'Operazione Tullac': non rispondono i 10 arrestati, uno ha un precedente per omicidio. Da Mastrolindo mossi chili di droga

La sede lecchese della Guardia di Finanza
Nelle 40 pagine di ordinanza di applicazione delle misure a firma del Giudice per le indagini preliminari ricostruiti anche altri episodi già finiti sui giornali, in tempi decisamente più recenti, interconnessi con il traffico di droga - marijuana, cocaina e hashish - avente quale fulcro Juljan Malaj, conosciuto anche quale "Giulio" e indicato in alcune telefonate captate durante l'attività con l'appellativo "Mastrolindo" stante il cranio glabro. Tacciato - in qualità di grossista - di un nutrito elenco di cessioni (e acquisizioni) da "pochi" grammi a diversi chili, con tanto - parrebbe - di viaggio in Olanda proprio nell'ambito di tali affari, il balcanico - già tabaccaio a Malgrate prima di cedere il bar intestato alla moglie al Gaggio - era finito in manette a maggio 2020 per la detenzione di 2 chili di "farina", con tanto di passaggi della "roba" con altri soggetti ripresi... dalle telecamere del circuito di videosorveglianza privata che lo stesso aveva installato nella sua abitazione di Rogeno che di fatto hanno sostituito la prova che avrebbe potuto fornire l'occhio elettronico piazzato invece dalla Finanza per non perderlo di vista, in quel momento... impallato per assenza di connessione internet. E ancora, sempre Malaj avrebbe fornito a Canali il chilo di hashish poi intercettato dai Carabinieri a Calolzio nel mese di aprile: la sostanza stivata in un bidoncino arancione era nella mani di un corriere, Mario Haxija, arrestato in flagranza di reato.
Prima ancora con le manette ai polsi erano finiti altri due insospettabili "pony", i coniugi ultrasessantenni Teresa Porcelluzzi e Ruggiero Balzano, palettati dalle Fiamme Gialle sulla superstrada con chilo di cocaina consegnato loro da un soggetto non destinatario di ordinanza di custodia cautelare che a sua volta l'avrebbe avuta da Marcello Valli (finito nei guai proprio "solo" per questo episodio), rifornitosi sempre da "Giulio", lo stesso "Giulio" che - andando sempre a ritroso - a febbraio aveva (ovviamente sempre secondo la versione degli inquirenti) venduto 37.8 grammi di coca a tale Giuseppe Rusconi dopo che lo stesso già il mese prima era stato arrestato a Dubino con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio per essere stato trovato con ulteriori 24 grammi scarsi della stessa sostanza, sempre comperata dal "grossista" di Malgrate, al centro anche - si evince sempre dall'ordinanza - di un giro di crediti e debiti legati sempre al dare e avere del "cioccolato" immesso su un mercato evidentemente di... golosi.
A.M.