Omicidio di Olginate: Valsecchi ha fatto tutto da sè, anche costituirsi. Fatti e antefatti di un vero regolamento di conti, dalla rissa tra figli all'appuntamento fino al 'colpo di grazia'

Stefano Valsecchi
Oggi, a due giorni dalle esequie della vittima e a otto dalla sparatoria, quello “Stefano” si è costituito, dopo il blitz sostanzialmente a vuoto messo in atto, in forze, dai Carabinieri alle prime luci dell'alba di venerdì, con quaranta uomini entrati in azione a Calolzio, in via alla 'Ca, per “assaltare” l'abitazione del “ricercato numero uno” che lì, non si è fatto attendere. Vi è tornato - probabilmente dopo essere rimasto almeno qualche giorno nascosto nei boschi - questa mattina a scelta fatta: si è consegnato alle forze dell'ordine. Avvisato l'avvocato Marcello Perillo, già contattato dalla famiglia nell'immediatezza dell'accaduto per tutelare gli interessi del 47enne e nominato di fiducia in sostituzione del legale d'ufficio che gli è stato assegnato nei giorni scorsi, si è presentato al Comando Provinciale dei Carabinieri, dove gli è stato notificata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip del Tribunale di Lecco Paolo Salvatore, su richiesta del Procuratore facente funzioni Paolo Del Grosso, titolare di un caso dove l'elemento investigativo è oggettivamente minimo. In attesa delle risultanze dell'esame autoptico sulla salma di Salvatore De Fazio commissionato all'anatomopatologo Paolo Tricomi (che in qualità di medico legale visiterà anche il fratello Alfredo, tutt'ora ricoverato all'ospedale di Varese con una mandibola mandata in frantumi da un proiettile), già le dichiarazioni rese nell'immediatezza dell'accaduto parrebbero sufficienti per cristallizzare il fatto. Del resto ci sono perfino testimoni oculari. Da un balcone affacciato su via Santa Maria La Vite c'è chi ha visto nitidamente un uomo scendere da una Panda vecchio modello chiara per poi fare fuoco. Forse nessuno ha visto il primo colpo, riservato a Alfredo, 50enne, calabrese d'origine come tutti i De Fazio. Ma la scena successiva alla sua fuga verso via Al Crotto parrebbe essere chiara: l'assassino fa fuoco un paio di volte, poi, con Salvatore, 47 anni, frontaliere con un passato da autotrasportatore nell'azienda Parisi, intestata al suocero, già a terra, si avvicina ulteriormente e gli riserva “il colpo di grazia”. In volto. Infine il ritorno all'utilitaria parcheggiata vicina alla chiesetta alla cui ombra, di fatto, secondo la convinzione degli inquirenti, si è consumato un vero e proprio regolamento di conti. Non un incontro casuale.

L'incrocio dove è avvenuta la sparatoria
A.M.