Lecco: nuovo atto nella vicenda Pozzi Strade. Il Comune 'confisca' ciò che ritiene abusivo

La telenovela continua. Con un’ordinanza firmata oggi, venerdì 4 settembre, dal dirigente dell’Area 7 Luca Gilardoni, il Comune di Lecco ha ordinato “l’immissione in possesso al patrimonio comunale” di alcuni beni che insistono nell’area della ex cava Rovelli - sede della ditta Pozzi Strade Srl - e delle relative aree di sedime. Si tratta in particolare dell’imponente muro di cinta che costeggia la via ai Mulini, lungo circa 30 metri e alto quattro, costituito da blocchi in cemento, un container, una tettoia di circa 30 metri e un piazzale pavimentato ricavato trasformando un’area originariamente destinata a bosco e invece utilizzato come deposito di materiale inerte.

Il muro

Durante un sopralluogo condotto dagli uffici tecnici del Comune, insieme alla Polizia locale e alla Polizia provinciale, era stato rilevato che queste opere erano state realizzate “in assenza di titolo edilizio abilitativo” ed essendo abusive il 14 febbraio 2020 un’ordinanza dirigenziale ne aveva disposto la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi entro 90 giorni.
Contro questo provvedimento la Pozzi Strade era ricorsa al Tar, che però si è pronunciato negando la “sospensiva” e rilevando che “il ricorso non presenta profili di fondatezza, in ragione della riconducibilità delle opere, che devono essere unitariamente considerate, alla categoria delle nuove costruzioni”.

L'area interna

Lo scorso 29 agosto, in occasione di un nuovo sopralluogo, i tecnici comunali hanno potuto constatare che nessuna delle prescrizioni scaturite dopo il controllo era stata ottemperata. Dal momento che secondo la legge “l’accertamento della non ottemperanza all’ordinanza di demolizione costituisce titolo per l'immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri immobiliari” del Comune, il dirigente Gilardoni ha dunque emesso due nuove ordinanze che prevedono la confisca dei beni e il pagamento di una sanzione pecuniaria del valore di 2mila euro.
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