'Caso Gilardi': il PM indaga sul supposto acquisto di una bici con i soldi del prof.

Il professor Carlo Gilardi
Nei giorni scorsi, la Procura ha nominato un proprio consulente per effettuare la copia forense del contenuto del telefono in uso alla negoziante di Mandello che avrebbe venduto l'ormai "famosa" bicicletta elettrica. Avrebbe. Perchè l'operazione parrebbe non essersi mai concretizzata o almeno non in favore di Gilardi e non con i suoi denari. Siamo nel 2018. Nei primi giorni di gennaio. L'amministratore di sostegno non è nemmeno più l'avvocata di cui Le Iene hanno fatto il nome "tacciandola" come colei che si sarebbe comprata la due ruote a spese dell'airunese. Al professore viene rubata la bici. Gli viene proposto l'acquisto di un modello “motorizzato” e si procede all'ordine, con bonifico della somma pattuita. Poi un ripensamento e la richiesta di bloccare la consegna del velocipede elettrico con istanza scritta inviata al negozio. Viene risposto però – sempre per iscritto – che non tutta la cifra già pagata sarà restituita, con il resto dei soldi ritornati in contanti, con tanto di pezza giustificativa, al diretto interessato. Questa la versione della difesa, in evidente contrasto con il contenuto dell'esposto. E intanto, la Procura indaga.
Prossimo appuntamento certo della saga, il 20 luglio in Tribunale. In quella data tornerà al vaglio del GUP Salvatore Catalano il fascicolo per la supposta circonvenzione di incapace. Brahim El Mazoury, il badante di origini marocchine di Gilardi, ha già ottenuto l'ammissione al rito abbreviato e per lui dunque potrebbe già essere emessa la sentenza. Ameur Rougui, Hichem Harroun, Abdelmalak Rougui, Nedal Abushunar, Abdellatif Ben Mustapha e Khalifa Mejbri dovrebbero invece optare per il dibattimento, qualora ovviamente, come chiesto dalla Procura, il giudice li rinvii a giudizio.
A.M.