Lecco: primario a processo per falso e truffa per presunte visite 'fatturate' ma non erogate con la colonscopia. Assolto

Il dr. Fabrizio Parente, l'avvocato Stefano Pelizzari e il PM Andrea Figoni
A far scattare gli accertamenti è stata una paziente che, nel pagare il ticket per la prestazione ricevuta, si è accorta dell'indicazione sulla ricevuta non solo del dovuto per l'esame strumentale - la colonscopia - al quale si era sottoposta ma anche del "prezzo" per la visita gastroenterologica che, a suo dire, il professionista dell'ospedale Manzoni a cui si era rivolta non avrebbe effettuato. A seguito di una serie di verifiche "a campione" operate dal NAS dei Carabinieri fino al 31.12.2017, accedendo alle cartelle cliniche e ascoltando poi i soggetti diretti interessati, il dottor Fabrizio Parente, Direttore della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell'ASST di Lecco, si è trovato così a rispondere dei reati di falso ideologico e truffa (aggravata) ai danni tanto dei pazienti stessi tanto della Regione, per la quota di compartecipazione alla spesa per le prestazioni erogate a carico appunto delle casse pubbliche.
Una ventina i casi analoghi a quelli della prima "denunciate" estrapolati dall'Arma nella mole di colonscopie effettuate in capo al 2017 dal camice bianco.
Un anno e sei mesi (al netto dello sconto di pena previsto dal rito) la richiesta di condanna avanzata dal sostituto procuratore Andrea Figoni quest'oggi al cospetto del giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano dinnanzi al quale si è celebrato il processo in abbreviato chiesto dall'avvocato Stefano Pelizzari per conto del proprio - noto - assistito. Il procedimento si è chiuso però... con una assoluzione. "Perchè il fatto non sussiste". Se infatti il castello accusatorio poggiava sulle "sensazioni" dei pazienti che ritenevano di non essere stati anche "attenzionati" dal medico, la tesi difensiva - suffragata dalla consulenza di un rinomato professore, esperto in materia - si è basata sul concetto stesso di visita in concomitanza di una colonscopia, ritenendo che la stessa venisse regolarmente effettuata dal primario, in sede di esame strumentale, pur non avendo - per esempio - un cartellone da far leggere come un oculista o i polmoni da auscultare come uno pneumologo.
Soddisfatto l'avvocato Pelizzari: "per il dr. Parente cessa un periodo molto difficile. Sentiva il peso di questo processo perché riteneva di essersi comportato in modo corretto".
A.M.
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