Un'altra storia dall'ordinanza, quasi in salsa shakespeariana: la faida mancata tra Mannarino e Comito. E le botte a 2 siciliani

Una foto scattata in via Nullo a Calolzio il giorno dell'investimento di Mannarino
In pratica, nella ricostruzione degli inquirenti: i ragazzi non vanno più d'accordo, si separano, quel 6 agosto Mannarino minaccia i Comito con un'accetta, l'ex suocero e l'ex genero si mettono in auto e lo investono. Dall'ambulanza l'allora 29enne chiama Marchio. Stessa cosa fanno anche i suoi genitori con il padre, dalla Calabria, pronto a sentenziare “devono sparire, Enzo”. Ma i Comito sono – come detto – protetti dei Sirianni, accomunati – annota il Gip - “dalla partecipazione alla medesima organizzazione mafiosa” e dunque “chiamati a redimere la controversia in base al rispetto delle regole peculiari della stessa”. Come finisce? In niente. O quasi. A rimetter pace sarebbe bastato un incontro chiarificatore organizzato da Marchio al bar dell'ospedale Manzoni con un Sirianni. E mal digerita a tal proposito sarebbe stata la voce secondo la quale un tale Francesco Bava – già coinvolto in una tentata estorsione a un titolare di una discoteca di Calolzio con i fratelli Mannarino ma anche con Michele Valsecchi, figlio di Stefano, l'assassino di Salvatore De Fazio freddato a settembre 2020 a Olginate – scavalcandolo avrebbe chiesto scusa ai Comito. “No, no, no... ti giuro sul bene dei miei figli” avrebbe assicurato “l'accusato” a Vincenzo che di tutta risposta avrebbe sottolineato, avvertendolo, come “le botte passano...”. E di botte, cambiando argomento ma restando sempre nelle pagine inserite nell'ordinanza per giustificare il 416bis contestato a Marchio, ne avrebbe prese tante ma proprio tante un tizio che, incautamente, avrebbero messo il piede... sulla sciarpa della sua compagna Vanessa. E' il calolziese stesso a raccontarlo, durante una conversazione intercettata dagli operanti. Se sia successo davvero o se l'uomo abbia “pitturato” la cosa per pavoneggiarsi con con il suo interlocutore – una donna - non è dato sapersi. Ma stando al suo racconto, una volta, avrebbe mandato in ospedale intubati due soggetti dopo aver preso a pugni il primo – con tanto di dente del malcapitato rimasto incastrato nella sua mano – e aver saltato con le Timberland ai piedi sulla faccia dell'altro, con i due (siciliani) che – una volta tornati in salute – sarebbero stati dissuasi da un calabrese di Mandello nel cercar vendetta. “No raga', lasciate stare perchè le prendete per la seconda volta”. Insomma, Marchio è Marchio, dice lui. E Polizia, PM e Gip concordano. Ma con finalità ben differente rispetto a quella di sottolineare il valore dell'uomo.
A.M.