Mandello: in pensione il dr. Fabio Cereghini, dopo 38 anni di servizio al fianco dei suoi pazienti

Il dr. Fabio Cereghini
Stacca dalla parete il quadro contenente la sua laurea in oncologia il medico di base Fabio Cereghini. Il calendario segna infatti "30 giugno 2020" nell'ambulatorio di via Dante a Mandello del Lario, condiviso con altri colleghi: per lui è giunto il momento di chiudere il suo percorso professionale. Qui, dove è nato un nuovo modo di vivere la medicina con la condivisone e lo scambio delle rispettive competenze e conoscenze, saluta il raggiungimento della meritata meta della pensione con un "è naturale e giusto così, dopo trentotto anni". "Ringrazio i miei pazienti che mi hanno dato tanto a livello di relazioni umane" commenta il dr. Cereghini. "Con loro chi ha lavorato con me, con un pensiero allo scomparso dr. Gianpaolo Bonacina. Grazie anche alle infermiere, al personale della reception".
Negli scatoloni che sta riempiendo, il medico - nato a Vendrogno dove la madre Ida insegnava e il padre Battista era impiegato comunale - immette tutto, con il suo passato professionale unito a quella umanità parte integrante e indispensabile di chi lavora nella sanità. Per Fabio Cereghini, questo mix è stato la linea guida del suo essere dottore: conosciuto da una buona parte dei mandellesi, è fratello di Ascanio, medico nella stessa struttura, e nipote per via materna del dr. Gianni Comini, fondatore a livello locale delle sezioni Avis e Aido. Una classe, insomma, di addetti alla sanità, che nel rapporto con i pazienti hanno sempre operato con quella modalità che a volte supporta la malattia ad integrare la terapia farmacologica.
Fabio Cereghini, sposato con Rosy Balatti recentemente pensionata dalla sua occupazione presso il comune di Lierna, nel suo virtuale scatolone dei ricordi personali famigliari pone anche il giorno del matrimonio officiato e benedetto da don Luigi Ciotti con altri sacerdoti convenuti a Lecco. Al congedo dalla professione medica racconta: "Mi sono trovato in mezzo alla pandemia. Con uno sconvolgimento dal punto di vista organizzativo di tutto ciò che prima rientrava nella normalità. La morte di alcuni nostri colleghi ci ha segnato anche interiormente". E sulla gestione dell'emergenza il pensiero e la riconoscenza del dottor Cereghini va "alla Protezione Civile e al Sindaco che ci sono stati di valido aiuto in questi momenti. Penso alla regolamentazione del corretto accesso ai nostri ambulatori, attenti ad evitare ammassamenti e al rispetto delle normative in atto".
Ma cosa farà da pensionato il nostro medico? "Ad inizio mese farò una vacanza con mia moglie, la mia famiglia. Poi si vedrà. Io sono un medico, non prenderò impegni ma non scomparirò". Come a dire che la sua è stata e rimane quella che oltre la professione è una missione. Intervistato, anni fa, da chi vi scrive, lo zio dr. Gianni Comini da presidente Avis ebbe a dire: "Esistono i donatori e i datori di sangue: i primi danno il proprio sangue gratuitamente, i secondi dietro compenso". Una semplice frase che mette in luce quanta umanità stia in queste parole. Lo stesso altruismo trasmesso al nipote Fabio, oggi non riposto nello scatolone ma sempre aperto e disponibile a tutti. Felice pensione da tutti noi.
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