Omicidio di Olginate: Valsecchi opta per l'abbreviato. L'avvocato: 'spunti interessanti da sviluppare in sede di discussione'

Stefano Valsecchi in una foto scattata il giorno dell'interrogatorio di garanzia
Valsecchi, optando per l'abbreviato, beneficerà dello sconto di un terzo della pena, come previsto del rito. Tre i reati a lui ascritti: il più grave, ovviamente, l'omicidio volontario del 47enne olginatese raggiunto da due proiettili al busto e da uno al volto, all'altezza dello zigomo. Risponderà altresì del tentato omicidio di Alfredo De Fazio, fratello maggiore della vittima, attinto alla mascella ma riuscito poi a mettersi in salvo trovando rifugio nell'androne di un condominio dove è stato soccorso in codice rosso all'arrivo del personale sanitario che nulla ha invece potuto per salvare la vita all'altro coinvolto, trasferito di fatto esanime all'Ospedale di Lecco. Da ultimo al manovale è contestato anche il porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco. Due, secondo la ricostruzione degli inquirenti, le pistole nella sua disponibilità. Una sola avrebbe però fatto fuoco, esplodendo i quattro colpi che hanno ferito i De Fazio nell'ambito di un appuntamento richiesto dal calolziese dopo il pestaggio subito la sera prima da suo figlio Michele per mano - parrebbe - di uno dei figli di Salvatore. "Il fascicolo d'indagine è stato istruito molto bene, risultando completo sotto tutti gli aspetti che riguardano anche il prima e il dopo il fatto in sé" ha sostenuto l'avvocato Perillo a giustificazione della scelta per l'abbreviato, lasciando dunque che il suo cliente sia giudicato "sulle carte". "Sono emersi spunti interessanti che meritano di essere sviluppati in sede di discussione" ha aggiunto, evidenziando come, seppur Valsecchi sia reo confesso, avendo ammesso in sede di interrogatorio di garanzia le proprie responsabilità, il pubblico ministero abbia investigato, attraverso l'attività delegata ai Carabinieri e agli accertamenti richiesti, anche aspetti collaterali all'aggressione mortale - come appunto l'antefatto della sera precedente e dunque la scazzottata tra i ragazzi - che hanno così permesso di dare una cornice alle imputazioni ascritte al 54enne, in carcere a Pescarenico dal momento della sua "resa", a 8 giorni dall'assassinio.
Non resta dunque ora che attendere il decreto di fissazione dell'udienza. Verosimilmente potrà tenersi nei mesi cavallo dell'estate.
