''C'era una volta... a Corenno Plinio'': il borgo lariano torna nel Medioevo con la rievocazione in versione 'ridotta'

"C'era una volta... a Corenno Plinio". Ha cambiato anche il nome - ma non lo spirito, per quanto concesso dalle norme anti Coronavirus - la tradizionale rievocazione medievale nel suggestivo borgo di Dervio, in scena quest'oggi, sabato 22 agosto, grazie alla rinnovata sinergia tra Comune e Pro Loco.
Le regole in vigore (anche) per gli eventi all'aperto hanno costretto gli organizzatori a rimaneggiare il programma della manifestazione, "eliminando" lo spettacolare sbarco dal lago del Barbarossa così come i punti ristoro sempre tanto apprezzati dai visitatori, che comunque hanno potuto rivivere l'atmosfera medievale grazie alla presenza di una quarantina di figuranti in abiti d'epoca - dame, cavalieri, frati, briganti e soldati - distribuiti nella splendida cornice all'aria aperta del castello, delle "arche" degli Andreani e della chiesa, dedicata a San Tommaso di Canterbury.




Se Sir Luca ha mostrato a grandi e piccini armi e armature delle battaglie ai tempi di San Francesco, Sir Claudio ha insegnato loro l'uso dell'arco gallese, conducendo il pubblico fino alla Locanda della Luna per bere una caraffa di birra con i Pirati del Lario e sedersi al tavolo della cartomante Amelia: ancora, la bella Arianna e le sue dame hanno coinvolto i bambini in divertenti giochi, mentre i soldati hanno accompagnato i più coraggiosi alla gogna, proprio come i condannati che nel Medioevo venivano esposti alla berlina del popolo.




"Siamo contenti di quanto siamo riusciti ad organizzare, nonostante le restrizioni" ha commentato il presidente della Pro Loco Angelo Colombo, in prima linea con i suoi volontari per accogliere i curiosi visitatori a Corenno Plinio, in un primo momento bagnato da un forte acquazzone che ha ritardato di qualche minuto l'allestimento delle varie scenografie.
Parte integrante di questa edizione "ridotta" dell'iniziativa sono state le visite guidate a cura dello storico Roberto Pozzi, che ha accompagnato i presenti alla scoperta del cuore del piccolo borgo, che ha sempre conservato la struttura delle epoche passate: prima tappa la chiesa, edificata alla fine del XII secolo e poi ristrutturata - con interventi rilevanti - in epoca gotica, quando iniziò a perdere le sue caratteristiche originarie; la stessa facciata è stata più volte modificata, e attualmente presenta un portale costruito nel 1698.

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Imperdibili anche gli affreschi, nascosti per lungo tempo a partire dal Cinquecento: raffigurati sulle pareti si possono osservare Santa Apollonia e San Gottardo, San Cristoforo e San Francesco, nonché la Madonna in trono, attorniata da angioletti, una scena dell'Epifania e - nel dipinto dall'impostazione più antica - le figure degli Apostoli e di un Vescovo, identificabile con San Gottardo o San Tommaso di Canterbury, assassinato nel 1170 dai sicari del re inglese Enrico II perché, fedele al papato, si opponeva alle sue ingerenze nella Chiesa locale. Di grande impatto anche le tombe degli Andreani - presenza insolita sul Lario, a testimonianza del pregio dell'illustre casata che in età feudale possedeva il territorio su cui aveva eretto il proprio palazzo - ben visibili dal sagrato della chiesa, con tre imponenti arcate.



Sulla destra lo storico Roberto Pozzi

Il tour guidato si è concluso con un'immancabile tappa al castello, di proprietà privata, completato nel 1357 dai Visconti e costituito da un'alta cortina muraria con due torri che recinge uno spazio dove erano soliti rifugiarsi gli abitanti in caso di incursione nemica, portando con sé i beni e lasciando le case in preda dei nemici. Una situazione, quest'ultima, rievocata nel momento conclusivo dell'evento previsto in serata (alle 20.30, con replica un'ora dopo per limitare al minimo gli assembramenti), grazie alla presenza dei figuranti della "Corte del Drago" di Colico nei panni dei temibili Pirati del Lario.
B.P.
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