Lecco: in villa Manzoni inaugurazione per la restaurata cappella dell'Assunta

Inaugurazione nel tardo pomeriggio e in serata l'apertura al pubblico - oggi 18 luglio - per la restaurata cappella dell'Assunta all'interno di Villa Manzoni e della nuova sala multimediale del museo manzoniano dedicata alla Storia della colonna infame, «il vero finale del romanzo» dei Promessi sposi troppo spesso trascurato nonostante l'insegnamento che ancora può dare.

L'altare della cappella

Taglio del nastro quasi blindato per via delle norme per il contenimento del contagio da coronavirus. Intervenuti, l'assessore comunale alla cultura Simona Piazza e i direttori dei musei Mauro Rossetto e Barbara Cattaneo oltre a Emilio Amigoni, in rappresentanza della Fondazione comunitaria del Lecchese, il cui contributo è stato fondamentale per permettere i restauri della cappella: «E si è trattato di un fatto eccezionale - ha detto - visto che solitamente non vengono finanziati lavori di enti pubblici, ma questa volta ne è valsa la pena».

Da parte sua, l'assessore Piazza ha detto come «questa villa sarà in grado di dare molto nei prossimi anni. Consegniamo un punto di arrivo: ora si potranno completare i restauri del primo piano e delle scuderie per fare di Villa Manzoni un grande spazio culturale per la città. Gli stanziamenti ci sono già».

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Rossetto e Cattaneo hanno poi illustrato gli interventi effettuati. La nuova sala sulla Colonna infame è animata da alcuni "effetti speciali" con lo scopo di coinvolgere emotivamente il visitatore «perché il problema dei musei letterari e musicali è che spesso si limitano a celebrare l'autore. E invece bisogna andare oltre».
In quanto alla cappella, i restauri hanno ridato luminosità a una decorazione sobria in grado di valorizzare anche la pala d'altare realizzata dal pittore Paolo Preda (attivo fra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento) e che «ritrae una Madonna Assunta lontana dall'iconografia tradizionale: ritrae una giovane ragazza che indubbiamente è proprio una contadina di qui coi suoi bei pomelli rossi».

Nella cappella sono poi state collocate due altre tele conservate dal museo: una Sacra famiglia con il Bambin Gesù che gioca con San Giovannino e inoltre una conversione dell'Innominato. E' stato anche deciso di collocare una accanto all'altra le lapidi degli Scola, la famiglia alla quale Manzoni vendette la villa del Caleotto.
Tra i desideri vi è anche quello di poter ottenere - magari in comodato d'uso - tre preziosi reliquari risalenti al Cinquecento e acquistati dal nonno del don Lisander che gli Scola donarono alla parrocchia di Vercurago, finendo così anche sotto un'altra diocesi, quella di Bergamo. Attualmente, tra l'altro, i tre reliquari sono esposti nella mostra "!Manzoni nel cuore" allestita fino al 30 agosto a Palazzo delle paure.
In apertura è stato presentato un documentario realizzato dal filmaker lecchese Antonio Losa, che sarà il filmato promozionale di villa Manzoni e che sarà diffuso in tutta Italia.
D.C.
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