Il centenario della ''Beato Angelico''  fondata dal lecchese mons. Giuseppe Polvara

Don Giuseppe Polvara
Nel 1921, al Congresso d’arte cristiana di Ravenna, un prete ambrosiano, lecchese, don Giuseppe Polvara, fondava la scuola “Beato Angelico” come luogo di formazione e di produzione dell’arte per la liturgia. Sempre don Polvara, qualche anno dopo, proprio a servizio della scuola, costituiva la famiglia religiosa Beato Angelico.
    Giuseppe Polvara era nato a Pescarenico il 23 novembre 1884 da una famiglia con il padre pescatore. Una lapide, sulla facciata della casa natale nel cuore del vecchio nucleo sulle sponde dell’Adda, ricorda il sacerdote e la scuola Beato Angelico, fondazione di culto legata alla diocesi di Milano.
    Le celebrazioni centenarie avranno inizio quest'oggi, martedì 16 febbraio, alle 18, con un webinar che vedrà studiosi coordinati dal direttore della scuola Beato Angelico, don Umberto Bordoni ed introdotti dal presidente mons. Luca Bressan. Giovedì 18 febbraio, alle 17.30, nella memoria liturgica di frà Giovanni da Fiesole, il Beato Angelico, presso la chiesa della Trasfigurazione, in Milano, vi sarà la solenne Eucarestia di apertura dell’anno centenario presieduta dall’arcivescovo mons. Mario Delpini. Sono invitati gli artisti, i collaboratori, gli ex allievi e gli amici del Beato Angelico.
    Le memorie lecchesi di mons. Polvara, deceduto nel 1950, oltre al nativo quartiere di Pescarenico ed alla via a lui dedicata dal Comune, da Pescarenico a Belledo, si concentrano nella località di Campo de Boi, sopra Germanedo, presso quella che è stata la casa di vacanze estive dei collegi arcivescovili di Saronno, Desio e Tradate. L’edificio, che ha visto sino al 1975 le vacanze dei collegiali, risale agli anni venti del Novecento e venne progettato da don Giuseppe Polvara mentre era insegnante nel collegio di Saronno. La prima pietra venne posta il 18 maggio 1920, alla presenza di un centinaio di alunni delle scuole arcivescovili. Il progetto era impegnativo: tutto doveva essere portato a Campo de Boi a braccia ed a dorso di muli. Si lavorò intensamente per tutto l’estate del 1920, in quanto si voleva celebrare il 25° di fondazione del collegio di Saronno con l’opera montana già pronta. E tale è stato nell’estate 1921.
L'ex collegio, ora passato ad altra proprietà
La statua della Madonna Assunta, alla quale è dedicato il collegio, venne progettata dallo stesso don Polvara e collocata sul piazzale panoramico che spazia dal lago alle guglie del Resegone. La cappella della casa montana estiva è decorata dalla Beato Angelico con un mosaico ispirato all’ode “come una cerva anela al corso delle acque, così l’anima mia anela al Dio vivente”. L’ultimo superiore, nel 1975 della casa a Campo de Boi è stato don Fernando Pozzoli, allora rettore del collegio “mons. Attilio Castelli” di Saronno. Don Pozzoli è stato poi parroco a Castello di Lecco e rettore del santuario della Vittoria, sempre a Lecco, dove tuttora risiede.
    Nella storia del collegio di Saronno, Campo de Boi ha assunto un ruolo di particolare rilievo come centro di sfollamento delle classi elementari nei terribili inverni di guerra 1943/1945. Gli intensi bombardamenti aerei su Milano e dintorni avevano consigliato di portare gli alunni in zone sicure. Ottanta ragazzi di 3^, 4^ e 5^ elementare salirono a Campo de Boi lungo la mulattiera che parte da Germanedo. Erano guidati da un giovane prete, don Antonio Arioli, con due insegnanti e tre suore di Maria Bambina, una delle quali infermiera.
A.B.
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