrico Rossi

Mario Mozzanica

Uno spazio che sarà utilizzato dalla comunità in generale, ma messo a disposizione anche delle case di cura come la Borsieri o la Talamoni, così come per integrare le attività dell'oratorio dei giovani e delle giovani.
Venendo alle parti più "tecniche" del progetto, l'idea alla base del bando promosso da fondazione Cariplo, attraverso le parole del dottor Mario Mozzanica della commissione centrale di beneficienza, è frutto della volontà di "rivedere la programmazione dopo la diffusione del virus, proponendo bandi per sostenere il terzo settore". Beni aperti, il nome del bando vinto dal progetto in questione, è nato però prima della pandemia perché "ci siamo resi conto che molti luoghi di aggregazione stavano decadendo in maniera tragica" ha puntualizzato il collega Enrico Rossi, anch'egli membro della commissione centrale di beneficienza, che continua sottolineando l'importanza di un'intuizione del genere in un contesto di ridotta socialità in epoca post-pandemica: "dobbiamo fare in modo che i giovani ritornino a stare insieme dopo questa pandemia: quello della socialità è un valore che non va assolutamente trascurato".

L'accesso da via Parini

È il restauro conservativo la filosofia che ha guidato i due architetti incaricati di progettare la ristrutturazione del teatro: "è una struttura su cui agiremo principalmente attraverso una riqualificazione tecnologica, oltre che a livello di sicurezza e arredi. Non dobbiamo dimenticarci che questo è un edificio storico che richiede rispetto delle caratteristiche e dello stile eclettico che lo contraddistingue, a metà tra il neogotico della cappellina e le linee liberty del teatro" ha esordito Roberto Spreafico.

Roberto Spreafico

Enrico Albini

Giorgio Colombo

D'accordo con il collega anche l'architetto Enrico Albini che ha insistito sulla volontà di lasciare l'ambiente come l'attuale, rifunzionalizzando gli interni tra cui l'atrio - che avrà un doppio sbocco (da via Parini e dall'oratorio) - l'ingresso in cui ci saranno due blocchi per i servizi igienici al momento assenti e 92 posti a sedere in sala più altri 46 in galleria.

L'adiacente cappella

Giorgio Colombo della Colombo Costruzioni - ditta a cui è stata affidata la realizzazione del cantiere - ha ringraziato don Milani, sottolineando la volontà di "fare bene e il più in fretta possibile. Al momento stiamo preparando l'area cantiere mentre il primo colpo di piccone lo faremo la prossima settimana".
Le previsioni - complici anche le poche ferie estive a seguito del lockdown - danno la fine dei lavori entro un anno quando, si spera, i lecchesi potranno godere di una sala in più in città.
Il primo blocco di lavori, principalmente rivolto agli interni, prevederà una spesa complessiva di 900.000 euro finanziati dai 200.000 del bando della regione, 450.000 del bando di fondazione Cariplo e il restante messo da un privato.

La sala


Ma è al di là dell'aspetto economico che guarda il prevosto, il quale, in conclusione, ha tenuto a ricordare ai presenti che "l'economia da sola non fa ripartire tutto: questo intervento è fatto per far ripartire la comunità, per fare in modo che la gente superi la paura e ricominci ad uscire di casa".
A.A.
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