15 anni fa la beatificazione di don Luigi Monza in Duomo. Carrellata di foto e di ricordi di chi ha vissuto quel giorno
San Giovanni è in festa per il «suo» beato. Saranno 15 anni domani, venerdì 30 aprile, che don Luigi Monza - il piccolo parroco dal cuore grande e innamorato di Dio - è salito agli altari da dove continua a farsi intercessore di Grazie per la sua gente. E questo il rione lo sa bene: i suoi abitanti ancora oggi portano avanti nel suo nome gli ideali di accoglienza, di attenzione ai poveri, di timor di Dio, così tenacemente trasmessi dal fondatore della «Nostra Famiglia» che ha in Lombardia le sue radici, pur servendo oggi in diverse parti del mondo tramite le sue strutture (presenti anche in Sudan, Brasile ed Ecuador con collaborazioni in Cina, Marocco e Palestina), oltre che dell’Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità.
La cerimonia che lo ha proclamato beato in seguito al miracolo concesso a Paolo Peroni - un giovane guarito da una encefalite nel 1960, quando ormai la medicina aveva deposto le armi – si è svolta dunque il 30 aprile 2006, prima nella Storia della Chiesa, in piazza Duomo a Milano invece che in Vaticano.
Foto scattate a Milano il giorno della beatificazione
Oltre dodicimila i presenti: molti i pullman partiti da Lecco, seguiti da una lunga colonna di auto. Tanti, tantissimi parrocchiani ricordano oggi con emozione quel giorno: qualcuno ancora ricorda lui, chino in preghiera giorno e notte nella piccola chiesa, o nel confessionale che oggi porta affissa la targhetta dorata col suo nome, intento ad amministrare il balsamo del Perdono sulle ferite spirituali dei suoi parrocchiani. Lo ricordano amico nel salotto di casa o al circolo del piccolo borgo - di cui lui stesso si era fatto promotore nel ’48 – dove i fedeli usavano radunarsi dopo la dottrina del pomeriggio.
Da sinistra Angela Turba, Renato Spreafico, Maria Teresa Crippa
«La sua missione era sempre vicino alle persone – ricorda Renato Spreafico - cercava il contatto, si interessava a loro. Non era cosa rara vederlo fermare i ragazzi per strada e chiedere loro con delicatezza se erano praticanti e frequentavano i Sacramenti. Mio padre dirigeva il piccolo coro e ricordo che io, bambino, insieme a mio fratello salivo vicino all’organo alla prima Messa Solenne del mattino del giorno di Natale perché allora c’era il coprifuoco di guerra e non si poteva celebrare a mezzanotte. Don Luigi veniva sempre a salutare, a ringraziare del lavoro fatto e a dare la sua opinione sui canti. Mia zia Zaira, sorella di mio padre, è stata la sua prima collaboratrice quando, dopo la fondazione dell’Istituto delle Piccole Apostole, si è presentata la necessità di fondare l’Opera La Nostra Famiglia per dedicarsi ai bimbi con bisogni speciali, che allora erano un po’ abbandonati perché le scuole non erano attrezzate e preparate come sono adesso. La zia Zaira amava moltissimo i fiori e così il don Luigi. Era lei che lo accompagnava in giro, guidando un’ape-car».
Altre foto della cerimonia in piazza Duomo
Renato era nella folla dei dodicimila, quel giorno in piazza Duomo e con lui tanti altri parrocchiani, come Angelo Rusconi o Maria Teresa Crippa. «Sono un musicologo – racconta Angelo – e mi occupo di Medioevo, Canto Gregoriano e Liturgia. Mi aveva interessato partecipare alla prima beatificazione della storia celebrata fuori Roma, un evento che nella storia della Chiesa fino ad allora non si era mai verificato. Inoltre c’era il legame tra lui e la parrocchia: mio padre è stato battezzato da lui, per esempio… Era una figura familiare per noi. Ricordo una bella giornata di sole: la piazza era stracolma, c’era veramente tantissima gente: l’affetto sia per la persona di don Monza che per la sua opera era tangibile. La Nostra Famiglia è ancora oggi il cuore del rione».
«Il giorno prima c’era stato un diluvio tremendo – ricorda Maria Teresa - tanto che abbiamo seriamente temuto per la funzione del giorno dopo. Invece la giornata era bellissima. Inoltre ho personalmente avuto la fortuna di assistere dalle prime file perché accompagnavo una ragazza in sedia a rotelle: la cosa più bella è stata quella di essere rimasti in Lombardia, nella terra che don Luigi aveva frequentato e amato. Io l’ho anche conosciuto di persona, avevo 7 anni e lui frequentava la casa dei miei nonni. I miei genitori avevano un mulino a Lecco e un giorno comprarono un camion nuovo: ho ricordi molto vividi del giorno in cui lo ha benedetto. Lui piccolino vestito di nero davanti a questo mezzo enorme tutto azzurro… è una cosa che mi è rimasta impressa. Mi capitava di venire in chiesa con mia nonna e ricordo di averlo visto sempre assorto in preghiera. Son bellissimi ricordi: partecipare alla cerimonia di beatificazione è stato ancora più bello, proprio perché avevo queste memorie di bambina. Il momento più emozionante, quando hanno scoperto la reliquia che oggi si trova conservata nella nostra chiesa, che conteneva un capello che era stato prelevato dalle Piccole Apostole».
Erano esattamente le 11 e tre minuti del 30 aprile 2006. Lo ricorda Angela Turba, che in quel momento ha guardato l’orologio: «E’ stata un’emozione fortissima: siamo partiti da Lecco con sette pullman e svariate auto, e questo a testimoniare la profonda sensibilità che la gente di qui aveva nei confronti del don Luigi. Quando è morto io avevo solo due anni e non me lo ricordo bene. I miei genitori raccontavano che una volta mi ha presa in braccio e mi ha dato la sua benedizione: loro sì, lo hanno conosciuto molto da vicino. Il mio papà un giorno andò in confessione e gli disse che si voleva sposare. Don Luigi gli chiese con chi. Quando papà gli disse il nome della futura moglie, lui disse: ma lo sai che è una mia penitente? E da quel giorno restò loro sempre vicino. Mio padre aveva due compagnie teatrali di cui era attore e regista, e don Luigi lo invitava sempre per inscenare degli spettacoli… Di lui diceva che “faceva cassetta”, per raccogliere i fondi per la sua Opera che in quegli anni stava nascendo. Amava moltissimo una vecchia poesia, “Pianto di Cose” con cui lo invitava sempre a chiudere gli spettacoli. La poesia resta oggi nelle tradizioni orali della gente del rione. E’ significativo che per il giorno della celebrazione sia stata scelta l’icona di Cristo Risorto. I miei genitori lo amavano profondamente: quando hanno aperto la casa in corso Matteotti la direttrice generale ha chiesto loro di occuparsi della custodia dell’Istituto nei periodi in cui le Piccole Apostole erano in ferie o lontane per il Natale o la Pasqua, altrimenti avrebbero dovuto chiuderla. Così invece ha potuto funzionare con continuità. E questo per 40 anni: io sono cresciuta lì, la Nostra Famiglia è la mia seconda casa… c’era l’orto, il giardino pieno di fiori perché don Luigi li amava moltissimo».
La struttura lecchese viene inaugurata nel maggio 1970, secondo un desiderio dello stesso beato Luigi Monza che l’aveva fortemente voluta nel luogo in cui era stato parroco per quasi vent’anni, dopo che già erano sorti altri istituti tra cui quelli di Vedano Olona e Ponte Lambro. Don Luigi si spegne il 29 settembre 1954, in seguito a un infarto.
Pellegrinaggio a Roma nell'ottobre 2006. Udienza generale in San Pietro per la consegna della reliquia di don Luigi Monza
Domani, la comunità di san Giovanni celebrerà la ricorrenza del quindicesimo dalla beatificazione con una Messa Solenne che si terrà nella parrocchiale alle 18 e sarà preceduta da mezz’ora di Adorazione Eucaristica. La giornata si concluderà con una preghiera di intercessione per gli ammalati, dalle 20.30 sempre in chiesa.
Annalisa Infante