'Caso Gilardi': il PM indaga sul supposto acquisto di una bici con i soldi del prof.

Il professor Carlo Gilardi
Il fascicolo è stato affidato al dr. Andrea Figoni, lo stesso sostituto procuratore che si è occupato anche delle indagini - avviate, per la verità, dalla collega Silvia Zannini, poi trasferita presso altra sede - che hanno portato a sette richieste di rinvio a giudizio per circonvenzione di incapace, con il proseguo dell'udienza preliminare fissato per il prossimo 20 luglio. Sul tavolo del magistrato, che, dunque, già conosce per altre ragioni il "caso Gilardi", parrebbe proprio essere arrivato anche l'esposto presentato ormai mesi fa dall'avvocato Silvia Agazzi che, dapprima nominata dallo stesso professore airunese, poi revocata dal proprio anziano cliente, si era rivolta ai carabinieri di una caserma bergamasca per denunciare l'utilizzo di soldi del suo assistito a copertura di spese personali di uno degli amministratori di sostegno che si sono avvicendati nel tempo. E' il presunto "episodio" della bicicletta da donna di cui si è occupata anche la trasmissione televisiva Le Iene, a più riprese tornata sulla vicenda del professor Carlo Gilardi, "colpevole solo di essere generso e anziano" come asserito più volte dall'inviata che ha seguito il caso, con i servizi mandati in onda nei mesi scorsi puntualmente "contestati" a più livelli ed in particolare dall'attuale amministratore di sostegno dell'uomo supportata oltre che dai colleghi avvocati anche dall'ANM e dal Tribunale, fattosi garante della correttezza dell'iter giudiziario seguito per tutelare il novantenne, prelevato dall'abitazione di Brivio del badante (parte dei sei denunciati per circonvenzione di incapace) dove era stata trasferita - parrebbe contro la sua volontà - la sua residenza per essere inserito in una casa di riposo, dove ancora oggi, a distanza effettivamente di un ampio arco temporale, è ancora ospitato.
Nei giorni scorsi, la Procura ha nominato un proprio consulente per effettuare la copia forense del contenuto del telefono in uso alla negoziante di Mandello che avrebbe venduto l'ormai "famosa" bicicletta elettrica. Avrebbe. Perchè l'operazione parrebbe non essersi mai concretizzata o almeno non in favore di Gilardi e non con i suoi denari. Siamo nel 2018. Nei primi giorni di gennaio. L'amministratore di sostegno non è nemmeno più l'avvocata di cui Le Iene hanno fatto il nome "tacciandola" come colei che si sarebbe comprata la due ruote a spese dell'airunese. Al professore viene rubata la bici. Gli viene proposto l'acquisto di un modello “motorizzato” e si procede all'ordine, con bonifico della somma pattuita. Poi un ripensamento e la richiesta di bloccare la consegna del velocipede elettrico con istanza scritta inviata al negozio. Viene risposto però – sempre per iscritto – che non tutta la cifra già pagata sarà restituita, con il resto dei soldi ritornati in contanti, con tanto di pezza giustificativa, al diretto interessato. Questa la versione della difesa, in evidente contrasto con il contenuto dell'esposto. E intanto, la Procura indaga.
Prossimo appuntamento certo della saga, il 20 luglio in Tribunale. In quella data tornerà al vaglio del GUP Salvatore Catalano il fascicolo per la supposta circonvenzione di incapace. Brahim El Mazoury, il badante di origini marocchine di Gilardi, ha già ottenuto l'ammissione al rito abbreviato e per lui dunque potrebbe già essere emessa la sentenza. Ameur Rougui, Hichem Harroun, Abdelmalak Rougui, Nedal Abushunar, Abdellatif Ben Mustapha e Khalifa Mejbri dovrebbero invece optare per il dibattimento, qualora ovviamente, come chiesto dalla Procura, il giudice li rinvii a giudizio.
A.M.
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