CGIL: Giuseppe Di Vittorio a Lecco nel ricordo di Giorgio Isacchi

 Giorgio Isacchi, a sinistra,
durante l'intervento di Giuseppe Di Vittorio
“E’ indimenticabile, nella mia lunga milizia sindacale, quella mattinata dei primi giorni di novembre 1957, quando ho presieduto l’assemblea di inaugurazione della Camera del Lavoro, in via Sirtori; è stata la riunione dell’ultimo discorso del grande Giuseppe Di Vittorio, deceduto nel pomeriggio dopo un improvviso malore all’Hotel Croce di Malta di piazza Garibaldi a Lecco”.
Sono dichiarazioni rilasciate nel novembre 1997 dal compianto sindacalista Giorgio Isacchi, classe 1921, nativo di Valmadrera dove è stato per diversi anni anche consigliere comunale di opposizione nel gruppo della Sinistra Democratica, rappresentando l’area del PSI. Nel dopoguerra 1945, dopo la liberazione, la Camera del Lavoro aveva sede in via Ongania, poi gli uffici si trasferirono in via Sirtori, dove nel 1957 erano già funzionanti da anni nell’edificio che aveva ospitato la storica filanda Corti.
“L’inaugurazione del 1957 – precisava Isacchi – più della sede vera e propria, era del salone riunioni ottenuto al piano terra, con 100 posti. Avevo curato l’arredamento, essendo un falegname prima di assumere l’incarico di sindacalista a tempo pieno nel 1951”. Isacchi poteva ricordare che nel 1952, alla scuola di Roma, aveva avuto modo di ascoltare Di Vittorio, soprattutto nel passaggio quando invitò gli allievi a non cercare solo gli applausi degli iscritti, ma anche il consenso di tutti gli altri lavoratori. Nel suo intervento del 1957 a Lecco Di Vittorio sottolineò la necessità di ritrovare nelle fabbriche l’unità sindacale.


L'omaggio alla salma del sindacalista degli esponenti politici Amendola e Paietta

Di Vittorio era arrivato in città dopo un lungo viaggio nella notte, in treno, da Roma. Lasciò la sede in via Sirtori per raggiungere l’Hotel Croce di Malta e poter riposare prima del pranzo fissato presso il circolo ferrovieri, allora in piazza Diaz. Al convivio con dirigenti e attivisti sindacali, guidati dal segretario Pio Galli, però, non intervenne. In albergo aveva iniziato a sentire i primi disturbi del malore che qualche ora dopo sarebbe risultato fatale. Venne cancellato il comizio previsto in piazza Affari. “Raggiunsi il Croce di Malta – dichiarò Isacchi – quando Di Vittorio era ormai morto. Ricordo lo sgomento di tanti compagni, la camera ardente subito allestita nella sede di via Sirtori, l’arrivo nella notte da Roma di noti esponenti politici e sindacali. Tanti lecchesi accompagnarono il giorno successivo il feretro fino a Milano, dove venne accolto alla Camera del Lavoro”. Giorgio Isacchi concluse la testimonianza del 1997 dichiarando: “Quel giorno con Di Vittorio, 40 anni dopo, mi commuove ancora per le sue parole stupende e vibranti e per la facilità di esposizione su temi difficili”.


Il momento inaugurale della via Giuseppe Di Vittorio, in zona Caleotto

La città di Lecco ricordò Giuseppe Di Vittorio, un anno dopo l’improvvisa scomparsa, con il busto bronzeo ad opera dello scultore Aimone Modonesi, collocato nella sede di via Sirtori e trasferito il 1° maggio 1981 nella palazzina di via Besonda, al Caleotto. Il 25 aprile 1970 è stata inaugurata la via a lui dedicata tra i quartieri Caleotto ed Acquate, nell’antica contrada detta Giazzera. La cerimonia avvenne con l’intervento del sindaco Alessandro Rusconi. Nel novembre 1997 l’allora segretario nazionale della Camera del Lavoro Sergio Cofferati inaugurò poi una serigrafia multicolore in rilievo realizzata da Ernesto Treccani nella galleria di collegamento dell’ex albergo Croce di Malta, dove avvenne il decesso nel novembre 1957.
A.B.
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